L’orrore degli abissi

16 Settembre 2021

[Carola Farci]

Se dovessi chiedere: chi è il peggiore terrore nel mondo animale? La bestia più mostruosa? Sono certa che in molti risponderebbero “lo squalo”.

È il 1975 quando il film di Spielberg, Jaws, insinua, in tutti i giovani e meno giovani spettatori, il terrore di fare il bagnetto, con quelle gambe a penzoloni che, mentre si nuota, ondeggiano pericolosamente dentro l’acqua, fornendo l’esca perfetta per chiunque si nasconda negli abissi.

Forse sono pochi i casi nella Storia cinematografica in cui una pellicola ha modificato in maniera così radicale e, forse, irreversibile, un immaginario collettivo. Per cui, forse, potrebbe sembrare curioso il fatto che gli squali, ogni anno, uccidano un numero di persone che oscilla tra 6 e 10.

Le mucche ne uccidono 30. Sì, le mucche.

E le lumache? Ventimila.

Mentre le zanzare circa un milione.

Certo, mi si dirà, le interazioni uomo-zanzara sono ben più frequenti di quelle uomo-squalo. Verissimo. Ma sottovalutiamo sicuramente anche questo dato. Intanto perché non si tiene conto di quanto il diving con gli squali stia prendendo piede negli ultimi anni, con migliaia di persone che ogni giorno si immergono per nuotare e fotografare questi fantastici animali. Per non parlare del numero di bagnanti, in continuo crescendo, dei surfisti, degli snorkelisti.

E, insomma, la classifica degli assassini del mondo è chiara.

Ma non basta. Se lo squalo ammazza poche persone all’anno, lo stesso non si può dire al rovescio. Siete seduti? Gli squali uccisi dall’uomo, ogni anno, sono 73 milioni.

Settantatre.

Milioni.

Di.

Squali.

Uccisi.

Ogni.

Anno.

Solo ed esclusivamente per prendere le loro pinne. Perché se parliamo del numero di squali uccisi in assoluto, parliamo di cifre da capogiro, oltre 100 milioni.

Ma in che senso “prendere le loro pinne”?

La carne di squalo non è particolarmente pregiata. Tranne le pinne, appunto. Pochi centimetri per cui gli squali vengono catturati, mutilati, e spesso ributtati in mare ancora vivi ma ormai amputati e impossibilitati a nutrirsi, nuotare, respirare. Muoiono in preda ad un’atroce agonia.

Le pinne asportate vengono poi utilizzate per fare le zuppe.

Chi di voi frequenta i ristoranti si sarà accorto che le zuppe di pinne di squalo non sono particolarmente presenti sulle nostre tavole; ma in quelle dell’Oriente sì. In particolare a Hong Kong e nell’Asia sud-orientale, dove arrivano a costare più di 100 euro a piatto: una chicca per palati di classe. Nonostante questo l’UE è una delle maggiori esportatrici di pinne di squalo, con un ingente giro economico che ruota attorno a questa pratica brutale.

“Ma a me che me ne frega degli squali, che sono brutti e antipatici?”, starete pensando. E, purtroppo, anche qua c’è da fare una riflessione importante: gli squali, essendo all’apice della catena alimentare, sono i protettori degli equilibri oceanici. Se non ci fossero loro, la sovrappopolazione di pesci di media grandezza rischierebbe di compromettere irrimediabilmente l’ecosistema marino.

E qua è importante sottolineare un altro dato. Perché si parla sempre, e giustamente, del ruolo fondamentale che svolgono le foreste ai fini della lotta ai cambiamenti climatici. Non è invece altrettanto noto il ruolo dell’Oceano: si calcola che assorba infatti circa il 25-30% dell’anidride carbonica prodotta nel nostro Pianeta, producendo invece la metà dell’ossigeno che respiriamo. Per non parlare del fatto che al suo interno vive l’80% delle forme di vita della Terra.  

Ed ecco che l’equazione si prospetta ormai chiara: se muoiono gli squali, muore l’Oceano; se muore l’Oceano, moriamo noi.

Servono altre ragioni per votare la campagna portata avanti dal movimento Stop Finning, che richiede all’UE di bloccare la vendita di pinne di squalo?

Trovate il link qua: https://www.stop-finning-eu.org/it/

Dobbiamo raggiungere un milione di voti in Europa. Ognuno è fondamentale. Apportiamo la nostra goccia all’Oceano: salviamo gli squali e salviamo noi stessi.

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