Chi controlla i difensori del paesaggio?

16 Marzo 2010

deliperi

Stefano Deliperi

Uno dei ruoli più importanti per la salvaguardia dei beni ambientali e per la loro corretta gestione è certamente quello dei responsabili degli Uffici statali (Soprintendenze per i beni architettonici e paesaggistici) e regionali (Servizi per la tutela paesaggistica) nell’Isola. Due vicende fanno riflettere.  La conferma della condanna anche in appello dell’ex direttore del Servizio tutela del paesaggio di Cagliari, Lucio Pani, e l’indagine della Procura della Repubblica cagliaritana sui lavori di ristrutturazione e ampliamento dell’ex Hotel Villa Rey, sul litorale di Castiadas, che vedono coinvolto il Soprintendente per i beni architettonici e ambientali Gabriele Tola per una serie “pesante” di ipotesi di reato (abuso d’ufficio, falso ideologico, violazione di sigilli, abusi edilizi). Del primo caso molto si è letto, detto e scritto e la vicenda processuale ha dipinto un quadro a tinte fosche su come le coste e i beni ambientali diventavano terreno fertile per abusi di ogni genere “legittimati” dalla autorizzazioni rilasciate dal “valente funzionario”. La vicenda relativa alla costa di Castiadas, sempre più terra di abusi, è ancora in itinere, ma ha già visto alcune “tappe” importanti.  Nel marzo 2008 la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, in seguito alle indagini svolte dal N.I.P.A.F. del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, disponeva il sequestro preventivo di parte del cantiere.   Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico avevano inoltrato due specifici esposti (28 giugno 2007, 12 settembre 2007) inviati anche alle amministrazioni pubbliche (Ministero per i beni e attività culturali, Assessorato regionale dell’urbanistica, Servizio tutela del paesaggio di Cagliari, Comune di Castiadas, Soprintendenza ai beni ambientali di Cagliari), al Corpo  forestale e di vigilanza ambientale e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari in relazione ai lavori in corso da parte della società Le Palme s.p.a. (già Sir Rocco Forte & Family s.p.a.) a poche decine di metri dal mare.  Tale intervento immobiliare risulterebbe fornito di aumento di volumetrie in deroga con deliberazione Consiglio comunale n. 20 del 13 marzo 2006 e di permesso di costruire n. 49 del 24 maggio 2006. In proposito, il Servizio tutela del paesaggio di Cagliari aveva comunicato (nota prot. n. 863/RE del 10 agosto 2007) di non aver “rilasciato alcuna autorizzazione paesaggistica per i lavori” di ristrutturazione del complesso turistico-edilizio, anzi, precisava che “l’ufficio con nota prot. n. 1819 del 25/01/2007 in merito al progetto in questione ha espresso parere sfavorevole”. Quindi era intervenuta l’autorizzazione in via surrogatoria da parte del Soprintendente Tola.  Ora la conclusione delle indagini da parte della Procura vede indagati il Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici di Cagliari Gabriele Tola, il dirigente del Servizio comunale urbanistica Giuseppe Floris, imprenditori ed esecutori dei lavori. Il Soprintendente Tola – secondo la stampa – “è sicuro che si tratti di un equivoco”.  Lo auspichiamo sinceramente anche noi, che da tanti anni ci battiamo, in un ruolo diverso, per la tutela del nostro ambiente.  Siamo già piuttosto amareggiati dalle risultanze dei processi incentrati su Lucio Pani, sconcertati dalle indagini su Tuvixeddu riguardanti il Soprintendente per i beni archeologici cagliaritano Vincenzo Santoni e non vorremmo proprio vedere anche il Soprintendente Tola in analoghe situazioni.

1 Commento a “Chi controlla i difensori del paesaggio?”

  1. Nico Orunesu scrive:

    Ci stupiremmo se qualche Soprintendente, o da esso dipendente(Architetto, Ingegnere,Geometra…in ordine di competenza), si trovasse imbrigliato nelle maglie di una ‘giustizia’ paesaggistica, ambientale, architettonico-monumentale? Dopo un trentennio di disastrosi risultati (da Cagliari a Sassari), credo che non ci stupiremmo affatto. E cosa avrebbero tutelato se i lineamenti del Paesaggio sono alterati, i Centri Storici di paesi e città de-storicizzati; i monumenti storici mimetizzati con ogni sorta di materiale. C’è voluto il decisionismo ‘antipopolare’ di un noto ‘politico’ destituito, che disponendo ‘paletti di rispetto’ ha dato una boccata di ossigeno al rispetto. Quindi frettolosamente allontanato da avversari e alleati. Per l’appunto, il ‘noto politico’ aveva pensato di chiudere alcuni di questi ‘Ufitzios’, che nella targa del portone d’ingresso avevano, e hanno ancora, impropriamente scritto ‘di tutela e salvaguardia del patrimonio…’. Parole vuote, come quella presente in ogni Tribunale e in ogni Ministero di “Grazia e Giustizia”. Ma i tribunali ormai non fanno più paura a nessun trasgressore. Alè.

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