Il viaggio tra le donne degli anni Settanta di Paola Agosti e Benedetta Tobagi

30 Settembre 2025
Foto di Paola Agosti

[Bastiana Madau]

La giornalista, scrittrice e storica Benedetta Tobagi si è occupata di ricostruzione genealogica al femminile, consegnandoci perle come La Resistenza delle donne (vincitore del Premio Campiello nel 2022) e come Covando un mondo nuovo. Viaggio tra le donne degli anni Settanta (Einaudi, 2024).

Un libro di foto e di parole e un viaggio tra le donne degli anni 70, come recita il sottotitolo, realizzato a quattro mani con la fotografa e fotoreporter Paola Agosti, che ha messo a disposizione il suo ricco archivio di immagini, fortemente narrative. Lavoro e competenze che si incontrano per restituire l’aspetto più lucente di quegli anni, che segnarono una fase cruciale di cambiamenti collettivi e individuali, sociali e giuridici, culturali e relazionali, indotti nel nostro paese dai pensieri e dalle azioni di donne concrete. Non si tratta infatti un libro di dottrina femminista, piuttosto di una sintesi e una riflessione storica in cui Benedetta Tobagi, commentando le foto, coglie tutti i fondamentali di quella rivoluzionaria ondata femminista.

Paola Agosti, Benedetta Tobagi

Rivoluzionaria perché irriverente, creativa, ironica, pervasa di diffusa allegria anche, decostruttiva e allo stesso tempo progettuale, consapevole di essere in un contesto in cui si sta ribaltando tutto, a partire dal principio di autorità. Sussiste la consapevolezza che nel vissuto personale ci sono le esperienze più universali dell’umano, che invece sino ad allora erano state confinate, lasciate nella immobilità secolare della sfera privata. Questa grande intuizione è espressa nella piattaforma politica del movimento femminista donne per la prima volta, e il concetto si mostra anche nello slogan fantasioso e geniale da cui è tratto il titolo del libro: «Guai a chi mi rompe l’uovo, sto creando un mondo nuovo».

E in effetti un mondo nuovo è stato creato da quegli straordinari anni di lotta femminista. Con ondate in avanti e reflussi, a sua volta non dal nulla, perché la storia non è mai all’anno zero, né nel bene né nel male: sussiste una continuità, che a volte è un fardello pesante, ma c’è anche un’eredità da portare nel futuro, insieme a quelle battaglie del passato che continuano ad avere un peso importante e alle conquiste di diritti che richiedono vigilanza nel presente.

Nei testi che accompagnano le immagini, Benedetta Tobagi trsccia amnche un prezioso percorso bibliografico “d’epoca”: titoli di di libri, riviste e documenti che ancora oggi rappresentano una genealogia di riferimento per chi si voglia avvicinare ai saperi delle donne e alla storia del femminismo, non soltanto italiano.Insieme alla menzione di riviste come Rivolta femminile, – fondato da Carla Lonzi, Elvira Banotti e dalla pittrice Carla Accardi (di cui abbiamo ammirato recentemente le opere allo Spazio Ilisso di Nuoro, in una bellissima mostra intitolata “Unica”), EffeMemoriaNoi DonneDonna Woman Femme ecc., troviamo tante pubblicazioni che sono state punto di riferimento per il movimento delle donne degli anni 70: da Le streghe siamo noi, sul ruolo della medicina nella repressione della donna, al mitico Noi e il nostro corpo, da Dalla parte delle bambine al super rivoluzionario Sputiamo su Hegel.

Sono molto belle le parole di Lidia Menapace riportate nella postfazione di Covando un mondo nuovo, con cui l’ex partigiana e poi attivista insieme alle ragazze degli anni 70 commentava una raccolta di interviste a donne di diversa provenienza (artiste, intellettuali, professioniste tra loro diversissime) accomunate dall’aver partecipato in giovinezza all’esperienza femminista:

«Ci trasmettono voci, gesti, movenze di donne diverse tra loro, orgogliose di sé e del proprio genere, che non cercano autorevolezza in altri, ma sono capaci di far risuonare echi per altre , suscitare voglia di esistere, intonare un canto, avviare un racconto, una fiaba, trasmettere una ricetta – del  minestrone o della vita – cose non del tutto diverse e che si iscrivono nella nostra esperienza di genere con totale naturalezza (“dalla poesia al pollo arrosto senza soluzione di continuità”, dice una mia amica), con occhi aperti, voce chiara anche se sottile, le mani sensibili affondate nell’impasto del mondo per farlo diverso e migliore, ognuna a proprio modo, senza paura. E neanche un poco d’odio».

Il libro chiude con parole e immagini che evocano la pace e le donne che vi compaiono sono donne di pace.

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