La sanità sarda ha bisogno di cure e attenzioni
10 Settembre 2025[Roberto Mirasola]
Massimo Dadea nel suo recente articolo apparso sull’Unione Sarda, ha esaminato con grande lucidità le problematiche riguardanti il ricorso da parte delle strutture sanitarie ai medici a gettone.
In particolare, ravvisa, con giusta cognizione di causa, la scarsa professionalità di questi ultimi il più delle volte impegnati a gestire pazienti con grosse criticità. Per comprendere quanto sta accadendo, riteniamo opportuno ricordare il D.L. 18/2020, noto come Decreto “Cura Italia”, e i successivi decreti aggiuntivi che hanno introdotto la possibilità per le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate di utilizzare medici stranieri non ancora in possesso del riconoscimento del titolo di studio. La normativa demanda alle Regioni il controllo e l’attuazione di tale opportunità.
La Regione Sardegna ha istituito per tale fattispecie medica un elenco, avendo cura di verificare diversi requisiti, tra i quali oltre i titoli professionali conseguiti anche la certificazione di conoscenza della lingua italiana B1 per i medici disponibili a lavorare temporaneamente presso la nostra Regione. Altre regioni non hanno legiferato in tal senso e demandano alle strutture sanitarie accoglienti, la verifica dei requisiti.
In tale contesto si inseriscono diverse società di somministrazione maestranze mediche e paramediche, tra cui anche la società veneta MST Group attiva nel settore dell’outsourcing medico che partecipa a gare per la gestione di servizi ospedalieri come i punti di pronto intervento. Chiaramente in mancanza di un elenco regionale, come sopra scritto, sarà la società a valutare direttamente il possesso dei requisiti professionali. E’ chiaro che tale modo di procedere solleva più di un dubbio. La suddetta società fornisce medici stranieri anche in Sardegna, i famosi medici a gettone. L’utilizzo dei professionisti da parte delle strutture sanitarie sarde avviene in regimi di libera professione il che significa turni sino a 12 ore con compensi elevati di cui il 70% rimane al professionista e il restante va alla società che ha contrattualizzato il libero professionista. Come ha ben scritto Massimo Dadea questo sistema ha evidenziato dei gravi limiti.
Rimane la carenza di medici di non facile soluzione. Certo il ricorso ai medici gettonisti come abbiamo spiegato non può essere la soluzione. Una strada che si può invece perseguire è quella rappresentata dalla stipula di una convenzione con la società statale cubana che gestisce l’invio dei medici all’estero. È ben noto che i medici cubani hanno una certificata esperienza in medicina d’urgenza, medicina generale e malattie infettive, molto utili nei pronto soccorso e ospedali periferici sardi.
I medici sarebbero formati all’interno delle ASL, garantendo dunque le competenze mediche e la conoscenza della lingua italiana, consentendo una buona interazione con i pazienti. A differenza dei “medici a gettone”, che coprono solo singoli turni, i medici inviati dalla società statale cubana rimarrebbero stabilmente sul territorio, garantendo la copertura costante dei reparti. L’aspetto economico non è di poco conto, essendo più vantaggioso rispetto al costo attuale dei medici gettonisti.
In sede di assestamento di bilancio è stato presentato da Sinistra Futura un Ordine del Giorno sull’utilizzo dei medici stranieri, discusso e approvato all’unanimità. Si tratta ora di dare attuazione alla discussione consiliare, consapevoli che non si risolve il problema, ma sicuramente si tratterebbe di una boccata d’ossigeno per un sistema ormai arrivato al collasso.