Fermiamo la Megacentrale

1 Luglio 2016
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Sabato 2 luglio dalle ore 9.00 alle ore 12.00 si terrà un sit-in di protesta all’incrocio tra la S.S. 197 Guspini – S. Gavino e la S.P. 72 Pabillonis – Gonnosfanadiga. I promotori dell’iniziativa, comitati, associazioni ambientaliste e enti comunali, intendono portare all’attenzione delle istituzioni, della politica regionale e nazionale, il nodo irrisolto della speculazione energetica rampante attiva sul territorio isolano e in particolare su quanto previsto o già attivo nel Medio e Basso Campidano.
Lo scenario ambientale e socio-economico globale richiede scelte politico-programmatiche incisive e non più rinviabili per rallentare l’avanzare dei cambiamenti climatici nel breve periodo, e fermarli nel medio e lungo periodo; la successione dei fenomeni connessi innesca nuove drammatiche emergenze, e ciascuno è chiamato ad assolvere una parte del compito. La principale correzione al problema in atto è il rafforzamento della produzione di energia da fonti rinnovabili, che vadano in sostituzione all’uso massiccio delle fonti fossili, causa principale del problema, che si ricollega a un modello di sviluppo non più percorribile.
In questa cornice trovano terreno fertile le più disparate proposte che, sotto il segno o la parola di rinnovabili, celano giochi speculativi operati in spregio di altre risorse importantissime ma più nascoste agli occhi della maggioranza, che rinnovabili non sono, come il suolo fertile e l’acqua; speculazioni portate avanti in generale spregio dell’ambiente, nonché delle potenzialità espresse e inespresse dei territori coinvolti, piaga accentuata dall’assenza di una reale e partecipata programmazione in campo energetico, a livello sia nazionale che regionale; quest’ultima in particolare spesso non va oltre proclami di principio senza effettiva applicazione, e quando applicati risultano palesemente viziati. Si deve comprendere che non tutto ciò che si autodefinisce “rinnovabile” lo è veramente, spesso non è né rinnovabile né sostenibile.
Nel disordinato puzzle delle proposte speculative trovano il loro spazio anche le centrali termodinamiche solari a concentrazione da 55 MWe, proposte in prossimità di Guspini–Gonnosfanadiga-Villacidro e di Villasor–Decimoputzu, grandi impianti industriali di più di 230 ettari ciascuno proposti su terreni agricoli, che danneggerebbero gravemente l’assetto territoriale senza portare alcuno delle sbandierate diminuzioni alle emissioni di anidride carbonica, facile slogan da porre a pezza giustificativa ad interventi non sostenibili, a solo vantaggio dei proponenti e delle multinazionali.
I territori interessati non possono sottacere o accettare scelte palesemente irrazionali e dannose, non possono rinunciare a vaste aree destinate ad usi agricoli e pascolativi, fonte di produzione di beni alimentari (bene strategico al pari dell’energia), del quale oggi la sola Sardegna importa oltre l’80%, sede di importanti servizi ecosistemici come il filtraggio e la regolazione delle acque meteoriche, che gli impianti proposti azzerano in modo permanente.
All’inverso l’isola si ritrova con una produzione energetica superiore al fabbisogno, surplus legato anche alla crisi delle maggiori industrie energivore; al contempo la nostra produzione energetica da fonti rinnovabili è di tutto rispetto, ma viene esportata dall’isola e immessa nella RTN senza influire sulla diminuzione dell’utilizzo di fonti fossili, anzi in parte viene letteralmente sprecata a causa di infrastrutture energetiche sottodimensionate, mentre il territorio porta i segni di queste “rinnovabili”, a servizio di società senza scrupolo che rapinano il territorio e lasciano macerie. Al contempo sono noti già da tempo i conflitti tra territorio e impianti di produzione da rinnovabili, e altrove, come in Francia, in Olanda, negli USA e anche nel resto d’Italia si studiano i modi per non sovrapporre due esigenze inconciliabili.
Una soluzione semplice nel caso in esame è stata più volte enunciata: tali centrali vanno collocate in zone industriali, infrastrutturate allo scopo, lasciando intatte porzioni di territorio fondamentali per altri usi, non industriali. La speculazione di cui queste società sono portatrici, non può far pagare col danno territoriale il minor costo che dovrebbero sostenere nell’acquisto di terreni agricoli, che per la maggior parte verrebbero ottenuti con l’istituto dell’esproprio, grazie anche a una carenza legislativa.
Si deve rimarcare che comitati, cittadini ed enti locali non sono i soli a ritenere intrinsecamente dannosa la collocazione scelta per questi impianti, come dimostrato dalla mole di dati prodotti con le osservazioni tecniche: infatti benché da oltre tre anni, da quando la proponente è riuscita a spostare dall’ambito regionale a quello nazionale la valutazione, ancora la Commissione Tecnica di Valutazione di Impatto Ambientale tentenni e continui a prorogare i termini del procedimento, i pareri negativi espressi dai vari enti interpellati (simili alle obiezioni mosse dai comitati, associazioni ambientaliste e da altri) dovevano da tempo farlo concludere sfavorevolmente alla società proponente.
Un’informazione e una discussione più ampia su tutto quanto sopra per sommi capi enunciato, sono state l’obiettivo di tante assemblee e iniziative proposte dai comitati. Con la manifestazione i promotori intendono richiamare l’attenzione delle istituzioni nazionali e dei cittadini tutti, ma soprattutto della parte politica regionale che mai si è pronunciata in proposito, nonostante il lodevole lavoro svolto dagli uffici tecnici preposti alle valutazioni, espressisi tutti negativamente verso questi impianti. Si evince che la riflessione è ampia, e abbraccia vari aspetti dell’intero comparto energetico che non può e non deve essere delineato da società che per loro missione devono curare solo il proprio profitto.

