Ultima Generazione a Cagliari sfida il decreto sicurezza e lancia una campagna nonviolenta

31 Maggio 2025

[red]

Con l’approvazione del nuovo Decreto Sicurezza alla Camera, Ultima Generazione lancia una nuova forma di espressione del dissenso: ampia, legittima e nonviolenta.

Un’azione capace di aggirare la repressione e rilanciare l’efficacia dell’azione collettiva: un boicottaggio della grande distribuzione organizzata — ovvero dei supermercati — per chiedere una misura concreta e immediata al governo: il taglio dell’IVA sui beni essenziali. L’obiettivo è chiaro: raccogliere almeno 100.000 adesioni entro l’11 ottobre, per dare il via a un boicottaggio vero e proprio e generare una pressione economica su larga scala.

A lanciare la raccolta adesioni per il boicottaggio autunnale sono Milano e l’Aquila, a seguire Cagliari dove questa mattina 5 persone aderenti alla campagna Il Giusto Prezzo di Ultima Generazione hanno interrotto la routine della spesa nel supermercato della Conad di Cagliari con striscioni con scritto “Tagliamo l’IVA” e volantini per spiegare la campagna. 

Ma Cagliari, Milano, l’Aquila sono solo l’inizio: nel corso della giornata, azioni simili si svolgeranno in tutta Italia, in grandi città e piccoli centri, dando vita a un’ondata crescente di interventi nei supermercati — simbolo invisibile ma centrale dell’ingiustizia economica e climatica che viviamo ogni giorno. Un luogo apparentemente neutro, ma in realtà terreno di speculazione, sfruttamento e concentrazione di potere — per invitare le persone a firmare l’impegno al boicottaggio e costruire consapevolezza collettiva.

Oleandro, 19 anni, ha dichiarato durante l’azione a Cagliari: “Siamo abituati a correre tra questi scaffali, a riempire il carrello senza pensarci troppo. Ma guardate bene: questi scaffali non sono solo pieni di cibo — sono pieni di ingiustizie. In Sardegna, Conad e Barilla sponsorizzano le esercitazioni militari che distruggono la nostra terra. Il cibo è politico: da una parte questo supermercato finanzia Israele e dall’altro schiaccia gli agricoltori mentre il disagio economico in Italia continua a crescere. Siamo qui oggi per lanciare un messaggio chiaro: tagliamo l’IVA. Perché il cibo è un diritto, non un lusso. E da sabato 11 ottobre, se il governo non interverrà, saremmo in 100’000 a boicottare i supermercati. Questo è come aggireremo il decreto Sicurezza! Perché il pane, la pasta, l’olio devono essere tassati, mentre i colossi industriali continuano a guadagnare e a distruggere le nostre risorse?”

In un Paese dove il potere d’acquisto reale è calato del 10%, azzerare l’IVA su pane, pasta, olio e altri beni di base — oggi tassati tra il 4% e il 10% — è il minimo indispensabile. Ultima Generazione sfida il governo sul suo stesso terreno: chiediamo l’attuazione di una promessa fatta da Fratelli d’Italia, poi rimasta lettera morta. Loro ne hanno fatto propaganda. Noi vogliamo realizzarlo davvero. Tagliamo l’IVA!

La campagna lanciata oggi è semplice: se entro l’autunno raccoglieremo 100.000 adesioni, da ottobre partirà un boicottaggio organizzato contro i supermercati, per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali, finanziato con un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende responsabili della crisi climatica. Il boicottaggio è una tattica di pressione collettiva che può funzionare: in Croazia ha portato il governo a calmierare i prezzi. Colpendo economicamente e mediaticamente la GDO, possiamo spingerla a sostenere la nostra richiesta. Non toglie responsabilità alla grande distribuzione, che è uno dei settori più potenti e meno trasparenti del Paese: mentre milioni di famiglie e agricoltori subiscono l’inflazione climatica, i colossi del commercio aumentano profitti e potere, scaricando i costi su chi è più fragile. Il boicottaggio sarà complementare alle altre forme di disobbedienza civile già praticate da Ultima Generazione: non è una rinuncia, ma un passo in avanti verso una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace.

L’agricoltura è in crisi per colpa del collasso climatico: siccità, alluvioni e grandinate mettono a rischio i raccolti e, di conseguenza, la sopravvivenza delle piccole aziende agricole italiane. Proteggiamo i raccolti attraverso politiche che sostengano economicamente gli agricoltori e tutelino le risorse naturali, fermando il consumo di suolo e promuovendo pratiche climaticamente sostenibili.

Il cibo costa troppo per chi lo compra e rende poco a chi lo produce. Chiediamo a Meloni il taglio immediato dell’IVA sui beni essenziali: basta tassare i bisogni vitali. Impegniamoci in almeno 100.000 a dire questo basta coi fatti: niente spesa nei supermercati da sabato 11 ottobre finché non verrà tagliata l’IVA sui beni essenziali. Quando la rabbia collettiva si organizza, diventa forza vera.

Chi rompe paga: la transizione non può essere finanziata con le nostre tasse ma con le ricchezze e privilegi di chi ha speculato per decenni sul nostro benessere e sul nostro ambiente. È responsabilità del governo reperire le risorse dove già esistono: l’agrobusiness, la GDO, i grandi patrimoni, l’industria fossile e quella militare.

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