E adesso?

26 Settembre 2022

[Roberto Loddo]

Non hanno vinto solo i nipoti della marcia su Roma. Hanno vinto i fratelli di Visegrád e dell’internazionale dell’intolleranza, gli amici di Bolsonaro, Trump, Kaczyński, Orbán e dei neofranchisti di Abascal.

Una marea nera di egoismo populista che dimostra ancora una volta come il neoliberismo stia solo mutando la pelle. Un contenitore dal colore diverso che mantiene in piedi i vecchi privilegi delle oligarchie finanziarie, alimenta le disuguaglianze e rimane ancorato alla deregolamentazione dei mercati.

Di diverso c’è solo la trasformazione in un sistema di potere che cresce con la rabbia di chi si sente perdente, escluso e messo da parte. Un enorme pezzo di società che è stato ignorato dalla sinistra e da ogni forma di insorgenza sociale diventando la benzina preferita delle destre postfasciste e sovraniste.

Non serve a nulla la retorica dell’unità a tutti i costi e la somma di gruppi dirigenti prima delle elezioni. Non serve a nulla sbandierare la vicinanza di Tsipras, Mélenchon, Iglesias o i video con Mujica se prima non riusciamo a convincere della nostra utilità una società stanca dell’esistente che in assenza di alternative al neoliberismo si è lasciata dominare da pulsioni di rancore sociale e dall’idea che i penultimi devono salvarsi anche a costo di sacrificare gli ultimi.

Rossana Rossanda in un messaggio letto al congresso di Sinistra Italiana nel 2017 scriveva che ci sono questioni che il Novecento ha lasciato aperte e sulle quali non si possa passare oltre senza tentare di impostare risposte, fino ad ora non date. Ecco, una delle questioni a cui dobbiamo dare risposta è proprio la difesa delle prime vittime sacrificali del prossimo governo della destra. Dobbiamo dare risposte immediate a chi ci chiede di costruire l’opposizione per difendere i diritti di chi non ha diritti.

Sono contento dell’elezione della piccola squadra di compagne e compagni della lista rosso verde dell’alleanza dei Verdi e della Sinistra e della presenza di Ilaria Cucchi al Senato. Spero che nelle prossime ore ci possano essere sorprese sui sedici seggi della Sardegna e che quindi Francesca Ghirra possa essere eletta.

Cerchiamo di ripartire da qui. Coinvolgendo chi ha scelto una strada differente il 25 settembre ma è parte del nostro mondo. Cerchiamo di ripartire da un nuovo soggetto politico che restituisca soggettività e rappresentatività alle decine di milioni di persone che non hanno esercitato il loro diritto di voto. Un soggetto politico che sia espressione dei conflitti sociali, dell’ecologismo, del pacifismo e del femminismo.

1 Commento a “E adesso?”

  1. Ingmar scrive:

    Ciao, una cosa che non ho capito e trovo contradditoria nella destra è che si ha un gran dire dell’invidia nei confronti del ricco, che sarebbe tale perchè è in gamba, anzi porterebbe benessere e lavoro che solo con il capitalismo è possibile, bisogna addirittura abbassargli le tasse sperando che assuma e abbassi i prezzi. Però poi il povero è ugualmente frustrato e invidiosi, di chi? Del migrante o di chi prende il Rdc, ma che senso ha?

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