Paradisi banditi

1 Agosto 2007

Costantino Cossu

Il G8 alla Maddalena molto probabilmente si farà, la Coppa America di vela no, né a Cagliari né nell’arcipelago ancora sede della base Usa. Su tutte’ e due le cose nelle scorse settimane ha suonato la gran cassa propagandistica degli amministratori locali galluresi e cagliaritani e della Regione Sardegna. G8 e Coppa America sono state presentate come imperdibile occasione di sviluppo turistico. Nel caso della Maddalena, esplicitamente, come risarcimento per la perdita di posti di lavoro che sarebbe causata dalla smobilitazione della Marina militare degli Stati Uniti.

Merita di soffermarsi sulle argomentazioni utilizzate nello sforzo mediatico di giustificare G8 e America’s Cup, perché esse rivelano una cultura politica, una visione del futuro della Sardegna, trasversale, comune alla Casa delle libertà e alle forze centriste della coalizione che guida la Regione.

Intanto il termine sviluppo legato a progetti di nuovi insediamenti turistici. Ci sono zone della Sardegna, e tra queste c’è senza alcun dubbio la Gallura, dove non di ulteriore sviluppo sarebbe necessario parlare, ma di limiti selettivi allo sviluppo. Le coste della parte nord occidentale della Sardegna sopportano già oggi un carico di cemento enorme. Limiti selettivi significa che l’attuale modello di crescita, basato su una cultura che tiene insieme espansione indifferenziata dei consumi e sottomissione del lavoro, va sostituito con scelte che abbiano al centro l’equilibrio ambientale dei territori e l’autonomia della dimensione locale e del lavoro dalle logiche dei mercati internazionali. Le coste sono un bene comune il cui utilizzo va sottratto all’economia di rapina dentro la quale operano le grandi imprese mondiali del turismo. Le coste sono un bene comune la cui gestione va restituita ad un ambito di partecipazione democratica locale.

Non è questo che sta avvenendo. Alla Maddalena come nel resto dell’Isola sta passando un modello che nella sostanza è lo stesso già proposto per le miniere del Sulcis e per l’Asinara: gare internazionali attraverso le quali neanche dare in concessione (che sarebbe comunque sbagliato), ma addirittura vendere aree di immenso valore ambientale, paesaggistico e storico-culturale per farne paradisi delle vacanze per ricchi. Non è secondario, per comprendere qual è il tipo di cultura che sta dietro questa scelta, che sia le miniere del Sulcis sia l’Asinara siano parchi naturalistici. Per tutti e cinque gli anni in cui il centro destra ha governato, a Roma come in Sardegna, ha cercato di bloccare di fatto gli organi di governo dei parchi. L’attuale amministrazione regionale fa di più: delegittima di fatto i parchi come grande progetto politico e culturale di gestione anche economica dei territori e rimette le scelte nelle mani del mercato mondiale delle vacanze. Il G8 e la Coppa America alla Maddalena sono il corrispettivo delle gare internazionali per la vendita delle miniere del Sulcis e delle aree di maggior pregio dell’Asinara.

Non è facile contrastare questo modello, perché la pressione mediatica in suo favore è forte e perché esso può poggiare su un senso comune che ha una larghissima e solidissima presa. Il liberismo trionfa anche perché sostenuto da un consenso fondato su una cultura diffusa. Battaglia politica e battaglia delle idee non possono che andare, come sempre, di pari passo. La mobilitazione contro il G8 può essere l’occasione perché tutte le forze di sinistra si muovano insieme non solo per contrastare una scelta sbagliata del governo, ma anche per affermare le ragioni di una cultura altra, di una visione del mondo dentro la quale né i super summit né le multinazionali del turismo hanno legittimità.

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