Perché la prefettura di Nuoro non autorizza la consegna dei beni per i detenuti del Cpr di Macomer?

19 Dicembre 2025

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Dopo oltre due mesi dalla richiesta presentata dall’Associazione Sandalia, dalla Prefettura di Nuoro ancora non arriva l’autorizzazione per la consegna dei beni raccolti in favore dei migranti detenuti nel CPR di Macomer, pubblichiamo la nota di Associazione Sandalia ODV e Assemblea NO CPR Macomer.

Sono passati ormai più di due mesi, era esattamente il 07 ottobre quando l’Associazione Sandalia ha inviato alla Prefettura di Nuoro e, per conoscenza agli altri organi preposti, la richiesta di poter consegnare dei beni ai cittadini stranieri detenuti nel CPR di Macomer.

La richiesta era arrivata dall’interno del CPR all’Assemblea NO CPR Macomer che si è rivolta alla nostra Associazione chiedendo collaborazione. I beni di cui i migranti avevano urgente bisogno erano, in particolare, abbigliamento pesante e coperte per far fronte al periodo freddo che stava arrivando. Oltre a queste priorità è stata fatta una richiesta di alcuni beni alimentari e di giochi da tavolo e libri che potessero aiutarli a far passare più velocemente le infinite giornate vuote all’interno della struttura. Ricevuta la richiesta ci siamo mossi immediatamente chiedendo, a nostra volta, la collaborazione di un’altra associazione del nostro paese, L’Arca di Noè, che si è messa subito a disposizione trovando, fra le altre cose, la sala in cui convogliare le donazioni.

In concomitanza, l’Assemblea NO CPR Macomer ha organizzato una raccolta a Nuoro. La risposta della comunità di Borore e di quella di Nuoro sono state impressionanti: la sala si è riempita in una giornata di coperte, maglioni pesanti, giubbotti, abbigliamento intimo nuovo, generi alimentari.

Tutto è stato controllato e preparato secondo le indicazioni ricevute, togliendo i lacci per esempio e tutto ciò che i migranti avrebbero potuto utilizzare per porre in essere atti di autolesionismo dovuti alle condizioni di privazione della libertà per un periodo lunghissimo (che può arrivare ai 18 mesi), a causa della mancanza di un permesso di soggiorno.

Dalla Prefettura è arrivata, 20 giorni circa dopo la ricezione della nostra PEC, la richiesta di una lista dettagliata di tutto ciò che avremmo consegnato alla struttura.

I volontari hanno lavorato per giorni per fare l’inventario da comunicare e per preparare una scatola per ogni migrante contenente 2 maglioni, 2 paia di pantaloni, abbigliamento intimo, due maglie, un giubbotto pesante e una coperta.

La lista completa è stata inviata via PEC il 12 novembre. Il 26 novembre abbiamo inviato un’altra PEC chiedendo urgentemente che ci venisse indicata una data di consegna poiché avevamo urgenza di liberare la sala che ci era stata concessa, perché molti generi alimentari erano vicini alla scadenza e, soprattutto, perché eravamo molto preoccupati per le condizioni dei migranti, dato che le temperature erano scese drasticamente. A oggi, 13 dicembre, nessuna risposta ci è stata data e neppure ci è stato spiegato il motivo per cui sia necessario tutto questo tempo.

Troviamo grave questo atteggiamento di chiusura da parte delle autorità e chiediamo, a questo punto pubblicamente, che la Prefettura acceleri le procedure e ci venga concesso di consegnare le scatole (tutte aperte e ispezionabili ovviamente) al più presto anche per rispetto delle tantissime persone che hanno a cuore le condizioni di queste persone.

Ci auguriamo, inoltre, che si chiarisca come mai la Cooperativa che ha in gestione la struttura, e che per questo viene finanziata con soldi pubblici, non abbia fornito ai migranti sin dai primi mesi dell’autunno quantomeno le coperte (pulite e in buone condizioni) per far fronte al freddo.

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