Disastri ambientali e finanziari nel Sulcis

1 Marzo 2014

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Stefano Deliperi

Com’era prevedibile, è giunta la condanna da parte della Corte di Giustizia europea del mancato recupero degli “aiuti di Stato” ritenuti illegittimi (più di 18 milioni di euro) in favore di varie industrie del polo di Portovesme (Portoscuso, CI) per violazione delle norme comunitarie sulla concorrenza.

La sentenza Corte Giust. UE, sez. VIII, 12 dicembre 2013, causa C-411/12 ha condannato l’Italia per aver fornito energia elettrica a tariffe illegittimamente agevolate alla Portovesme s.r.l., all’I.L.A. s.p.a., all’Eurallumina s.p.a. e alla Syndial s.p.a., aziende del polo industriale di Portovesme.

Oltre al recupero dei fondi, per ora l’Italia è stata solo condannata al pagamento delle spese del procedimento. In caso di ulteriori ritardi o inadempienza, può esser condannata a pesanti sanzioni pecuniarie.

Tutto questo per aver illegittimamente agevolato aziende in crisi o ormai fuori mercato o mal gestite, causa, almeno in parte, della pessima situazione ambientale e sanitaria del basso Sulcis.

E a grandi passi si avvicina un’altra situazione simile, quella degli “aiuti di Stato” ritenuti illegittimi dalla Commissione europea alla Carbosulcis s.p.a. per la gestione della miniera di carbone di Monte Sinni (Gonnesa, CI) e delle connesse attività di ricerca per l’uso c.d. sostenibile del carbone (comunicazione Commissione europea 2013/C/ 20/01). Si tratta di almeno 405 milioni di euro.

Chi paga?

Domanda sempre più attuale dopo l’approvazione definitiva del c.d. decreto Destinazione Italia (decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito con modificazioni nella legge 21 febbraio 2014, n. 9), che, all’art. 1, commi 11°-14°, prevedono la possibilità per la Regione autonoma della Sardegna di bandire una gara internazionale entro il 30 giugno 2016 “per realizzare una centrale termoelettrica a carbone, dotata di apposita sezione di impianto per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica prodotta, da realizzare sul territorio del Sulcis Iglesiente, in prossimita’ del giacimento carbonifero, assicurando la disponibilita’ delle aree e delle infrastrutture necessarie”.

Al Soggetto imprenditoriale vincitore “e’ assicurato l’acquisto da parte del Gestore dei servizi energetici S.p.a. dell’energia elettrica prodotta e immessa in rete dall’impianto, dal primo al ventesimo anno di esercizio, al prezzo di mercato maggiorato di un incentivo fino a 30 Euro/MWh sulla base della produzione di energia elettrica con funzionamento a piena capacita’ di cattura della CO2 e del funzionamento del relativo stoccaggio nonche’ rivalutato sulla base dell’inflazione calcolata sull’indice Istat, per un massimo di 2100 GWh/anno”.

Gli incentivi saranno pagati da tutti gli italiani con un sovrapprezzo della bolletta energetica per un importo complessivo di 60 milioni di euro annui, ben 1,2 miliardi di euro per il ventennio di agevolazioni previste. Come se non bastasse, poi, si può inquinare con un po’ di serenità imprenditoriale, perchè “in caso di funzionamento della centrale termoelettrica in assenza di cattura e stoccaggio della CO2, le emissioni di gas serra attribuite all’impianto sono incrementate del 30%”.

Anche qui, però, c’è il rischio di subìre l’ennesima procedura di contestazione comunitaria, per cui “Il rapporto tra l’ammontare complessivo di tale incentivo e il costo totale di investimento sostenuto dal vincitore della gara non deve superare le proporzioni consentite dalle norme comunitarie sugli aiuti di Stato e nessun incentivo puo’ essere concesso prima della approvazione da parte della Commissione europea”.

Come noto, finora l’utilizzo ecosostenibile del carbone “Sulcis” ad alto tenore di zolfo si è rivelato un’irraggiungibile e costosissima chimera.

Forse stavolta le rigide norme europee sulla concorrenza potranno aiutare il popolo inquinato, ma non sarebbe male che in proposito la prossima Amministrazione regionale Pigliaru portasse migliore qualità ambientale e sicurezza sanitaria a un territorio pesantemente martoriato da decenni.

1 Commento a “Disastri ambientali e finanziari nel Sulcis”

  1. Condanna della Corte di Giustizia europea contro gli illegittimi aiuti di Stato alle industrie di Portovesme. Nel mentre si preparano nuovi disastri ambientali e finanziari. | Gruppo d'Intervento Giuridico onlus scrive:

    […] su Il Manifesto Sardo (“Disastri ambientali e finanziari nel Sulcis“), 1 marzo […]

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