Notti padane. All’ombra della cupola

1 Giugno 2011

Franzinelli

Valeria Piasentà

(L’articolo di Valeria è stato scritto prima dei risultati. Complimenti Valeria e… complimenti Novara – ndr)
A proposito dei risultati elettorali, il segretario del Pd Bersani parla di «inversione di tendenza, come un vento del Nord». La aspettavamo, è arrivata. Quel che stupisce è lo stupore per questi  dati: ma che hanno fatto i sondaggisti negli scorsi mesi? non hanno saputo cogliere quello che noi, gente comune fra la gente comune, abbiamo raccontato rilevandolo da tempo alle manifestazioni dei cassintegrati, dei precari e degli studenti; delle donne, dei teatranti e dei ricercatori? Che stavano a guardare gli analisti politici? sono andati nelle piazze e per le strade delle città? cercavano di prendere i treni dei pendolari con gli universitari seduti sui binari? dove stavano gli analisti quando i docenti proiettavano il loro disagio sui tetti degli edifici; nei giorni degli applausi a Napolitano e dei fischi a Cota: credevano davvero a un complotto delle maestre?
E ora ascoltano i tanti giovani senza futuro che hanno accolto l’appello del partigiano Hessel indignandosi costruttivamente, qui in Italia e non solo in Spagna? Non vince il Pd, i suoi elettori sono quasi ovunque gli stessi, invece perde la destra e perde anche istericamente la testa aggrappata con le unghie e con i denti alle poltrone del potere. In attesa del ballottaggio la propaganda di Pdl e Lega ha superato ogni decenza, tanto da far temere sommosse nel caso Pisapia vinca a Milano. E ha superato regole sociali e legalità: l’associazione milanese di volontariato Naga ha denunciato Lega e Pdl per incitamento all’odio razziale, per «il linguaggio e i contenuti altamente discriminatori delle affissioni e delle dichiarazioni, ma anche il fatto di aver utilizzato l’esistenza stessa di cittadini stranieri e Rom come fattore di paura sociale. Proviamo a sostituire alcuni termini utilizzati nella cartellonistica della Lega Nord con altri relativi ad altri gruppi sociali e/o minoranze: “Milano giudeopoli con Pisapia” “Milano finocchiopoli con Pisapia” oppure “La più grande chiesa cattolica/sinagoga d’Europa”, cosa sarebbe successo?» www.naga.it Se i risultati delle grandi città hanno stupito sono quelli dei centri più piccoli a segnalare una inversione di tendenza. La Lega Nord decresce – in termini assoluti perde 17.000 voti in un anno – e proprio nelle sue ‘patrie’. A Gallarate non arriva al ballottaggio. Ad Arcore, dopo una campagna elettorale all’insegna dell’insulto, è ballottaggio fra centrosinistra col 46.80% e centrodestra col 40,25. A Desio in Brianza la Lega si presenta da sola dopo che, per la prima volta, un Comune lombardo viene sciolto per infiltrazione mafiosa, ma poi viene penalizzata dal suo elettorato e non accede al ballottaggio che sarà fra Pd e Pdl. A Varese, la città di Bossi dove vota solo il 64,10% dell’elettorato, il sindaco Fontana era stato eletto nel 2006 col 57,77% e ora si ferma al 49,36 andando al ballottaggio. A Novara, per Roberto Cota ‘città capitale della Lega’,  la debuttante lista Fli-centristi guadagna il 7,34%, il Movimento 5 stelle  passa in un anno dal 4 al 7,76% e ora predica l’astensionismo al secondo turno. Scaduto il mandato a Giordano, trasmigrato in Consiglio regionale, il centrodestra candida Franzinelli, cinquantaduenne segretario provinciale della Lega e assessore comunale. Il suo programma prevede l’istituzione di una fondazione per la gestione delle aree museali (così verranno privatizzate pure queste) e la «Valorizzazione delle tradizioni locali, della Novaresità (sic), della letteratura e del dialetto novarese»; ma il punto centrale è la sicurezza urbana, il «Controllo del territorio» con riorganizzazione della polizia locale e immigrazione controllata. Argomenti che gli sono particolarmente cari.
Infatti, da assessore alla sicurezza uscente è artefice di una recente ordinanza – come è noto Novara si distingue per le restrizioni alla libertà di movimento dei cittadini e per i divieti creativi – relativa al numero di negozi etnici che devono rispettare i requisiti: una distanza reciproca di almeno 150 metri; gli esercenti devono dimostrare di conoscere la lingua italiana; le insegne devono essere tradotte in italiano (chissà se vale anche per i sex shop e i wine bar?). Poi lo zelante assessore del «Modello Novara sulla Sicurezza» ha sguinzagliato la sua polizia municipale e l’Asl «sui 35 negozi etnici di Novara…sono stati effettuati 21 controlli»  Franzinelli, come Bossi quando ne ha presentato la candidatura,  pensava di vincere Novara al primo turno invece ottiene 24.500 voti (45,89%, tre punti meno delle liste che lo sostengono) a fronte dei 34.007 (61,1%) raccolti dall’ex sindaco Giordano nel 2006, con una perdita secca di 9.500 voti e 15,2 punti percentuali. Andrà al ballottaggio con Ballarè, di centrosinistra che al primo turno è arrivato al  31,20% dei consensi, un punto più delle liste presentanti. Eppure, per Franzinelli continuano a esporsi i vertici nazionali del partito, quindi del governo, da Maroni a Borghezio a Calderoli a Bossi,  soprattutto gli amici Cota e Giordano.
Parola d’ordine: non si torni indietro. Guardate il manifesto elettorale, è un vero e proprio santino; come un ex-voto, è un’ icona della trinità cattolica. Davanti viene ritratto in primissimo piano  Franzinelli, stretto fra i sorrisi benevoli e (troppo) sicuri dei due presentatori Cota e Giordano in un secondo piano un po’ sfocato. Tutti e tre guardano ‘in macchina’.
Nella foto viene messa in scena la continuità, il passaggio da padre in figlio per ‘linea di sangue’ come nelle monarchie assolute. Infatti, nel sito aronese della Lega sotto il manifesto si legge «il candidato è Mauro Franzinelli, erede naturale di Massimo Giordano». Legalmente, l’erede naturale succede automaticamente all’universalità dei beni per discendenza diretta, così Giordano cede il suo posto di sindaco a Franzinelli. L’headline rafforza il messaggio visivo «Insieme, Novara (in color verde Lega, perché Novara e Lega coincidono) continua a crescere». Più o meno velatamente, Giordano e Cota veicolano una figura retorica: che qui è tutta roba loro e non ci sarebbe neppure bisogno di elezioni…
Invece pare non sia così, come afferma il politologo Pasquino «Arrivare intorno al 10-12% è il massimo che la Lega può fare» e  i leghisti devono farsene una ragione. Anche Calderoli, che ora sbraita pretendendo il trasferimento a Milano non solo di due ministeri ma anche della presidenza della repubblica. Mentre solo qualche giorno fa il vento del nord  gli devastava la faccia, muta dopo i risultati del primo turno. In conferenza stampa parlava solo se interrogato da Castelli, ma si vedeva bene che non ne aveva voglia e neppure la forza, senza parole e con gli occhi fissi sembrava sotto shock, sotto una abbronzatissima faccia immobile e sopra una giacca gessata verde pistacchio.
I ballottaggi ci diranno in che modo il cambiamento è in atto. Perché il vento del nord è lento, sottile e costante: non dà tregua.

