Lettera di un giovane italiano a un giovane palestinese

21 Ottobre 2025

[Alessandro Chitti]

Caro ragazzo palestinese,

sento il bisogno, quasi egoista, di scriverti una lettera nei giorni in cui finalmente si parla di una tregua. In realtà non so bene cosa dirti, vorrei dirti tante cose ma faccio fatica a trovare le parole giuste.

Da due anni a questa parte vedo in diretta lo sterminio del tuo popolo, mentre tu sei lì ad affrontare tutto ciò. Non ho mai visto così tanti filmati di una guerra, e soprattutto di una guerra tra un esercito e una popolazione civile. Tra questi, ho ancora impresse le immagini di una bambina, della quale si vede solo un’ombra tremante, che corre mentre le fiamme divorano la sua scuola, o quelle di un ragazzo, che potresti essere tu, accovacciato mentre setaccia del riso trovato per terra.

Queste scene, viste nei social quasi per caso, tra un Reel e l’altro, si sono impresse nella mia mente. E, mentre ci ripenso, puntualmente un senso di profondo dolore e rabbia mi attraversa il corpo, producendo un brivido lungo la schiena.

Immagino te, un mio coetaneo, contornato dalle gioie e dai dolori, dalle speranze, dalle passioni di un ventenne, e non posso che domandarmi quali siano i tuoi pensieri in questo momento. Forse provi gioia per questa tregua. Forse senti rabbia, odio e rancore perché hai perso tutto: la tua casa, le tue cose, i tuoi affetti e magari anche i tuoi sogni.

Ti ritrovi inerme in mezzo alle macerie, ancora in attesa di quel sibilo che precedeva l’arrivo dei missili e scandiva le tue giornate. Sei in balia di coloro che ti chiamano terrorista e giustificano, attraverso questa attribuzione, la morte e la distruzione che portano con sé.

Non riesco neanche a pensare cosa farei al posto tuo, al posto della tua gente. Certamente non sarei in grado di resistere come fai tu, non sarei capace di tale resilienza.

Mi permetto soltanto di dirti che la forza e il coraggio dimostrato finora devono essere la tua guida, il tuo cammino.

Come avrai potuto vedere dalle piazze di molti paesi europei e non solo, compreso il mio, siete nei pensieri di milioni di persone. Per voi siamo disposti ad alzare la voce, a sfidare l’ipocrisia e l’indifferenza dei nostri governi, a protestare ancora e ancora fino a quando tutto questo non avrà fine, fino a quando la vostra sofferenza non avrà fine.

Queste parole potrebbero sembrare quasi scontante, ma in realtà non lo sono affatto. Ora più che mai è importante resistere, non fermarsi, affinché gli sforzi e i progressi fatti non siano vani.

Non ci volteremo dall’altra parte, o almeno io non lo farò. Ti prometto che continuerò ad oppormi, a protestare, ma soprattutto a non dimenticare, per fare in modo che quanto accaduto non accada mai più. 

Il tuo ricordo rimane indelebile nei miei pensieri. Non ti dimentico, amico mio. Ti sono vicino con il cuore e con l’anima. Tu sei un ragazzo come me, un essere umano proprio come me, e questo non scordarlo mai.

Stammi bene.

Con affetto,

Alessandro

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