Elenco adesioni alla Manifestazione del 2 luglio 2016 “Fermiamo le megacentrali”

SARDEGNA
Comitati, Associazioni, Gruppi:

Comitato per la Tutela e lo Sviluppo di Torre Grande – Oristano;
Comitato Cittadini Indignati (Guspini)
Comitato No TrivelPaby – Pabillonis
Comitato No Trivelle Sardegna (Sanluri-Villacidro)
Comitato No Galsi – Villacidro
Gruppo Off-Lab -Villacidro
Comitato Pro Nosu:a tutela del Territorio – San Gavino Monreale
Associazione Biodiversità Gonnese
Cagliari Social Forum
Associazione Terra Terra e Orto di Emilio – Settimo S.Pietro
Associazione Impari Guspini
Comitato No Tares -Guspini
Gruppo MTB -Piccalinna – Guspini (mountain bike)
Gruppo Taxus Baccata MTB – Gonnosfanadiga
ANTEAS -Associazione
Gruppo Archeologico – Guspini
ECOSIRIO verde Guspini
Banda musicale Santa Cecilia Guspini
Squadra pallavolo Guspini
-Collettivo Piantagrano
Circolo Quadrato Quotidiane Resistenze – Siliqua
Gruppo 2.0 Guspini
Comitato per la tutela e lo sviluppo di Torregrande – Oistano
Partiti, Movimenti, Forze Politiche, Associazioni di Categoria:
Partito Democratico (PD)
Assemblea Permanente – Villacidro
Partito Sardo d’Azione (Psdaz)
Sinistra Ecologia e Libertà (SEL)
Rifondazione Comunista
Forza Italia
Lista Civica Guspini
Movimento 5 Stelle
FLC-CGIL Medio Campidano Federazione Lavoratori della Conoscenza
CIA – Confederazione Italiana Agricoltori
CNFAGRI – Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana
COPAGRI – Confederazione Produttori Agricoli
Associazioni Ambientaliste :
GrIg – Gruppo d’Intervento Giuridico
Legambiente
Slow Food Cagliari
Adesioni Comuni oltre i due promotori, Gonnosfanadiga – Guspini:
Arbus
Sardara
Villacidro
Pabillonis
Decimoputzu

