Nuoro sostiene la Palestina

1 Luglio 2025
Foto Claudio Marchi, Nuoro, giugno 2025

[Graziano Pintori]

Il 19 giugno eravamo oltre un migliaio a Nuoro che dimostravamo per Gaza, contro il genocidio in atto e, più in generale, contro le guerre e gli armamenti.

La partecipazione è stata straordinaria per numero e per la consapevolezza dei presenti sulla tragedia umana, sociale e politica che la gente di Gaza stia vivendo. Il successo delle presenze, provenienti anche dai centri vicini a Nuoro, è stato oltre che spontaneo anche frutto dello spirito unitario dei promotori, i quali hanno posto la solidarietà per Gaza davanti a qualsiasi questione di parte.

Il lungo corteo è stato arricchito da musiche, canti, dai colori delle bandiere palestinesi, della pace e quelle delle associazioni presenti. Gli slogan mettevano in risalto le gravi responsabilità del silenzioso occidente: vigliaccamente ritroso ad assumere posizioni di contrasto nei confronti di Netanyahu e del governo fascista che lo sostiene.

Non sono mancati slogan contro le esercitazioni di guerra in Sardegna, colonia militare, dove si costruiscono bombe (Domusnovas), si testano mezzi di offesa, armi tecnologicamente avanzate, comprese quelle sperimentate contro il popolo di Gaza. Sono state scandite parole d’ordine contro l’America, la potenza mondiale governata dall’egocentrismo di un presidente, pericolosamente superficiale sul ruolo che ricoprono gli USA nello scacchiere internazionale.

Infatti, Trump sembra supino davanti ai teocrati israeliani che impongono una sanguinaria forza militare nel Medio Oriente. Purtroppo, a oggi, non è ancora sufficiente la generale trasversalità delle manifestazioni di solidarietà in Italia, Europa e nel mondo per Gaza e per tutti i popoli oppressi dalle angherie dei guerrafondai. Non ci sono ancora forze sufficienti per imporre alternative alle guerre in atto e per quelle programmate per il futuro.

Su quest’ultimo punto succede il contrario, se ricordiamo il progetto ReArm Europe, un programma di morte e sterminio proiettato nel futuro, in cui l’Europa dovrà dotarsi di armi tecnologicamente adeguate alla nuova frontiera dell’intelligenza artificiale. Si tratta di un impegno economico astronomico, che ha l’obiettivo di dare impulso alla produzione bellica, alla ricerca e alla riconversione industriale. L’ebook di Sbilanciamoci.info conferma che dal 2014 al 2024 le spese militari e per armamenti in Europa sono aumentate del 121% le prime, 325% le seconde.

Nello stesso tempo il programma Re – Arm Europe (2025 / 2030 o 2035?) prevede spese militari aggiuntive di 800 miliardi di euro, un programma di morte sostenuto dalle elite finanziarie ed economiche assieme alle lobby politiche per trarne incommensurabili benefici. Non solo, ulteriori 150 miliardi di euro, da destinare agli armamenti, porteranno in rialzo del 5% il bilancio UE; si tratta di un immenso tesoro che ciascuno Stato dovrà rendere disponibile rodendo le spese destinate, soprattutto, alle esigenze primarie dei cittadini.

La militarizzazione delle economie dà alle industrie belliche il vento necessario per andare avanti a vele spiegate, senza preoccuparsi per qualche eventuale “cessate il fuoco”, perché nel mondo, comunque, sono attivi oltre 50 conflitti che continuano ad alimentare il capitalismo mondiale in perenne stato di guerra. Il quale è sostenuto da certa propaganda e cultura guerresca, che esaltano il militarismo e la convinzione che i conflitti si dirimono con le armi e con gli arsenali sempre efficienti e disponibili.

Per fortuna tra le decine, centinaia di migliaia, milioni di persone che giornalmente manifestano nel mondo contro le guerre c’è la consapevolezza che se da una parte un popolo muore per gli effetti di una guerra, dall’altra, altri popoli sono sempre più poveri e sottoposti al restringimento degli spazi di libertà. Avere consapevolezza della realtà storica che stiamo vivendo, significa avere chiaro che le prime vittime delle guerre sono i civili, le democrazie, le libertà individuali, la stampa, la circolazione delle idee ecc. In breve: consapevolezza significa conoscere la verità sugli orrori che la guerra semina tra i popoli del mondo.

La consapevolezza ci svela che il capitalismo bellico uccide prima la verità dei fatti, per uccidere la pace. Finiamo dicendo che è importante manifestare contro la guerra e gli armamenti, perché si tratta di una forma di autodifesa, soprattutto quando ci si dichiara contestatori attivi impegnati nell’esercizio della disobbedienza civile, e forme di sabotaggio delle merci di largo consumo prodotte dalle multinazionali impegolate nelle sporche guerre.

Deve essere chiaro che l’autodifesa è difesa del dissenso e della verità. Tali azioni hanno bisogno di stimoli diversi per sentirsi più uniti, convinti e sicuri di essere dalla parte della ragione, della vita e dell’umanità.

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