La casa è un diritto. Anche a Cagliari si costruisce l’alternativa
17 Luglio 2025[Matteo Lecis Cocco Ortu]
Nel pieno del dibattito nazionale sul nuovo Piano Casa, a Cagliari stiamo affrontando una sfida che non è solo urbanistica o sociale: è, prima di tutto, una scelta politica di campo.
Rimettere al centro il diritto all’abitare significa decidere da che parte stare, oggi, in una città e in un Paese in cui le disuguaglianze crescono e la casa è tornata a essere, per molte persone, una questione di sopravvivenza.
Il Consiglio comunale ha avviato in questi giorni la discussione del nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC). È un momento cruciale. Dopo oltre vent’anni, la città torna a dotarsi di una visione organica dello sviluppo urbano. E lo fa partendo da una consapevolezza: l’emergenza abitativa è una questione strutturale, che deve essere affrontata non con strumenti tampone ma con politiche pubbliche permanenti e integrate.
Nel nuovo PUC il tema dell’abitare non è relegato a una voce tecnica, ma occupa un posto centrale. Non solo nella progettazione spaziale, ma nelle scelte di fondo che riguardano la destinazione d’uso del suolo, il tipo di edilizia da incentivare, i modelli abitativi da promuovere.Il fabbisogno abitativo della città è stato costruito a partire dai target reali: giovani, famiglie monoreddito, anziani, studenti, lavoratori precari, persone in transizione abitativa. A partire da questi bisogni concreti, abbiamo disegnato una composizione dell’offerta residenziale che rovescia la tendenza degli ultimi anni. Negli ultimi decenni, infatti, la quasi totalità delle nuove abitazioni a Cagliari è stata prodotta dal mercato libero, con un aumento dei prezzi e una forte esclusione sociale. Oggi, nel nuovo Piano, solo il 10% del fabbisogno stimato viene destinato al libero mercato, mentre il restante 90% viene suddiviso tra edilizia sovvenzionata (ERP e alloggi pubblici in affitto a canone sociale), edilizia convenzionata (abitazioni a prezzi calmierati in vendita o locazione), social housing (progetti abitativi con finalità pubbliche e formule miste).
È una svolta culturale e politica. È la dimostrazione che anche una città come Cagliari può scegliere un’urbanistica giusta, inclusiva, non subordinata alla rendita. E questo è possibile grazie a una visione collettiva, a un lavoro di squadra, a una regia politica condivisa.
Su questo terreno si inserisce il modello amministrativo che stiamo costruendo con la Giunta Zedda. Una delle scelte più significative è stata quella di accorpare in modo coordinato le deleghe sulla casa, seguite dall’assessora Anna Puddu con la nuova impostazione dell’assessorato al benessere delle cittadine e dei cittadini, e lavorare in sinergia con l’assessorato all’urbanistica che ha deleghe alla rigenerazione urbana e alle politiche per l’abitare. Non si tratta di un accorpamento burocratico, ma di un progetto politico preciso, nato dalla volontà del sindaco Zedda di affrontare la questione abitativa in modo integrato, strutturale e trasversale, mettendo insieme la dimensione fisica dello spazio e quella sociale delle relazioni e dei diritti.
Il nostro lavoro – quotidiano, collegiale, condiviso con l’intera maggioranza – è quello di tradurre questa visione in azioni concrete: piani di rigenerazione dei quartieri popolari, mappatura degli alloggi vuoti, nuovi progetti di housing sociale, revisione del patrimonio ERP, politiche giovanili e inclusive.
Per questo abbiamo voluto portare a Cagliari – insieme alla segreteria cittadina del PD e ai Giovani Democratici – una tappa del percorso nazionale del Partito Democratico sul Piano per il diritto alla casa, con l’incontro pubblico “La casa è un diritto” che si è svolto mercoledì 16 luglio con Pierfrancesco Majorino e Massimiliano Valeriani. Non un evento qualsiasi, ma un confronto aperto con la città, con chi ogni giorno vive o lavora sul tema dell’abitare: cittadini, comitati, cooperative, sindacati, tecnici, operatori, studenti.
Il documento del PD – che discuteremo durante l’incontro – è stato presentato ad aprile durante la Conferenza nazionale sul diritto alla casa e rappresenta una piattaforma programmatica coraggiosa elaborata dalla segreteria nazionale di Elly Schlein. Propone un Ministero per l’Abitare, un fondo nazionale da 4 miliardi, il recupero degli alloggi pubblici sfitti, la regolazione degli affitti brevi, il rafforzamento del social housing, la valorizzazione delle esperienze cooperative, il rilancio del PINQuA come programma permanente di rigenerazione urbana e sociale.
Soprattutto, questo documento è pensato per essere uno dei pilastri fondamentali della proposta di governo che il Partito Democratico sta costruendo per il campo largo progressista. Non un capitolo accessorio, ma il cuore sociale ed economico di un nuovo progetto di Paese. Un Paese in cui la casa non è un privilegio per pochi ma un diritto per tutte e tutti.
È su questi temi che si può e si deve costruire un’alleanza larga, credibile e radicata, capace di tenere insieme visione e governo, territori e istituzioni, esperienze e bisogni. Cagliari, da questo punto di vista, può essere un laboratorio politico e amministrativo. Una città in cui si sperimenta, si condivide, si costruisce un’alternativa concreta alla logica dell’abbandono, della speculazione e della disuguaglianza.
La casa è un diritto. E da qui – da Cagliari – può partire una nuova idea di città, di alleanza e di Paese.
Matteo Lecis Cocco Ortu fa parte della direzione nazionale PD, ingegnere, assessore alla pianificazione strategica, urbanistica e ambientale