Cagliari, la città che protegge i ricchi e punisce i poveri

11 Aprile 2023

[Roberto Loddo]

Tra tanta polizia in divisa e senza divisa, fotografi per cerimonie e un trenino turistico colorato da cui sono scesi gli sposi per un matrimonio nel palazzo comunale, questa mattina si è svolto un presidio antirazzista di fronte al Municipio di Cagliari.

Un presidio convocato da cittadine e cittadini comuni, persone di ogni età, solidali, sensibili, preoccupate e arrabbiate per il grave stato di abbandono abitativo che ha colpito una quarantina di persone che, come si legge nel loro comunicato “Sono colpevoli di non appartenere alle classi sociali più alte e di avere il colore della pelle diverso, e per questo sono state sgomberate da uno stabile abbandonato, appartenente alla  Regione Sardegna, in Via Riva di Ponente, al seguito di un incendio scoppiato all’interno della struttura”. Dopo oltre un mese, queste persone sono ancora accampate nel parcheggio adiacente, dopo essersi arrangiati con alloggi di fortuna per ripararsi dal freddo, in condizioni di vita precarie e in mezzo alla sporcizia e ai ratti. Per questo il presidio ha chiesto e continuerà a chiedere un incontro con il sindaco, la giunta e le istituzioni comunali per una presa in carico urgente che risolva la loro emergenza abitativa.

Queste persone sono state letteralmente abbandonate nella strada. Abbandonate dalle istituzioni comunali che senza nessuna vergogna e in maniera irresponsabile fanno finta che non esistano. Abbandonate dalla stampa che dopo il rogo dello stabile di Via Riva di Ponente ha riportato solo il punto di vista della prefettura e della giunta senza considerare il dramma delle persone che una nota di una agenzia di stampa aveva definito come “sfollate”. E mi spiace molto dirlo, abbandonate anche dalla Cagliari del terzo settore, la Cagliari del buon cuore e dei buoni sentimenti, fatta di tante organizzazioni sociali e cristiane che fanno volontariato, assistenza e accoglienza alle persone emarginate della città. Tranne a queste persone che hanno vissuto e stanno tutt’ora vivendo il terrore dell’esclusione senza prospettive di soluzione.

Eppure, queste persone continuano ad esistere, tutti i giorni, sotto i nostri occhi, nella nostra città lucidata nel migliore dei modi per l’inizio dell’industria stagionale turistica e per l’arrivo del glorioso Sant’Efisio. Questa vicenda è indicativa del grado di inumanità di questa città. L’assenza di una tempestiva accoglienza, l’assenza di una risposta pronta, l’assenza di protezione e sostegno all’emergenza abitativa è indicativa dell’idea che ha questa giunta di destra delle persone che abitano la città. Ci sono i più fortunati cittadini di serie A e i meno fortunati cittadini di serie B. E poi c’è una terza categoria, evidentemente non visibile ad occhio nudo per l’amministrazione comunale, quella dei non cittadini, che se rimangono senza un tetto e stanno per la strada al freddo e al gelo non è certo un problema che riguarda il sistema di protezione sociale della città. È un loro problema. È un problema di tutte le persone che decidono di non chiudere gli occhi. Delle poche che non gli hanno ancora chiusi.

In cosa si sta trasformando Cagliari? La grande bellezza di Cagliari è un buco nero in espansione che per proteggere solo i cittadini più fortunati e l’industria turistica divora il suo sistema di protezione sociale per le persone più deboli. Persone che vengono trasformate in creature incorporee per utilizzare un termine delle persone che hanno organizzato il presidio antirazzista. È proprio la grande bellezza del volto buono della città a limitare la vita delle persone. La vita poveri di Cagliari sta peggiorando, in maniera progressiva e in assenza di politiche sociali adeguate.

Gli Indicatori di occupazione e di politica sociale e quelli delle procedure per gli squilibri macroeconomici dell’Eurostat ci raccontano città che, a breve, non riusciranno a nascondere più il disastro sociale delle persone e delle famiglie emarginate che aumenteranno insieme a nuove forme di povertà, talvolta impercettibili. Ed è intollerabile che mentre stiamo scivolando verso il baratro di una crisi sociale senza precedenti, con le bollette delle famiglie che triplicano insieme ai beni di prima necessità, con il diritto alla casa negato, il diritto allo studio negato, il diritto al lavoro negato, questa giunta concentri le sue energie per produrre un regolamento che letteralmente propone la repressione, la paura e la discriminazione come medicina per il decoro della città.

Come se vivessimo a Gotham City. Come se i poveri di Cagliari rappresentassero un esercito nemico da allontanare e da combattere. In linea con il governo di estrema destra e con tante giunte comunali di sindaci che giocano a fare gli sceriffi questa giunta vuole giustificare l’idea che sia legittimo provare paura, non solo la persona che arriva nella barca, ma per tutti coloro che consideriamo persone non italiane, non cittadine, non degne di poter far parte della nostra società. Terrore per tutte le persone che non sono noi, che non possono produrre e consumare nel nostro mondo.

Per questo motivo è necessario sostenere i presidi antirazzisti che saranno organizzati a favore delle persone che cercano una soluzione abitativa dopo il rogo di quella che consideravano la loro casa. Cerchiamo di sgonfiare questa enorme bolla di razzismo, xenofobia e aporofobia che circonda la nostra città.

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