Ultima Generazione ha boicottato il Carrefour di Cagliari

14 Giugno 2025

[red]

Oggi, alle ore 11:30 presso il supermercato Carrefour nel centro commerciale Le Vele, diverse persone hanno portato un messaggio forte e chiaro: è tempo di boicottare la Grande Distribuzione Organizzata (GDO), cioè i supermercati.

Le ragioni sono molteplici. Da un lato, la GDO schiaccia gli agricoltori italiani con prezzi insostenibili, aggravando una crisi già drammatica per chi lavora la terra, soprattutto alla luce degli effetti sempre più gravi della crisi climatica. Dall’altro, come evidenziato oggi, Carrefour è complice del genocidio in Palestina, mantenendo rapporti economici con aziende israeliane coinvolte direttamente nell’occupazione dei territori palestinesi.

L’obiettivo è chiaro: raccogliere almeno 100.000 adesioni entro l’11 ottobre sul sito ultima-generazione.it per dare il via a un boicottaggio nazionale, capace di produrre una pressione economica concreta e visibile contro chi lucra sulla crisi ambientale, sociale e umana.

A rilanciare la raccolta adesioni per il boicottaggio autunnale sono state questa mattina Ancona, Roma, Pisa, Padova, Pesaro dove decine di persone aderenti alla campagna Il Giusto Prezzo di Ultima Generazione hanno interrotto la routine della spesa nei supermercati. Questi luoghi, simbolo invisibile ma centrale dell’ingiustizia economica e climatica che viviamo ogni giorno, sono apparentemente neutri, ma in realtà rappresentano un terreno di speculazione, sfruttamento e concentrazione di potere. Queste città sono solo l’inizio: nel corso della giornata, azioni simili si svolgeranno in tutta Italia, in grandi città e piccoli centri, dando vita a un’ondata crescente di interventi nei supermercati.

Quella in corso a Gaza e in Cisgiordania non è solo una violazione dei diritti umani, ma una strategia deliberata di annientamento del popolo palestinese: attacchi militari indiscriminati, colonizzazione, regime di apartheid, uso della fame e dell’acqua come strumenti di guerra. L’azione di oggi si collega direttamente alla manifestazione nazionale per la Palestina che si tiene a Roma, e rilancia un messaggio chiaro: non possiamo restare complici. In un momento in cui il governo israeliano guidato da Netanyahu intensifica l’uso sistematico della fame come arma, è fondamentale prendere posizione concreta anche qui, in Italia, contro tutte le aziende che collaborano con questo sistema.

Carrefour non è neutrale. Come consumatori, possiamo scegliere di non alimentare con i nostri acquisti la violenza, la speculazione e la distruzione. Per questo, invitiamo tutte e tutti a firmare l’impegno al boicottaggio in vista dell’autunno: per la giustizia climatica, economica e sociale. Per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Per la Palestina.

Dal 2022 la multinazionale francese ha avviato un franchising con la società israeliana Electra Consumer Products e la sua controllata Yenon Bitan, entrambe attive nelle colonie israeliane illegali. Sugli scaffali dei punti vendita della Yenon Biten, in territori occupati illegalmente, si trovano prodotti Carrefour; “inoltre – ricorda il movimento BDS – il Gruppo Carrefour e le sue filiali locali sostengono apertamente l’esercito di occupazione israeliano nel massacro che si sta svolgendo a Gaza, consegnando razioni alimentari ai suoi soldati. Ciò costituisce un sostegno logistico al genocidio dei palestinesi a Gaza”. Quello di Carrefour è l’estremo di un sistema, quello della grande distribuzione organizzata che è già basato sullo sfruttamento e delle persone e degli ecosistemi; un sistema che da un lato si basa sullo sfruttamento dei lavoratori e, nel caso dei prodotti agro-alimentari – di braccianti e piccoli produttori – con la cronaca che lo ricorda continuamente, dall’altro si arricchisce sempre di più, come indica un recente report dell’area commerciale di Mediobanca. Un settore che chiude il 2024 con 113 miliardi di fatturato (+3% rispetto all’anno precedente) con i margini di guadagno ai massimi dal 2019.

Il boicottaggio è una tattica di pressione collettiva che può funzionare: in Croazia ha portato il governo a calmierare i prezzi. Colpendo economicamente e mediaticamente la GDO, possiamo spingerla a sostenere la nostra richiesta. Non toglie responsabilità alla grande distribuzione, che è uno dei settori più potenti e meno trasparenti del Paese: mentre milioni di famiglie e agricoltori subiscono l’inflazione climatica, i colossi del commercio aumentano profitti e potere, scaricando i costi su chi è più fragile. La campagna è semplice: se entro l’autunno raccoglieremo 100.000 adesioni, da ottobre partirà un boicottaggio organizzato contro i supermercati, per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali, finanziato con un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende responsabili della crisi climatica. Il boicottaggio sarà complementare alle altre forme di disobbedienza civile già praticate da Ultima Generazione: non è una rinuncia, ma un passo in avanti verso una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace. E se smettessimo di fare la spesa tutti assieme?

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