Siamo esseri umani feriti e offesi
9 Settembre 2025[Luana Seddone]
La tristezza di trovarci in un periodo storico in cui sembra di non avere strumenti per la lotta, l’inefficacia delle azioni di ribellione, l’affidamento a governatori privi di competenze ma carichi di livore, di astio, trancianti nelle loro esternazioni e intolleranti verso qualsiasi pensiero discordante.
L’avanzamento di un pensiero univoco, teso alla sopraffazione, incurante di fragili e deboli, eliminante di persone. ceti scomodi e disgraziati, porta al pensarsi inutili, inadeguati, persino abusivi.
Le vittime diventano passive, non sono supportate a causa dell’indifferenza o per la paura di subire ritorsioni, alcuni sono naturalmente gregari che hanno bisogno del branco, non sviluppano pensieri o azioni divergenti, si accodano a una modalità definita, un percorso lineare, in cui lode e infamia si incontrano.
I giovani sono il prodotto di una società che li spinge a uniformarsi, a credere che ricco sia bello, alla scalata di un successo effimero e inutile, arrancano e faticano a riconoscere sé stessi, non hanno il tempo di sognare, gli vengono richieste performance che non sono confacenti alle loro aspirazioni.
La violenza, la fretta, la celebrità.
Il tempo non è dovuto a chi nasce senza mezzi, deve correre verso porte chiuse, i posti sono occupati, si deve stare in piedi come spettatori che non possono essere coinvolti, è un’epoca di “passioni tristi”,
Benasayag e Schmit sostengono che i giovani, si trovano immersi in un mondo privo di punti di riferimento stabili: «La condizione di chi soffre oggi,» scrivono i due psichiatri, «ricorda quella di una barca che, uscita dal porto, si ritrova nel mezzo di una tempesta, senza la certezza che esista un porto d’arrivo». Questo vuoto descrive la condizione di molti, costretti a navigare in un mare di incertezze, senza una direzione chiara.
Questa condizione potrebbe essere estesa ai tanti, a tutti coloro che non fanno o non vogliono far parte di gruppi di potere, grandi e piccoli, che devono rinunciare a raggiungere traguardi aspirati perché privi di forze, esclusi e offesi.
Di fronte a ciò, si ergono tanti eroi moderni, dotati di eccezionali virtù, autori di gesta prodigiose, danno prova di coraggio, si sacrificano per un ideale di pace, di fratellanza, contro la guerra, i soprusi, la mediocrità e il comune sentire, sacrificano sé stessi per il bene comune.
Essere magnanimi, calarsi nei panni degli altri, sentire, comporta una crescita individuale e collettiva, un’aspirazione sociale di apertura e condivisione, il benessere e la cura di tutti pongono le basi per la pace, il rispetto e l’evoluzione, una società aperta e accogliente elimina soprusi e violenza, il bene genera bene, le diversità arricchiscono, nutrono il pensiero e lo spingono naturalmente a coltivare ideali e propendere verso scopi benefici.
“Sventurata la terra che ha bisogno d’eroi.” (Bertolt Brecht)