Brujas

16 Settembre 2010

brujas

Natalino Piras

La caccia alle streghe non è finita. Mi tornano in mente i nomi dei dieci di Hollywood, registi e sceneggiatori, inquisiti nell’America degli anni cinquanta per attività antiamericane. Persero il lavoro, finirono in prigione, furono privati di immagine e di parola perché sospettati di essere comunisti. Quell’America maccartista è archetipo dell’Italia di oggi dove il capo del governo accusa la sinistra di essere la causa di tutti i mali e ogni pretesto è buono per demonizzare l’avversario.
Prendo dal mio blog www.natalinopiras.it: “Altra guerra senza fine, altra questione, c’è il peschereccio di Mazara del Vallo mitragliato da una motovedetta libica: donativo quest’ultima degli italiani a Gheddafi. Dentro la motovedetta militari italiani: come osservatori. Come dire: io, tuo connazionale in acque extraterritoriali, osservo mentre ti sparano addosso. Giuste le sanzioni e le riparazioni per la sciagurata avventura coloniale in Libia, al tempo di Mussolini. Importante non dimenticare l’orrore per l’impiccagione di Omar al-Mukhtar, il eone del deserto, a opera dei soldati di Graziani. Ma Gheddafi, come rimarcava Francesco Merlo su ‘Repubblica’ all’indomani della sua più recente visita in Italia, è un satrapo. Per dire della considerazione che ne hanno i poeti, tornano in mente i versi che Pablo Neruda lanciò contro il sanguinario Pinochet e la sua giunta militare subito dopo il golpe dell’11 settembre 1973: ‘…sanguinari e satrapi, mille volte venduti ai lupi di New York’. Allora c’era la Cia a ordire controrivoluzioni e mattanze. Oggi la storia si ripete altrove in forma di tragica farsa”.
Intanto continua la caccia alle streghe. Icona globale è l’iraniana Sakineh, l’adultera. Altre satrapie ricattano il mondo con il rinvio della sua lapidazione, scevre dell’evangelico “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Anni fa Mimmo Bua mi fece resoconto di un suo viaggio a Teheran. Tutto quanto le donne non potevano essere e manifestare sulla pubblica piazza era invece permesso dentro le mura domestiche. Potevano buttare via lo chador, bere whisky e truccarsi davanti allo specchio. Tornano in mente alcuni versi di Andrea Zanzotto: “Il belletto s’accumula nelle stanze, dove grandi uccelli covarono colori d’uova e di rosei regali, e il cielo e il mondo è l’indegno sacrario dei propri lievi silenzi”. Il poeta di Pieve di Soligo canta così una delle sue “Pasque”, impossibili ancora per tante streghe, oggi, meno visibili di Sakineh, di cui pure le satrapie falsificano immagine e voce. Streghe che assurgono alla visibilità di nemmeno un’ora quando le violentano nelle stazioni e nelle strade sterrate di periferia, le colonne infami che attendono nuovo illuminismo per essere abbattute. È che il tempo del dominio dell’apparenza televisiva abitua pure a questi ripetuti stupri. Legittima l’indifferenza. Mentre opinionisti di regime ripetono come in un disco incantato laudi e litanie in appoggio al regime che l’indifferenza legittima. Così continua pure la caccia alle streghe e sono in pochi a leggere e vedere quanto dovrebbe invece essere visto e letto da una più numericamente consistente opinione pubblica.
Prendo da un articolo di Patrizia Caraveo nell’ultimo domenicale del “Sole 24 Ore”: “Chissà che la scoperta di nuove terre in orbita attorno ad altri soli porti alla riabilitazione dello sfortunato monaco”. Il riferimento è a Giordano Bruno, arso vivo a Campo de’ Fiori, il 17 febbraio 1600, opera dell’Inquisizione. “Magari l’iniziativa potrebbe venire dal mondo scientifico che, sia a livello europeo sia a livello americano, ha riconosciuto lo studio dei pianeti extrasolari come uno dei cardini della ricerca astronomica per la prossima decade. Perché non dare il nome di Giordano Bruno a una delle prossime missioni spaziali dedicate alla ricerca e allo studio di nuovi mondi? Anche se tardivo, sarebbe il riconoscimento di una straordinaria intuizione”. Altro che dare la colpa agli arbitri di sinistra che fanno perdere il Milan calcistico. Milano ha pure un’altra storia da continuare a proporre a scuola. Altro che i tagli della Gelmini, altro che ripetere che ogni inizio di anno scolastico è la stessa protesta. Come se ci si debba abituare a uno stato di perenne crisi. Sulla storia della milanese colonna infame per gli untori, Manzoni costruì il nucleo originario dei “Promessi sposi”, romanzo paradigmatico pure del nostro oggi. Che è il tempo della memoria del maccartismo ma anche quello di Sakineh, pure di quelli che questo “paese guasto” – traduzione della waste land eliotiana rilanciata da Adriano Sofri – attraversano senza perdere l’idea che il tempo delle brujas è possibile superarlo pensando a come organizzare speranza. Perché l’aurora a volte è lì, a due passi, più di quanto si creda.

1 Commento a “Brujas”

  1. NoirPink - modello Pandemonium scrive:

    Abbiamo lanciato UN APPELLO URGENTE per salvare i profughi eritrei in Libia, che subiscono fame, sete e violenze indicibili.

    Abbiamo già avuto un primo risultato, con l’interessamento dell’Onu.

    A luglio siamo già riusciti a salvarli per 60 giorni, oggi possiamo salvarli definitivamente, ma servono ancora tante adesioni!

    Vi prego di aderire all’appello e di diffonderlo il più possibile!

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