Contro la chiusura del carcere di Iglesias

16 Aprile 2014
Carcere
Daniela Caria*

Pubblichiamo la lettera – appello dei familiari dei detenuti contro i trasferimenti e la chiusura del carcere di Iglesias al ministro della giustizia Orlando e al provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Sardegna, Gianfranco De Gesu. (Red)

La struttura di Iglesias ospita circa 107 detenuti per la maggior parte sex offenders, categoria dunque protetta.
Già da tempo si susseguono voci, conferme e smentite riguardo l’imminente chiusura della struttura sopra citata. Voci che ora hanno l’aria di non essere più tali, ma vere e proprie decisioni già prese.
Con la chiusura del carcere i nostri cari dovrebbero essere indirizzati nelle strutture di Bancali e Lanusei. Dall’altra parte della Sardegna. Chiediamo il Vostro aiuto in quanto, noi familiari, siamo impossibilitati a recarci a colloquio, sei volte al mese. La distanza è eccessiva, parliamo di circa 220 km. Tra noi ci sono disoccupati, mamme con bambini piccolissimi, anziani, persone non automunite e con problemi di salute. Coloro che fruiscono del colloquio settimanale sono residenti nel Cagliaritano, nell’Iglesiente e nel basso Sulcis.
Noi tutti, con questo trasferimento, ci vediamo privati dell’unico diritto di cui possiamo ancora godere: stare con i nostri cari una volta alla settimana, per un’ora. La situazione è già di per se drammatica per i motivi suddetti. Il sacrificio è enorme se si parla di spese generali: benzina, biglietti dei pullman, avvocati e via dicendo. Il tutto verrebbe triplicato se ci proiettiamo verso ciò che non vorremmo accadesse.
Il carcere dovrebbe mirare al recupero e al reinserimento del detenuto, non alla sua distruzione fisica e psicologica. Perché è questo che accadrebbe se non ricevessero più visite.

*Comitato “Familiari dei detenuti della C.C. di Iglesias”

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