Cosas da fare

1 Settembre 2011

Rita Atzeri

legge 1\90, firmato
CO.S.A.S. Sardegna
Coordinamento dello Spettacolo e delle Arti Sceniche

E’ nato CO.S.A.S. Sardegna, Coordinamento dello Spettacolo e delle Arti Sceniche. Obiettivo? Colmare il gap di rappresentanza e tutela sindacale degli organismi dello spettacolo professionistico sardo.
A COSAS Sardegna al momento aderiscono una quarantina di strutture di teatro, musica e danza, un quarto cioè delle strutture finanziate dalla Regione Sardegna attraverso l’art. 56 delle legge 1\90 che determina l’assegnazione dei contributi regionali allo spettacolo.
Una della prime azioni di Cosas, acconto alla partecipazione alle diverse iniziative di spettacolo, organizzate dalle strutture aderenti, per spiegare direttamente al pubblico i disagi di chi opera nel settore, in assenza di legge e con i ritardi paradossali della contribuzione pubblica, è stato indirizzare una lettera aperta all’assessore regionale ai Beni Culturali, Pubblica Istruzione, Cultura e Spettacolo della Regione Sardegna. La riportiamo come contributo alla riflessione e alla discussione.

Lettera aperta all’assessore Milia

Gli scriventi, con la presente intendono esprimere la loro viva preoccupazione e il profondo disorientamento per come si sta sviluppando il confronto con l’assessorato da Lei diretto sia in merito alle annunciate modifiche da apportare in modo condiviso alla Legge regionale 18\2006 sia sulle attese direttive per l’utilizzo dei fondi POR 2007-2013 per lo spettacolo.
In particolare, sulla questione Legge, sottolineiamo lo scarto enorme che si sta delineando sia sul metodo che sul merito.
Sul metodo:
– avevamo apprezzato il gesto da Lei fatto all’inizio del suo insediamento con una convocazione plenaria del settore;
– avevamo interpretato, anche qui positivamente, la scelta di non procedere alla convocazione del Comitato, ma di dar vita ad un gruppo di lavoro articolato per province e per comparti ed espresso più democraticamente, quale strumento di consultazione del settore.

