Il Campo Largo alla conquista di Nuoro: qualcuno salvi la città
31 Maggio 2025
[Antonio Fronteddu]
E così siamo arrivati al fatidico momento delle elezioni di Nuoro – città natale della presidente Todde. Il Campo Largo si prepara alla conquista di quella che avrebbe dovuto essere la capitale del centro Sardegna e che invece versa in condizioni di profondo coma sociale, economico, politico e sanitario.
La situazione in città è disastrosa: si potrebbe citare la recente scomparsa del cosiddetto “salotto buono” di Nuoro, dovuta alla chiusura dello storico Bar Tettamanzi e del Bar Nuovo al Corso, le innumerevoli saracinesche abbassate in giro per la città, una Prato Sardo ancora isolata, un centro intermodale chiuso e in decadenza, un anfiteatro in stato di abbandono pluridecennale, le reti stradali e idriche ridotte a un colabrodo. E ancora: la galleria di Mughina chiusa da anni, l’ospedale San Francesco che funziona ancora a singhiozzo, uno spopolamento inarrestabile.
Gli effetti sono tangibili: assistiamo al crollo delle case storiche a Santu Predu, alle innumerevoli proprietà vuote mentre si continua a edificarne di nuove, alla selvaggia lottizzazione di via Don Bosco. In questo clima di abbandono, appare beffardo il costante pattugliamento da parte delle forze dell’ordine, che circolano di notte in una città semi spettrale, ricordando un metodo di polizia ottocentesco, alla ricerca di banditi nascosti chissà dove.
Dulcis in fundo, non si può non menzionare la nuova pedemontana (ancora bloccata) e il nostro monte Ortobene, da generazioni ormai non più valorizzato a dovere. Non sono bastati venticinque anni di promesse: il simbolo del degrado resta l’ex ESIT, oggi vandalizzato e proposto come improbabile sede di un gigantesco centro benessere.
In tutto questo caos, cosa fa la coalizione che si candida a governare la città?
Tale coalizione sembra dilettarsi negli infiniti giochi di potere all’interno del palazzo comunale. Ha iniziato sfiduciando il sindaco Soddu, ponendo così fine al consiglio comunale eletto dai cittadini, per poi piazzare un commissario vicino alla Presidente Todde. Per mesi, chi oggi detiene il potere in Regione ha usato il Comune di Nuoro come campo di battaglia per regolamenti di conti politici e personali, aggravando ulteriormente la condizione della città. Dopo la sfiducia e il conseguente commissariamento, è nata l’inspiegabile alleanza tra gli “sfiduciati” e coloro che avevano tolto loro la maggioranza in consiglio comunale, gli “sfiducianti”, riuniti nella lista dei “Progressisti”. Il tocco finale poi, è la lista PD-Riformisti che presenta figure politiche che hanno fatto parte della storia politica del centrosinistra Nuorese degli ultimi 30 anni, dall’era Forteleoni a quella di Bianchi.
“Che tipo di linea netta si può davvero tracciare con il passato, se chi si candida oggi si allea con chi ha governato la città negli ultimi dieci anni – e persino con chi l’aveva governata prima ancora?”
Nella situazione emergenziale in cui versa la città, la Presidente Todde, più investita che mai in queste elezioni, dichiara che finalmente il campo progressista a Nuoro torna ad essere unito grazie al Campo Largo. Qualcuno però dovrebbe ricordare alla Presidente che è stato proprio il sedicente campo progressista ad aver governato la città negli ultimi 30 anni, riducendola in questo stato.
Arriva dunque la scelta – ancora una volta calata dall’alto – proprio come alle regionali – del Siniscolese Emiliano Fenu come candidato sindaco. È stata infatti la Presidente Todde in persona a fare il nome di Fenu a gennaio, volendo piazzare un nome di fiducia del M5S come candidato sindaco della città. Tuttavia, Fenu, tutt’ora deputato alla Camera e non dimissionario, rifiutò più volte questo incarico. Questo, almeno fino a quando – secondo quanto riportato da Fabrizio Beccu (ex vicesindaco nella giunta Soddu e oggi nel Campo Largo con i Progressisti) – fu lo stesso Fenu a proporre le primarie per la città. Proprio come alle regionali (quando a chiederle fu Renato Soru), la richiesta fu ignorata.
Le domande sono tante: che coesione e serietà può avere un esecutivo che presenta un candidato sindaco che non voleva essere sindaco, in una città che convive con problemi esistenziali, con un’alleanza che prevede sfiduciati e “sfiducianti”, facenti parte di un Campo Largo che a Cagliari fa vedere tutte le sue crepe nei continui conflitti tra M5S, PD, Progressisti e tra la stessa Todde e Comandini?
Nuoro merita senz’altro di più. O meglio, Nuoro ha bisogno di una alleanza seria se si vuole salvare da una agonia che rischia di incancrenirsi anche sotto il punto di vista politico.
