COVID-19. Il commissariamento della sanità in Sardegna come in Lombardia

16 Giugno 2020
[Claudia Zuncheddu]

Il COVID-19, il virus che nella storia della virologia ha determinato i più grandi sconvolgimenti politici e clamorosi dietrofront. Chi avrebbe mai immaginato lo sbarco in Italia di medici neri cubani giunti per soccorrerci mentre gente in fuga dal ricco nord verso il sud cercando la salvezza dal virus mortifero nella speranza di essere accolti, memori delle teorie di chiusura di porti e aeroporti per chi fugge da emergenze ambientali e politiche.

Sarà colpa della sorte, ma l’area del mondo con il più alto tasso di casi e di decessi per covid è nell’opulento occidente, nella ricca Lombardia: simbolo per eccellenza della privatizzazione della Sanità pubblica. Senza entrare in merito a questioni demografiche, all’inquinamento ambientale che rende più vulnerabile la salute, per non parlare dei condizionamenti della Confindustria su regione e governo, è tempo di bilanci e di assunzioni di responsabilità.

Il coviD è il banco di prova di quanto in questi anni siano stati sbagliati e letali i tagli al sistema sanitario pubblico. Il controllo della nuova emergenza è una questione di organizzazione e di costi, ma per chi ha fatto della Salute solo fonte di profitto, gestire l’epidemia non conviene.

L’alto prezzo pagato con la vita da parte dei medici di base, del personale ospedaliero e dei malati covid “segregati” in strutture non adeguate come le RSA, è un forte segno del disinteresse, per ragioni di profitto, della Sanità privata e dell’inefficienza di un sistema sanitario pubblico sempre più declassato, smantellato e non più in grado di assolvere ai suoi compiti: quello di garantire le cure per tutti al di là degli interessi economici. E’ tempo di bilanci sul fallimento di queste politiche neoliberiste adottate da tutte le forze politiche che si sono alternate nei governi e nelle regioni sino ad oggi.

E’ tempo di assunzioni di responsabilità da parte della Lega e del centro destra che governa la Lombardia, ma anche del centro sinistra e del M5S che governano a Roma. Poco importa il patetico ping pong di scarico delle responsabilità tra il premier Conte e il presidente Fontana, oggi l’uno contro l’altro e ieri alleati in stretta sintonia nel governare l’Italia. E’ per questa trasversalità politica che la richiesta del commissariamento della sanità lombarda, oggi sotto la Lega, non deve assolvere dalle responsabilità le altre parti politiche.

La nomina di un commissario da acta, richiesto dal “gruppo Milano 2030” di cui fanno parte associazioni e partiti di sinistra, rischia di colpire in modo mirato la Lega di Fontana e di assolvere altre parti politiche che hanno avuto responsabilità, altrettanto decisive, su coviD e sulla gestione globale della sanità in Italia in questi anni.

Il fallimento della gestione Covid trova le sue ragioni nella privatizzazione del sistema sanitario pubblico di cui tutti sono responsabili, benché nelle acque torbide della politica, anche in Sardegna, consiglieri regionali del centro sinistra e del M5S, con nove parlamentari del M5S hanno proposto le dimissioni immediate dell’assessore leghista della Sanità e un commissario per l’emergenza Covid.

Un assessore leghista sovrapponibile per l’operato e per gli intenti politici al suo predecessore del PD, a cui dobbiamo tagli radicali ai servizi territoriali e agli ospedali pubblici di ogni ordine e grado. Non esente da queste logiche è l’allora ministra della Salute Grillo del M5S, che nella lettera di risposta ad un documento sulla situazione sanitaria in Sardegna, della Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica, fece una sola precisazione: “quella di non demonizzare la privatizzazione della sanità”, confermata dal palese sostegno al Mater Olbia.

Nella “richiesta di un cambiamento strutturale” non si occultano né si dimenticano le responsabilità di nessuno. Dietro ogni assessore c’è una maggioranza che gli impone le linee guida, ma ancora una volta, nel gioco delle parti, si cerca la vittima sacrificale per non mettere in discussione l’intero sistema.

Chi commissaria chi? E’ il governo PD-M5S che nominerebbe un suo commissario per l’assessorato sardo. Un fedele gattopardismo: “tutto deve cambiare perché tutto resti come prima”. E’ l’ennesimo inganno per l’aspirazione popolare ad un reale cambiamento del sistema sanitario.

L’unico commissariamento politico utile nelle istituzioni è quello popolare. Il controllo e la partecipazione democratica dal basso, alle scelte politiche e amministrative a partire dai comuni e dalle regioni.

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