PARTECIPANO
Coldiretti
ProgReS

BASILICATA
A.I.L. – Associazione Intercomunale Lucania -Pres. Muarizzio TRITTO
Associazione V.A.S. Onlus – sez. Vulture Alto Bradano -Pres. Donato Cancellara
Coordinamento locale del Vulture Alto Bradano
Forum Salviamo il Paesaggio – Difendiamo il Territorio – Ref. Donato Cancellara
Federazione Nazionale Pro Natura

1 Commento a “Fermiamo la Megacentrale”

  1. luciano Virdis scrive:

    Forse bisognerebbe farsi la domanda: a chi giova tutto questo?
    Deliperi, i comitati, le associazioni ambientaliste sarde continuano a dare informazioni fuorvianti; ho già detto che a Macchiareddu e in nessun’altra zona industriale esiste un terreno adatto a questo tipo d’impianto, se loro le conoscono perché non ce le fanno vedere; la maggior parte degli impianti son in zone agricole intensamente coltivate (vedi Spagna che ha oltre cinquanta centrali da cinquanta MWe in esercizio e altrettante in costruzione: https://www.dropbox.com/s/8lenlf9jkhf2rli/Spagna%20solare%20termodinamico.kmz?dl=0)
    con Google Earth si può verificare facilmente, e non è solo un problema di costi del terreno che renderebbe l’operazione impossibile economicamente, è anche un problema di buon senso sia perché le aree industriali sono costate fior di miliardi in urbanizzazioni che verrebbero distrutte, sia perché occupate da impianti industriali esistenti.
    Il fatto che anche la Regione Sardegna tramite il SAVI e i suoi uffici preposti a esprimersi sul progetto, abbia espresso parere negativo non vuol dire che questo parere sia giuridicamente corretto, sia perché ci sono leggi sovraordinate che hanno importanza maggiore rispetto a quelle regionali, sia perché in questo caso non ci sono vincoli né di natura paesaggistica, né idrogeologico, archeologico o altro.
    Comunque ripropongo la relazione di sintesi, (https://www.dropbox.com/s/sjdfukytuch2a8l/00%20FM%20e%20GN%20Sintesi%20e%20stato%20dellarte%20RevVir.pdf?dl=0),
    che evidentemente Deliperi non ha voluto leggere (altrimenti dovrei pensare che è in malafede) e le adesioni alle attività altamente innovative che sono state proposte per la produzione di Idrogeno con ENEA
    (https://www.dropbox.com/s/7j1yi1zcflt1azd/ENEA%20Flumini%20Mannu.pdf?dl=0),
    lo studio della DNI con il Dipartimento di Fisica dell’Università di Cagliari, (https://www.dropbox.com/s/nn4kpb4nt7zlxh5/FM-UNICA%20Dipartimento%20di%20Fisica.pdf?dl=0), per l’utilizzo del vapore residuo con ENEA e la CASAR, (https://www.dropbox.com/s/zcflnfbfcfgafcc/FM%20CASAR%20L.I..pdf?dl=0),
    e per la coltivazione del campo solare, 241 ettari su 269, coltivazione che non solo non sottrae terreno agricolo, ma attraverso l’impiego di tecniche colturali innovative, il coinvolgimento di centri di ricerca come AGRIS e società all’avanguardia nei loro settori, consente di aumentare la produzione foraggera di quattro volte.
    Tutto questo a Deliperi non interessa, come non interessa che i disastri ambientali veri li stanno creando le centrali a carbone o a olio combustibile, che attraverso l’inquinamento oltre ad ammazzare decine di persone all’anno nei 447000 ettari di aree SIN, rendono inutilizzabili i terreni agricoli perché inquinati.
    A proposito di vincoli regionali, chissà se il GrIG può spiegarmi come mai l’impianto termodinamico di ENAS che sorge su aree con vincolo ZPS e IBA è stato autorizzato; chissà se può spiegarmi come mai la cava di bentonite di Campeda a Macomer è stata autorizzata nonostante ricadesse in zona SIC e ZPS e fosse circondata da nuraghi e tomba di giganti, senza che Regione, Soprintendenza, comitati o associazioni ambientaliste, compreso GrIG, avessero nulla da dire.

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