Le ultime due convocazioni fatte dalla sua struttura (5 maggio a Cagliari e 24 maggio a Oristano) ma soprattutto l’intrecciarsi di riunioni e consultazioni con esponenti, né rappresentativi né delegati, del settore paiono contraddire clamorosamente sia quanto da noi interpretato sia quanto da Lei affermato nella sede più ufficiale e pubblica in cui Lei si è espresso sul tema, cioè il Consiglio regionale, nel corso della discussione alla mozione dell’opposizione trasformata poi in un ordine del giorno votato alla unanimità.
Ci rammarica infatti sentirla affermare lì che non si può tenere conto solo del presunto ‘censo’ e registrare che invece la pratica ‘monca’ e malsana continua.
Aggiungiamo, sempre sul metodo, che la virata impressa dalla struttura che prima ci invita a produrre testi e poi ce ne propina uno che non tiene minimamente conto né del dibattito né dei testi comunque prodotti dal settore ci pare altresì criticabile o quantomeno ne sottolineiamo la contradditorietà.
Sul merito:
avevamo interpretato come riflessioni condivise e acquisite che vi erano tre o quattro elementi fondamentali da correggere nel testo della Legge 18 su cui anche l’assessorato e l’assessore sembravano attestati. In modo particolare su due di essi, Comitato e Registro, non parevano esserci discussioni: il Comitato doveva diventare un organo di consultazione più partecipato, anche territorialmente, e più democratico, e il Registro, reo di contenere ingiustificate e ingiustificabili sbarramenti e fasce, doveva essere profondamente rivisto.
Bene ci siamo trovati davanti una virata inaccettabile che respingiamo con nettezza! Ribadiamo perciò che:
il Comitato
deve continuare ad essere un organo di consultazione del settore e deve cambiare la sua struttura (il gruppo di lavoro dei referenti democraticamente espressi in tutta la Sardegna sappia che si è espresso con un voto quasi unanime, 15 su 16, per l’articolazione unicamente per comparti: teatro, musica e danza). Respingiamo totalmente l’ipotesi che diventi un semplice e strettissimo organo specialistico di esperti extra partes, così come il testo dell’assessorato sembra volerlo strutturare.
il Registro
il testo che ci avete presentato, ma di cui non ci avete ancora trasmesso copia (sic!), è inaccettabile: tutto cambia perchè nulla cambi! Per rendere più esplicita la nostra posizione Le chiediamo subito un atto di annullamento delle delibere esistenti già approvate in via definitiva sul Registro. Perchè? Perchè Lei e la struttura dell’assessorato sembravate aver compreso, insieme a gran parte del settore che lo denunciava da tempo, che uno dei maggiori problemi nel cammino di applicazione della Legge era la non accettazione, generalizzata, di un Registro così come delineato dalla delibera adottata in applicazione della stessa Legge. Come interpretare altrimenti la mancata richiesta di formale acquisizione della domanda di iscrizione al Registro da parte di ciascuno degli organismi? E’ tempo che tale nodo sia sciolto! Chiediamo perciò:
1) L’annullamento formale delle delibere applicative;
2) La modifica del testo di legge con esplicita abrogazione dell’art. 7.
Ribadiamo peraltro l’ormai annosa richiesta di acquisizione trasparente e pubblica dei dati dell’Osservatorio sullo spettacolo e un confronto immediato per l’analisi degli stessi. Non siamo infatti più disposti a restare prigionieri della credibilità di organismi e strutture che, sommate, valgono e pesano meno di un quarto di tutto il resto del settore in termini di occupazione nonché in termini di economie e attività produttive. La pubblicazione di tali dati renderà giustizia alla realtà vera, verificata e verificabile.
In ogni caso ci rifiutiamo di accettare la teoria dei suoi uffici, espressaci a Oristano nell’ultima riunione, attraverso la quale il riconoscimento ministeriale determina, assunto come criterio oggettivo, la differenza fra ‘noi’ e ‘loro’ e conseguentemente l’assegnazione ad una piuttosto che ad un’altra fascia del Registro e, a cascata, l’entità dei fondi regionali. La pubblicazione dei dati consentirà invece di verificare se e quanto corrisponde il valore di bilanci e delle contribuzioni alla qualità dei programmi e dei progetti e alla loro realizzazione. E se anche si dovesse tenere conto dei consolidati valori ‘storici’ di qualche realtà ciò deve avvenire nella più totale trasparenza e con chiare motivazioni e non in virtù di patenti rilasciate da altri e peraltro mai sottoposte a rinnovi.
Rinnoviamo perciò in questa sede e su questi temi l’esigenza di un urgente incontro chiarificatore che, ci auguriamo, consenta di ripristinare e di verificare gli originari intendimenti Suoi e dei suoi funzionari. In assenza saremo costretti ad iniziative clamorose e di denuncia pubblica conseguenti.
Sui fondi POR ribadiamo quanto già espresso nella lettera che Le è stata inviata la settimana scorsa, dai referenti di teatro, danza e musica di Cagliari. In modo particolare reiteriamo la richiesta urgente che siano emanate e rese pubbliche ‘le linee di indirizzo e tutte le procedure per rendere disponibili e spendibili i fondi POR – FESR 2007-2013, Asse IV, obiettivo operativo 4.2.3, destinati al sostegno e alla valorizzazione delle imprese legate all’economia della creatività, dell’arte e dello spettacolo’ esattamente come recita la parte dispositiva dell’ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio regionale.
Certi che su quanto sopra espresso sarà oggetto di Sua attenta valutazione Le chiediamo specifica ed urgente convocazione.
Cordiali saluti.
in rappresentanza dei seguenti organismi di spettacolo finanziati ex art.56

1 Commento a “Cosas da fare”

  1. Vincenzo Pillai scrive:

    finalmente un COSAS per fare insieme cose che le singole associazioni da sole e ,spesso, in guerra fra loro , mai avrebbero potuto fare.Tanti,tanti auguri, perchè una parte di quello che vorrei POTER chiamare RINASCIMENTO SARDO, è legato a quanto saprete proporre.

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