ANS riempie le piazze di Cagliari per Sa Die

29 Aprile 2024

[red]

Grande successo nella terza edizione delle celebrazioni per Sa Die de Sa Sardigna organizzate da Assemblea Natzionale Sarda, sempre più coinvolgente e riconosciuta anche dalla politica.

Fine settimana di festa a Cagliari per Sa Die de sa Sardigna. La Giornata del Popolo Sardo, da 31 anni riconosciuta dalla Regione Sardegna come festa nazionale sarda, ricorda la rivolta dei sardi contro la monarchia sabauda avvenuta all’alba del 28 aprile di 230 anni fa. Era infatti il 1794 quando i sardi si ribellarono dai soprusi piemontesi, episodio culmine di quella che viene oggi definita la Sarda Rivolutzione.

L’associazione politico-culturale Assemblea Natzionale Sarda (ANS), che si batte per la crescita della coscienza nazionale del popolo sardo, per il terzo anno l’ha festeggiata nel centro del capoluogo con una serie di eventi commemorativi, dibattiti ma anche musica, balli e attività ludiche, con un programma che anno dopo anno si rinnova e si arricchisce.

La festa, sostenuta da diversi esercenti di Piazza Yenne e del Corso Vittorio Emanuele, è cominciata sabato pomeriggio con un “Aperinsardu” in cui diverse persone si sono fermate a consumare qualcosa con il piacere di poter chiacchierare liberamente in sardo, senza giudizi o correzioni altrui.  Al tramonto l’emozionante commemorazione dei martiri della Sarda Rivolutzione. Riccardo Pisu Maxia, presidente di ANS, e Antonio Flore Motzo, presidente di Corona de Logu, hanno preso parola dal podio alla Porta di Palabanda ricordando tutti i martiri sardi che nel periodo tra fine ‘700 e il 1812 (anno della rivolta di Palabanda appunto) morirono per degli ideali di libertà della Sardegna. A sorpresa ha preso parola anche Andrea Dettori, Capo di gabinetto dell’assessorato regionale della Cultura, il quale ha voluto testimoniare la sua vicinanza e della neonata Giunta Todde a eventi di questo tipo in grado di commemorare al meglio Sa Die de sa Sardigna e in generale alle attività culturali di ANS. Successivamente un corteo di un centinaio di persone ha percorso il Corso Vittorio Emanuele e via Manno con fiaccole, torce e bandiere sarde in un “silenzio colorato” nel rispetto dei martiri alternato da grida e accenni a strofe di Procurade ‘e Moderare. Arrivati al Bastione di Saint Remy i figuranti si sono schierati con le fiaccole lungo tutta la scalinata e hanno intonato proprio l’inno nazionale sardo. A decine i passanti si sono prima interrogati cosa stesse succedendo e poi si son lasciati andare a un lungo applauso al termine del flash mob.

La mattina del 28 si è aperta a Grotta Marcello con un convegno internazionale sulla Sardegna e le altre Nazioni senza Stato, con rappresentanti di Sardegna, Corsica, Sicilia, Catalogna, Scozia e Paesi Baschi, in cui si è discusso di identità, autodeterminazione e feste nazionali.

Dalla Catalogna Conxita Bosch, Segretaria Nazionale di Assemblea Nacional Catalana, e Adrià Alsina Leal, Commissario per gli Affari Internacional del Consell della Repubblica, hanno raccontato come in Catalogna, anche grazie alla loro festa nazionale, la Diada, si sia potuti passare rapidamente da una celebrazione simbolica di sconfitta a una vera rivendicazione dei diritti del popolo catalano. Alsina ha poi sottolineato come proprio la collaborazione internazionale tra popoli e realtà simili abbia facilitato la crescita della causa catalana.

Anche lo scozzese Robin McAlpine di Common Weal ha voluto rimarcare il bisogno di un aiuto reciproco tra Scozia, Sardegna e le altre Nazioni in quanto «Gli Stati parlano con tanti accenti diversi, ma tutti con una lingua sola, quella dell’oppressione».

Antonino Graziano, portavoce dell’associazione siciliana Trinacria, ha riconosciuto le similitudini storiche tra Sicilia e Sardegna per quanto riguarda l’oppressione secolare dello Stato italiano sia a livello politico che culturale.

Dalla Corsica e dai Paesi Baschi sono arrivati i racconti di Patrice Murati di Nazione e di Josu Etxaburu di Gure Esku, portavoci di due movimenti che nei loro territori dopo anni di lotte son riusciti a creare una coscienza civile nella popolazione per far sì che essa arrivi a decidere per il futuro delle loro Nazioni.

Presente anche Silvia Lidia Fancello, referente per la Sardegna dell’European Free Alliance, partito nell Parlamento Europeo che tutela le minoranze etniche, il quale ha spronato i movimenti indipendentisti e autonomisti sardi a lavorare per un maggior riconoscimento nel Mediterraneo e in Europa.

Nel pomeriggio, al simbolico orario delle 4:28, la commovente performance teatrale con l’attore Andrea Murru e lo storico Francesco Casula, i quali in italiano e in sardo hanno raccontato la storia della Sarda Rivolutzione e arringato la folla raccoltasi sotto un balcone prospicente Piazza Yenne e la statua del tiranno Carlo Felice. Numerosi i passanti che si son fermati incuriositi per ascoltare gli eventi della storia sarda e poi cantare tutti insieme Procurade ‘e moderare.

Balli e canti nel Corso hanno chiuso le celebrazioni coinvolgendo i cittadini accorsi in massa anche grazie alla giornata di shopping domenicale. Appuntamento con la quarta edizione del Sa Die di ANS il 28 aprile 2025.

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