25 Aprile. Polemiche e nuova resistenza

1 Maggio 2017
Roberto Mirasola

L’attivismo referendario dell’ANPI non poteva rimanere impunito, cosi il PD ha deciso alla vigilia della festa della Liberazione di far partire il suo attacco strumentale. L’antefatto? La presunta ferita venutasi a creare negli ultimi anni, tra la comunità ebraica e l’ANPI. Cosi anziché intervenire e farsi promotori di una opportuna mediazione, si decide di accentuare ancor di più le divisioni non partecipando alla manifestazione organizzata dall’ANPI di Roma.

E’ dunque compito del PD prendere posizione nel conflitto Israelo-Palestinese e parteggiare per una parte piuttosto che per un altra? Cosi mentre tutto il mondo si sforza di trovare una soluzione al conflitto, in Italia si scende in campo e ci si schiera. Orfini candidamente dichiara ai microfoni del Fatto Quotidiano di non riuscire più a partecipare alla manifestazione organizzata dall’ANPI per il 25 Aprile, senza però spiegarne le ragioni e prende parte alla contromanifestazione organizzata dalla comunità ebraica, ecco qui che mostra in maniera evidente il suo desiderio di unità, di respiro dei veri ideali antifascisti, la necessità di onorare i resistenti che con il loro sacrificio hanno portato alla Costituzione, nata dalla resistenza.

Non mostra imbarazzo nell’accompagnarsi sul palco delle autorità, a Brunetta, Cicchitto e Casini, tutta gente che notoriamente ha sempre disertato le manifestazioni del 25 Aprile. Si dimostra molto interessato ad ascoltare le parole della presidente della comunità ebraica di Roma  Ruth Dureghello, interessata a riportare nei giusti binari la verità storica. Si spiega che la brigata ebraica combatté per la liberazione mentre il Gran Muftì Amin al – Husseini era schierato con le forze dell’asse. Dunque gli attuali palestinesi devono essere inchiodati alle scellerate scelte fatte dal muftì oltre settant’anni fa. Un bel ragionamento, non c’è che dire, che non deve sorprendere vista la vicinanza della comunità ebraica di Roma con lo stato di Israele e la sua attuale politica.

Ma in tutto ciò quali sarebbero le colpe dell’ANPI visto che la comunità ebraica è stata invitata a partecipare alla manifestazione del 25 Aprile? Il 25 Aprile è la festa della liberazione, appartiene a tutti coloro che si sentono antifasci, questo è lo spirito della giornata. Qualcuno ritiene che l’ANPI non rappresenti più i partigiani. Basta ascoltare le parole iniziali del corteo di Roma per capire il senso di tutta questa vicenda. Per dovizia di particolari le riportiamo: “Oggi 25 Aprile dalla Montagnola inizia la difesa della Costituzione, inizia una nuova resistenza con le partigiane e i partigiani”.

Ecco dunque il vero problema, la brigata ebraica non è altro che un pretesto per evidenziare il cambio di direzione di un partito che ritiene la Costituzione superata e che ha sentito la necessità di doverla modificare quasi integralmente. Un PD che non avendo ancora compreso quello che è accaduto il 4 dicembre, rischia di trovarsi con lo stesso segretario, artefice dell’attacco alla Costituzione, colui che non fa altro che minacciare coloro che si oppongono legittimamente al suo volere.

Fin dall’inizio, prima ancora di molti partiti, l’ANPI si è schierata per il NO. Fin dall’inizio sono partiti gli attacchi contro questa decisione, prima con la polemica dei partigiani veri poi con la lettera firmata da settanta senatori dem schierati per il Sì avente lo scopo di convincere l’ANPI a rivedere la sua posizione, ed ora con questa squallida strumentalizzazione. E’ pur vero che in questo modo il campo risulta sgombro dalle ambiguità ed è chiara la posizione presa dal PD sempre più spostato a destra che fatica a comprendere con la sua attuale classe dirigente il mondo partigiano. Così come devono far riflettere le parole del Presidente dell’ANPI di Roma: “….a parte la comunità ebraica ci sono altri che vorrebbero che l’ANPI cessasse”.

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