Il Cagliari Social Forum c’è

1 Settembre 2011

Francesco Mattana

E’ una frase molto abusata, ma stavolta dovete prenderla proprio alla lettera: Il Cagliari social forum è vivo e lotta insieme a noi. Talmente vivo, che tutto sommato se ne frega degli anniversari e delle celebrazioni. Come capita, appunto, a quelli che scoppiano di salute, troppo impegnati a vivere il presente per perdersi nel mulino dei ricordi. Quando abbiamo proposto l’intervista a Serafino Canepa, uno dei padri fondatori, ci ha guardato con una di quelle smorfie antiretoriche che lo contraddistinguono. Come a dire, ‘e beh?e che bisogno c’è di fare quest’intervista?Sì è vero, abbiamo superato il traguardo dei dieci anni in buona salute, ma siamo gente coi piedi per terra, preferiamo guardare al futuro’. Ha ragione Serafino, quando rifiuta la retorica degli anniversari. Infatti nemmeno a noi piace, e promettiamo di celebrare quest’anniversario senza retorica alcuna. Vogliamo semplicemente dire le cose come stanno.
E cioè che Cagliari è una delle pochissime città italiane in cui il Social forum ha resistito nel tempo. In tante ci hanno provato, dopo quell’esaltante esperienza di Genova 2001, a creare un centro di aggregazione dei movimenti. Fatto sta che, magari per motivi giustificabili, la loro esperienza si è consumata in fretta, mentre a Cagliari continua a bruciare il fuoco della passione come la prima volta.
Probabilmente, la ragione di questa lungimiranza sta nel fatto che alla passione si è affiancata una buona dose di lucidità. La resistenza nel tempo è soprattutto un fatto di nervi saldi, di pazienza, di intelligenza politica. Quell’intelligenza che porta a indignarsi, e indignarsi profondamente per lo squallore della politica internazionale, ma anche a prendere atto che una piccola realtà locale come Cagliari da sola non può cambiare il mondo.
Cagliari può fungere da sentinella, da coscienza critica, da Grillo Parlante; può fare consorzio con altre realtà italiane e internazionali, ma sta di fatto che i Centri sociali, da soli, non cambiano il mondo. Possono fare però qualcosa di molto importante: scuotere le acque, fare un po’ di casino; mostrare che il re è nudo, a tutta quella gente che il re riesce a immaginarselo solo coperto di tutti i paramenti. Questo è il vero ruolo di un Social Forum. E state ben certi che il segreto del Cagliari social forum, della sua vitalità, è tutto qui: la passione, la tenacia, anche la testardaggine di un gruppo di cittadini pienamente coscienti dei limiti della propria azione.
Sanno benissimo, questi signori, che oltre un certo limite non si può andare. Ma nel recinto in cui possono muoversi, lì sì, ci mettono tutta l’energia possibile. Il loro obiettivo non è volare nel cielo, ma camminare in una terra vivibile. Sono cittadini che hanno vissuto l’esaltante stagione del ’68 e dintorni, e quindi sanno a memoria tutti i pregi e i difetti di quell’esperienza. Molti di loro hanno partecipato alle manifestazioni di Genova, nel luglio 2001, e hanno scoperto che attorno a quell’enorme marea umana che marciava, c’erano i semi per piantare una nuova stagione di lotta politica.
Il 2001 è una data chiave nella storia dell’umanità, soprattutto per l’attentato alle Torri Gemelle. Ebbene, di fronte alla tragedia delle Twin Towers, il Cagliari Social Forum si è accodato a quanti, con coraggio e lungimiranza, hanno voluto gridare ‘no, non siamo tutti americani’.
Era troppo facile, di fronte all’emozione di quelle fiamme, dichiararsi filo-americani senza se e senza ma. E invece no. L’onestà intellettuale, la coerenza, la pulizia morale, si misura proprio al momento delle scelte importanti. E in quel momento, era importante continuare a dire no alle politiche imperialistiche degli USA. Ora, c’è da dire che in quella fase erano in tanti ad alzare la voce contro l’arroganza degli yankee. Il bombardamento mediatico pro-USA, aveva creato anche gli anticorpi della protesta, tant’è vero che l’annuncio della guerra in Iraq creò una sollevazione popolare enorme.
Ma il coraggio del Cagliari Social Forum, a nostro avviso, va rintracciato soprattutto in una fase successiva. Quando in tanti si erano nuovamente messi in panciolle, arresi all’irresistibile forza del capitalismo, Il CSF continuava nelle sue battaglie. C’è stato un periodo, nella vita politica italiana, in cui il berlusconismo pareva destinato a non tramontare mai.
Ebbene, in questo 2011 i segnali del tramonto sono arrivati eccome. In ambito locale, la vittoria di Massimo Zedda in una città prepotentemente destrorsa come Cagliari; in ambito nazionale, la storica vittoria ai quattro referendum. Questi risultati straordinari, sono la ciliegina sulla torta di un decennio di lotta. Mentre in tanti dormivano, la sentinella del CSF non ha mai smesso di vigilare. E’ stato come un fiume carsico che ribolliva. Diciamolo senza paura di smentita: se questo 2011 si sta dimostrando così prodigo di soddisfazioni per la sinistra, il merito è anche di chi non ha mai abbassato la guardia in questi anni.
Chi vi scrive ha avuto modo, soprattutto negli anni scorsi, di partecipare a un buon numero di riunioni del CSF. L’impressione era allora, ed è anche oggi, di avere a che fare con persone sulla cui onestà intellettuale non c’è da discutere, siamo pronti a mettere una mano sul fuoco. Niente consorterie, niente cricche, niente massonerie: semplicemente, un gruppo di gente onesta che agisce senza secondi fini, nella convinzione che anche l’azione a livello locale, nel suo piccolo, è un mattoncino che si aggiunge alla ricostruzione del mondo. E difatti, nel loro curriculum, il CSF può vantare alcuni successi a livello locale: sono riusciti a farsi ascoltare dall’amministrazione comunale in tante occasioni. E nonostante le battaglie contro i poteri forti siano ardue, il piccolo Davide qualche soddisfazione contro Golia se l’è presa.
Non è che l’abbiano abbattuto però, di sicuro, a Golia rompeva un po’ le palle dover ricevere fiondate di continuo.
Siamo sicuri che i compagni del Social Forum accoglieranno con favore questa definizione di rompiscatole del potere. Ora la nuova giunta comunale è più vicina alle loro, e alle nostre idee.
Ma c’è da giurare che i nostri compagni non abbasseranno la guardia proprio adesso. Anzi, adesso che hanno a che fare con politici più ragionevoli, proprio adesso è il momento più opportuno per rompergli le scatole. Non sia mai che, siccome li abbiamo votati, la cosa debba finire allegramente a tarallucci e vino.
C’è un documento, già spedito a tutti gli assessori, in cui il CSF delinea il suo ‘programma di governo’.
Si attendono risposte al più presto. Per il momento, l’assessore all’urbanistica Paolo Frau ha già dato prova di essere un interlocutore serio, a cui fare affidamento. La corsa è ancora lunga, e i giudizi si esprimeranno alla fine.
Per il momento, la soddisfazione di aver interrotto, a Cagliari, una lunghissima traversata nel deserto che durava da 17 anni. Ora nel deserto pare che, piano piano, stiano spuntando delle oasi in cui liberarsi dall’arsura.
Ma potrebbe anche essere un miraggio, chi lo sa. Lo scopriremo nei prossimi anni. E lo scopriremo anche grazie a quegli infaticabili testoni del CSF. E che il cielo gliela conservi, quella preziosissima testardaggine.

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