Le nostre farmacie comunali boicottano i prodotti israeliani

3 Agosto 2025

[Lorenzo Falchi]

Mi chiamo Lorenzo Falchi e ho la fortuna di essere il Sindaco di Sesto Fiorentino, una città e una comunità di persone che ripudiano la guerra, che promuovono la cultura della pace, della cooperazione e della solidarietà tra i popoli e gli individui. Nelle nostre farmacie comunali abbiamo scelto di boicottare i prodotti israeliani. Vi spiego perché.

Sono certo che nessuno possa rimanere insensibile di fronte alle terribili immagini del genocidio a Gaza, della violenza sistematica e cieca verso civili, bambini, persone indifese in fila per un po’ di farina e di acqua. Di fronte a tutto questo la Giunta comunale di cui sono Sindaco ha deciso che fosse necessario dare un segnale, non violento ma forte: far sentire la nostra voce, dal basso, anche per squarciare il silenzio complice del governo Meloni e dell’Unione Europea.

Per questo abbiamo approvato una delibera, la prima in Italia, per sostenere la campagna di boicottaggio contro i prodotti israeliani come forma di pressione economica contro il governo di Netanyahu e per realizzarla concretamente nelle società partecipate dal Comune.
Grazie a questo atto le nostre Farmacie Comunali hanno stabilito la sospensione dei rapporti commerciali con aziende israeliane portando allo stop della vendita di farmaci, parafarmaci, attrezzature mediche e preparati cosmetici prodotti da tali aziende in tutti i punti vendita. Ovviamente tutti i farmaci indicati dalle prescrizioni mediche saranno sempre disponibili e per tutti gli altri prodotti l’azienda e il personale suggeriranno alternative equivalenti.

Una posizione chiara che presuppone l’interruzione di ogni forma di complicità, anche economica, con la sistematica violazione dei diritti umani da parte del Governo israeliano a Gaza e in Cisgiordania e che si unisce ad una campagna internazionale che coinvolge organizzazioni non governative, associazioni, imprese e singoli cittadini. Anche Francesca Albanese, col suo recente rapporto, ha sottolineato l’importanza di denunciare i legami economici tra il governo israeliano e le sue politiche genocidarie e molte aziende occidentali che traggono benefici enormi dalla guerra, l’occupazione ed il massacro della popolazione palestinese.

Un legame che spiega anche la grande complicità di larga parte del sistema mediatico, sempre pronto a nascondere, edulcorare, disumanizzare il genocidio. In piccolo l’ho provato in prima persona assistendo ad una campagna mediatica contro la nostra decisione: sono stato definito antisemita e “sindaco anti ebrei” sulla carta stampata, oltre a subire le accuse sguaiate e ridicole di giornalisti faziosi e ben schierati in una nota trasmissione televisiva nazionale.

Ma i fatti e le opinioni delle persone contano di più dei media e i primi 15 giorni di campagna di boicottaggio sono stati un successo: molto sostegno da parte dei cittadini, vendite totali in aumento nelle farmacie comunali ma crollo del fatturato legato a prodotti israeliani. Molti comuni stanno approvando delibere analoghe e tante sono le iniziative che rafforzano il movimento di solidarietà al popolo palestinese anche tra gli enti locali.

Sappiamo bene che si tratta di una goccia nel mare ma sarebbe inaccettabile rimanere immobili e rinunciare a muovere le leve che, nel nostro piccolo, possono lanciare un segnale di umanità, pace e libertà.

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