Serra magna

1 Agosto 2011

Stefano Deliperi

Abbiamo le centrali eoliche proposte – e spesso realizzate – dove nemmeno c’è vento costante e sufficiente per produrre energia elettrica.  Le abbiamo dove provocano autentici scempi ambientali, le abbiamo dove c’è un overdose di produzione di energia elettrica. Le abbiamo dove gli speculatori dell’energia possono lucrare sui certificati verdi, quel 2% e più di energia prodotta da fonti alternative che ogni produttore-venditore deve vantare per accedere alla rete elettrica nazionale.
Le opache manovre degli speculatori del vento sono oggetto di indagini della magistratura che coinvolgono esponenti politici nazionali e regionali, dal coordinatore del P.d.L. Denis Verdini al Presidente della Regione autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci, all’ex direttore generale dell’A.R.P.A.S. Ignazio Farris, al dirigente regionale e già assessore Gabriele Asunis, al sempiterno faccendiere Flavio Carboni. 
Persone giuste al posto giusto.
Così anche fonti di energia pulita alternativa al predominio dell’inquinante petrolio e dei suoi derivati diventano sporche, dannose per l’ambiente e la collettività. E’ quello che sta accadendo anche all’energia fotovoltaica intensiva, quella che in Sardegna sta usando l’attività agricola come cavallo di Troia. Con l’ultimo conto energia vigente, il quarto, è stata eliminata la definizione di “impianto integrato”, “parzialmente integrato” o “non integrato” per sostituirla con quella, molto più semplice, di “impianto sugli edifici” e “impianto a terra”. Il primo prende più incentivi, il secondo pochissimi. 
E’ avvenuto, infatti, che siano divenuti concetti diffusi due considerazioni: gli impianti fotovoltaici realizzati a terra stravolgono il territorio e costano troppo sulle bollette energetiche degli italiani (attraverso il ricarico degli incentivi).  
Soprattutto la seconda considerazione è una bufala, visto quanto tuttora costa agli italiani (nella bolletta) lo smaltimento delle scorie e la dismissione delle vecchie centrali nucleari. Da qui nasce la serra fotovoltaica, che gode di incentivi a metà fra quello degli impianti sugli edifici (tetti fotovoltaici) e quello degli impianti a terra.   Dovrebbe, così, aiutare il reddito degli agricoltori, ma in realtà sono i grandi gruppi industriali a investire e guadagnare. E così si somma l’impatto delle serre “normali” a quello di un impianto fotovoltaico a terra: sono, infatti, una distesa di pannelli fotovoltaici posti a due metri di altezza dal suolo. La deliberazione Giunta regionale n. 27/16 dell’1 giugno 2011 ha ulteriormente snellito le procedure autorizzative concentrandole in una dichiarazione di inizio attività (D.I.A.) ai fini urbanistico-edilizi (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.) e nella procedura di verifica preventiva (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) per gli aspetti inerenti l’impatto ambientale.  
L’autorizzazione paesaggistica (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e le eventuali altre autorizzazioni ambientali saranno necessarie solo se i relativi vincoli sono sussistenti nel sito prescelto).   Nelle aree industriali, poi, la destinazione a impianti fotovoltaici può giungere fino al 20% delle rispettive superfici. Un affare enorme.   Per comprendere un esempio: l’area industriale di Cagliari è estesa 8.200 ettari e la superficie destinabile a parchi fotovoltaici può, quindi giungere a ben 1.600 ettari. Così a Milis, fra agrumeti e carciofaie dell’Oristanese, la Milis Energy, controllata dalla Trp Pve Bv (joint venture italo-cinese fra il Gruppo Tolo e la S.A.E.E. cinese) sta realizzando su 25 ettari un impianto basato su serre fotovoltaiche da 12 Mw.    Una semplice D.I.A. e la precedente procedura di verifica preventiva. Manodopera e pannelli cinesi, progettazione, realizzazione e manutenzione ventennale italiane (la Terni Energia).  A Milis non rimane nulla dei redditi milionari e questo sembra il panorama della nuova speculazione che sta facendo diventar sempre più antipatiche anche le virtuose energie alternative.


Delibera del 1 giugno 2011, n. 27/16 [file .pdf]

Linee guida attuative del decreto del Ministero per lo Sviluppo Economico del 10.9.2010 “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”, e modifica della Delib.G.R. n. 25/40 dell’1.7.2010.Dettaglio Delibera n. 27/16 del 2011
Delibera n. 27/16 del 2011 All. A, 27/16 [file .pdf]
Delibera n. 27/16 del 2011 All. A1, 27/16 [file .pdf]
Delibera n. 27/16 del 2011 All. A2, 27/16 [file .pdf]
Delibera n. 27/16 del 2011 All. A3, 27/16 [file .pdf]
Delibera n. 27/16 del 2011 All. A4, 27/16 [file .pdf]
Delibera n. 27/16 del 2011 All. A5, 27/16 [file .pdf]
Delibera n. 27/16 del 2011 All. B, 27/16 [file .pdf]
Delibera n. 27/16 del 2011 All. B1, 27/16 [file .pdf]

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