1 Commento a “Notti padane. All’ombra della cupola”

  1. Valeria Piasentà scrive:

    E così anche Novara ha un sindaco di centrosinistra, un giovane commercialista cattolico proveniente dalla Margherita. Ballarè partiva dal 31% e 14 punti meno del candidato Franzinelli, al ballottaggio ha raggiunto il 52,89%, 6 punti in più del candidato leghista. Se questo non è un miracolo poco ci manca. La città – specie i politici di ogni parte – ora è incredula ma i segnali c’erano tutti. Bastava saper leggere la realtà, qui come altrove. Questo stupore pone vari interrogativi, uno fra tutti: quanto sono lontani i politici locali dai sentimenti dei loro concittadini?
    Per ora festeggiamo, ma presto occorrerà analizzare il senso di una vittoria che per durare deve essere gestita bene. Magari con un primo segno simbolico: l’abrogazione delle ordinanze ‘creative’ di Giordano & C. Azione lecita specie dopo gli ultimi pronunciamenti della Corte Costituzionale sul decreto sicurezza. Si tratta di una operazione a costo zero che darebbe un bel segnale di discontinuità. Il secondo segnale di discontinuità potrebbe essere quello di ricominciare ad ascoltare i cittadini, a partire da quelli che hanno abbandonato una città mediocre e chiusa nella sue caste: l’attrice impegnata che lavora ovunque ma da Novara è ignorata, lo storico di prestigio che ha detto “tornerò quando i novaresi la smetteranno di votare Lega”, ecc.
    I nuovi amministratori avranno la capacità d’ascolto e la modestia necessari?

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