Cinema per Gaza a Quartucciu

29 Agosto 2025

[red]

“Cinema per Gaza” è una iniziativa de Il Crogiuolo – centro di intervento teatrale in solidarietà al popolo palestinese di ferma condanna al genocidio perpetrato da Israele.

A partire da lunedì primo settembre per tutto il mese con appuntamento settimanale di lunedì o martedì, alle 20.30, presso “Sa Domu de su Coru”, in via del progresso 4 a Quartucciu, verranno proiettati film documentari, corti resi disponibili gratuitamente dai registi che li hanno realizzati come atto civico di sostegno alla causa palestinese.

Si comincia dunque il primo settembre con la proiezione di “Where Olive Trees Weep – Dove piangono gli ulivi”, un documentario che fa luce sulle lotte e sulla resilienza del popolo palestinese sotto l’occupazione israeliana.

A seguire lunedì 8 settembre, la proiezione di due cortometraggi: il corto Aida Kaadan (2017) Farawla (Fragole), di Aida Kaadan (2017), dialoghi in arabo con sottotitoli in italiano.
Samir, 43 anni, è il proprietario di un negozio di scarpe a Ramallah. Non ha mai visto il mare. Decide di oltrepassare i confini israeliani con altri lavoratori edili palestinesi per realizzare il suo sogno di vederlo, ma finisce in un cantiere in cui Anas, 22 anni, gli chiede di lavorare per lui;
“The Place” palestinese è un corto del 2021 diretto dal giovane regista palestinese Omar Rammal. Il film, uscito nel contesto dei recenti eventi a Sheikh Jarrah, Gerusalemme, mostra quattro palestinesi mentre parlano del loro legame con la casa, mentre sullo sfondo si vedono coloni israeliani che rubano le loro proprietà.

Il 16 settembre, martedì, verrà proiettato il lungometraggio “Il sale di questo mare – Tragedia e ribellione in Palestina” regia Annemarie Jacir, che al suo debutto, confeziona un film di tutto rispetto, un film sulla drammaticità del ritorno ben sceneggiato e in grado di raccontare abilmente il senso di alienazione, in tutte le sue sfaccettature.

Soraya, ragazza di origini palestinesi ma residente a Brooklyn, decide di tornare nella terra dei suoi avi per sbloccare i soldi del conto corrente del nonno, che aveva abbandonato la propria terra natia a seguito della prima guerra arabo-israeliana. Questa guerra portò alla nascita di Israele e alla nakba (la catastrofe) palestinese del 1948. Fin dall’aeroporto le difficoltà che incontra sono sostanziali: dalle continue interviste per ottenere il visto, all’impossibilità di ottenere i soldi del nonno poiché i conti bancari dei palestinesi emigrati nel 1948 sono stati congelati. Soraya comincia quindi a sviluppare un senso di ribellione e a voler reclamare anche solo simbolicamente il suo diritto a una nazione.
Essenziale nel percorso di crescita di Soraya risulta essere Emad, cameriere in cerca di un visto per lasciare Ramallah e andare a studiare in Canada. Permesso che gli viene più volte negato. Triste realtà di molti giovani arabi e non, caduti vittima dell’orientalismo e dello scontro di civiltà post 11 settembre. Il rapporto tra i due giovani cresce ed evolve lungo il film portandoli a intraprendere azioni di aperta ostilità nei confronti dell’occupante israeliano. Azioni che alla fine chiederanno un conto da pagare.

Lunedì 22 settembre, invece, la proiezione del lungometraggio “Nozze in Galilea”, film del 1987 di genere documentario, drammatico, diretto da Michel Khleifi, con Mohamed Ali El Akili, Bushra Karaman e Makram Khoury, della durata di 112 minuti. Il film ha vinto ai Festival di Cannes.In seguito a manifestazioni di forte protesta contro gli occupanti israeliani sorte in un villaggio arabo della Galilea, il governatore militare ha proclamato la legge marziale. Sono prossime le nozze del figlio del Mutkar Abou Adel, il capo-villaggio, che si fa un punto d’onore celebrarle con memorabile solennità, secondo la tradizione. Il Mutkar si reca quindi dal governatore e lo prega di sospendere temporaneamente il coprifuoco perché tutto il villaggio possa confluire liberamente alle nozze del figlio. La sospensione viene concessa, a patto che tutto si svolga entro 24 ore e che – ospiti d’onore alle nozze – vengano invitati con lui, tre suoi ufficiali, due uomini e una donna, e questo col segreto intento di spiare da vicino gli arabi per scoprire i piani di rivolta. Il Mutkar accetta perché nelle tradizioni arabe a una festa di nascita o di nozze sono ammessi anche i nemici. Ma quando rientra al villaggio e annuncia l’ottenuta concessione, con le condizioni poste dal governatore, non trova tutti concordi. Alcuni estremisti anzi congiurano – sia pure da maldestri – per eliminare il governatore e la sua scorta. Ha inizio la festa di nozze, con tutti i complicati rituali che la precedono e l’accompagnano, fino all’assurda attesa del “lenzuolo-verità”, attestante che la sposa è giunta vergine al matrimonio. Psicologicamente bloccato dall’atmosfera di crescente tensione che avverte intorno a sé e dall’anacronistico cerimoniale cui viene costretto, il giovane non riesce a unirsi all’amata, la quale salva in extremis la situazione macchiando da sé il lenzuolo e ponendo fine così alla festa e al rischio incombente di ben altro bagno di sangue.

Si termina martedì 30 settembre con la proiezione di “Naji Al-Ali: un artista visionario.
Naji Al-Ali è il caricaturista inventore di “Handala” , il simbolo della resistenza palestinese, un bambino coi piedi scalzi, i vestiti stracciati e le mani dietro la schiena, sempre di spalle e di cui vedremo il volto soltanto il giorno in cui la Palestina tornerà ad essere terra dei palestinesi. Naji Al-Ali è stato ucciso, e il suo assassinio è ancora un crimine irrisolto. Questo film più che tentare delle risposte ci costringe a porci delle domande.

La prenotazione, tramite messaggio scritto Whatsapp al numero 334 882 1892 , è obbligatoria visto il numero limitato di posti.

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