Nuoro meriterebbe di essere governata da una coalizione capace di rompere con il familismo, quel sistema che per anni ha premiato la vicinanza alle cariche di potere piuttosto che la competenza. Ma come può il Campo Largo incarnare questo cambiamento, se ha appena erogato 178 milioni di euro nella recente manovra finanziaria senza alcun criterio trasparente? Una pioggia di fondi che sa di mancette elettorali, tanto da aver suscitato perfino il richiamo dell’ANCI, che ha denunciato l’assenza di bandi e procedure pubbliche, alimentando una profonda ingiustizia verso le amministrazioni escluse. Già a novembre 2024, Sardegna Chiama Sardegna aveva lanciato una petizione su questo tema, denunciando lo stanziamento di oltre 17 milioni di euro con l’Allegato G dell’assestamento di bilancio, seguiti da quasi 22 milioni e mezzo distribuiti con l’Allegato 4 della variazione di bilancio. Fondi indirizzati, ancora una volta, ad enti, associazioni e comuni “amici”.
Si potrebbe inoltre sollevare la questione delle numerose consulenze onerose affidate dalla Regione, per un totale che supera il milione di euro l’anno. Nonostante le aspre ed infinite critiche rivolte alla cosiddetta ‘legge poltronificio’ introdotta dalla giunta Solinas, l’attuale amministrazione ne ha fatto un utilizzo esteso, suscitando il sospetto che, anche stavolta, tali nomine siano state utilizzate come forma di compensazione per favori elettorali.
È questo il cambiamento che il Campo Largo vuole davvero portare a Nuoro?
La città meriterebbe di essere rilanciata attraverso soluzioni di sviluppo che vadano oltre il famoso Einstein Telescope, sfruttato ossessionantemente come la cura di tutti i mali. In realtà, tale Telescope, dovrebbe essere uno dei tanti asset in una economia diversificata e stratificata, basata su una fitta rete di servizi ed offerte economiche e sociali, non la sola speranza di “rinascita”.
Nuoro dovrebbe finalmente avere una propria università, sul modello di quella presente a Corte, in Corsica – e senza dover elemosinare pochi corsi elargiti da UniCa ed UniSS. Nuoro dovrebbe sfruttare il proprio centro polifunzionale come hub creativo per studenti che vogliono studiare dopo la scuola ed universitari di ritorno, con spazi di co-working per chi lavora in remoto, micro-uffici ed aree autogestite dedicate ai numerosi comitati e collettivi cittadini. L’ex me’ dovrebbe tornare ad essere il Mercato della città, con iniziative che possano favorire il consumo locale dei prodotti dell’hinterland e non solo – piuttosto che un gigante bar. Prato Sardo dovrebbe finalmente essere collegata con un accesso diretto alla 131 DCN: un’opera promessa da decenni e mai realizzata a causa di incapacità politiche e amministrative.
Si potrebbero poi creare comunità energetiche per abbassare i costi dell’energia in città, attraverso una smart grid che connetta tutti gli edifici pubblici — dal Comune e la Provincia, ai licei classico e magistrale, dalla Camera di Commercio fino al teatro Eliseo — prendendo spunto dal virtuoso modello del Comune di Serrenti. Con i soldi risparmiati ed una iniziativa di spesa partecipativa e circolare, il Comune potrebbe scegliere insieme ai cittadini come spendere i soldi delle comunità energetiche, assottigliando la distanza tra il Palazzo ed i cittadini.
Non meno importante sarebbe l’apertura di un centro per anziani, l’attivazione di iniziative musicali e culturali per far rivivere il centro storico e allontanare quel torpore che ha spinto tante persone a smettere di frequentarlo; la rinaturalizzazione degli ex “giardini” con nuovi spazi verdi; e una pianificazione dal basso delle iniziative comunali — dalle piste ciclabili (fin’ora calate dall’alto e pertanto malviste dai nuoresi) alla riqualificazione di diverse aree della città, a partire da Pred’Istrada.
Invece ci viene offerta quella che sembra essere l’ennesima minestra riscaldata: nuovi slogan, una grafica accattivante, un leader politico italiano – Conte – che viene a Nuoro per criticare il nuovo decreto sicurezza Salvini e parlare di Palestina libera, come se non fu Conte stesso ad approvare il decreto sicurezza Salvini 1 nel 2019 con Fenu già in Parlamento.
Lo stesso Fenu, dunque, dovrebbe chiarire un punto fondamentale: in caso di sconfitta elettorale, intende dimettersi dal Parlamento per servire i cittadini nuoresi dai banchi del consiglio comunale, o preferirà abbandonare la città per tornare a Roma?
La scelta spetta ai nuoresi: accettare l’illusione di un cambiamento di facciata, oppure pretendere finalmente una politica seria, capace di risollevare una città che da troppo tempo attende nuova linfa vitale. Dopotutto, queste elezioni potrebbero rappresentare un bivio decisivo, destinato a segnare per sempre il destino di Nuoro. I nuoresi se ne sono accorti. Questa classe politica, invece, no.