Democrazia schedata

1 Luglio 2008

Manuela Scroccu

Mitridate, antico re del Ponto, rendeva insensibile il proprio organismo ai veleni, assumendone ogni giorno una dose crescente. Già da tempo Berlusconi sta lavorando alla mitridatizzazione dell’Italia iniettando dosi sempre maggioridi sostante venefiche nel tessuto democratico del paese. Da un lato smantella la credibilità delle istituzioni democratiche sbeffeggiando la magistratura per assicurarsi la serenità di un’impunità totale. Dall’altro, utilizza gli armamentari ideologici della Lega per solleticare gli istinti più beceri dell’opinione pubblica agitando lo spettro inesistente di un problema sicurezza, in nome delle nostre madri, nonne e sorelle, che non possono uscire di casa la sera. Così un governo in preda alle sue ossessioni, impunità del premier e sicurezza, ha cominciato il bombardamento legislativo fatto di norme ad personam, in grado di imbavagliare definitivamente la magistratura e quel residuo di stampa libera e non prezzolata ancora esistente, e pacchetti sicurezza indispensabili per assuefare i cittadini ai metodi polizieschi. Non si spezza e non si piega il Ministro dell’Interno. Non esistono clandestini giusti o ingiusti, fa sapere, un clandestino è un clandestino punto e basta. Neanche l’immagine dei nostri anziani in cerca di badanti, patrocinati dalla Carfagna e dal suo emendamento salva – badanti, ha scalfito le granitiche certezze di Roberto Maroni, poco abituato agli inutili sofismi delle dinamiche democratiche, che annuncia una svolta ancora più decisa del governo. Dopo il reato di immigrazione clandestina e la proposta di utilizzare l’esercito per pattugliare le strade della nostre città, arrivano le nuove parole d’ordine: censimento, controllo e linea dura contro immigrati e, soprattutto, la comunità rom. Chiunque voglia rimanere in Italia per più di tre mesi, anche se cittadino dell’UE, dovrà dimostrare di avere una casa e un reddito scuro. Chi si sottrae al censimento verrà allontanato. Inoltre è stata annunciata la schedatura mediante impronte digitali dei bambini rom. Operazioni mirate di controllo condotte dalle forze dell’ordine, accompagnate da personale della Croce Rossa Italiana e sotto la supervisione dei sindaci “sceriffi”. Se male non hai fatto, paura non devi avere, direbbero i saggi celtico – padani cari a Maroni, quello “studiato” della famiglia che non direbbe mai “bingo bongo” a microfoni aperti. Chissà se Berlusconi sottoscriverebbe. Finora il governo, proprio invocando il sacro totem della tutela della privacy, ha tentato di cancellare a colpi di decreto le intercettazioni telefoniche per placare le paure del suo capo, e dei suoi bravi avvocati-parlamentari che gli devono pur aver detto che, da un punto di vista strettamente giuridico, butta molto male. Capo che, tra l’altro, non smette di gridare contro la magistratura “infame” che spia e controlla i cittadini incolpevoli. Ma i cittadini che preoccupano il premier e il suo governo sono, evidentemente, solo quelli benestanti, potenti e con qualche scheletro nell’armadio. Tanto i bambini rom, devono aver pensato gli esperti del ministero, la privacy non sanno che cosa è. Anche l’Europa, che pure si è distinta proprio negli ultimi giorni con l’approvazione di una “direttiva rimpatri” fortemente repressiva, ha reagito con sdegno ricordando che non sarebbe accettabile la schedatura di bambini appartenenti ad un particolare gruppo etnico. Legge razziale è l’unica definizione che si potrebbe dare, ed è così terribile, evoca scenari così brucianti che quasi si ha paura di ricordare che sono passati giusto 70 anni dall’approvazione delle leggi razziali fasciste. L’Unicef fa notare che i bambini rom, “non sono diversi dagli altri bambini, tra l’altro molti di loro sono cittadini italiani a tutti gli effetti”, ma soprattutto “i bambini non possono e non devono essere trattati come gli adulti” anche in virtù delle convenzioni internazionali ratificate dall’Italia. Basterebbe il rispetto della nostra Carta Costituzionale, a onor del vero, ma si tratta di un documento non proprio considerato, di questi tempi. Sono mesi, ormai, che l’attenzione delle istituzioni, nonché dell’opinione pubblica e dei mass media italiani sembra concentrarsi sulle comunità rom presenti sul territorio. Attenzione deformata da antichi pregiudizi che riemergono prepotenti e che portano a identificare anche i bambini come criminali in miniatura, da schedare preventivamente in virtù di una predisposizione etnica al comportamento criminale. Carcere, manette, pulizia finalmente! Come una droga di stato dispensata ad arte e utilizzata per creare l’illusione della sicurezza contro quei nemici così temibili, gli immigrati, i clandestini, i marginali, i disperati ai semafori e nei campi, che affollano i telegiornali e le trasmissioni televisive di regime. In questo modo viene creato consenso e addormentata ogni forma di dissenso e spirito critico. Tassello dopo tassello questa destra italiana tenuta insieme da conflitto d’interessi, controllo dei mezzi d’informazione e deriva xenofoba, ha costruito la propria egemonia e concimato con le sue scorie velenose una democrazia sempre più virtuale, una società civile in preda ai propri umori più neri e un’opposizione parlamentare paralizzata e impotente che ha paura di gridare al mondo cosa siamo diventati. L’Europa abbandoni il suo stupore, le sue frasi di circostanza sull’anomalia italiana. Non si è ancora accorta di quanto sia pericoloso il nostro populismo sovversivo, di quanto sia contagioso. Siamo sicuri che possieda i giusti anticorpi per difendersi? Le istituzioni europee sono in deficit di credibilità e la stessa idea di unione politica europea appare sempre più una chimera di fronte alle contraddizioni del mondo globalizzato, alla crisi dello stato sociale, all’inadeguatezza del concetto di cittadinanza. Quello che noi siamo, loro potrebbero esserlo presto.

1 Commento a “Democrazia schedata”

  1. Cristina Ronzitti scrive:

    In questi giorni sto tenendo dei corsi in una scuola milanese…e oggi, a 1 giorno di chiusura del corso di recupero ho parlato di “extracomunitari” con dei ragazzi di terza superiore … Le opinioni prevalenti sono state che gli extracomunitari aggiungono ai nostri problemi altri problemi, ci rubano il lavoro, stuprano le nostre donne…A un ragazzo che ha provato a obiettare gli è stato riposto “ma dove l’hai letto sull’Unità???” Mi domando, in un momento di prevalenza di messaggi xenofobi, come proporre messaggi differenti, ispirati alla pace e all’integrazione “reciproca” come acquisizione della consapevolezza che tutti abbiamo diritto alla felicità ? Ho visto che qui a Milano in diversi punti della città viene distribuito gratuitamente ” Liberazione” ….ma credo non basti….

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