Emiliano Deiana: “La morte si nasconde negli orologi”

1 Giugno 2020
[Ottavio Olita]

“La storia è tua, Lettore. (…) Sta a te provare a individuare altri fili trasparenti che pure ci sono oltre a quelli che ti ho indicato per non consegnarti al precipizio, al vuoto, al subisso di questa vicenda”.

Così, al termine di una riflessione dal titolo ‘Coordinate sentimentali’, Emiliano Deiana chiude il suo sorprendente “La morte si nasconde negli orologi”. Romanzo, racconto lungo? Egli stesso non ne dà una definizione per cui, accogliendo subito il suo invito ad individuare un mio ‘filo trasparente’, io amo chiamarlo Poema in Prosa. E cerco di spiegare perché, indicando anche altri miei ‘fili trasparenti’.

Il primo. L’Autore ama, al termine del suo Poema, fornirci tante diverse coordinate per aiutarci a capire: da Tom Waits a Melville, da Vinicio Capossela a Thelonius Monk, dal Libro di Giona al Cantico dei Cantici. Ne manca una, che per me è stata la più immediata, fin dalla prima pagina, dall’arrivo di Ruth a Turmac: ‘Bocca di Rosa’ e De André. La similitudine tra le due donne non va oltre il treno utilizzato per l’arrivo e la ripartenza, mentre De André mi ha accompagnato per tutta la lettura. Forse è il gap generazionale con Emiliano Deiana, ma io nel suo Poema ho trovato la Gallura trasferita nell’America di Spoon River, le musiche di Fabrizio – più di ‘Suonatore Jones’ che di ‘Indiani’ -, come quelle di Paolo Fresu, i luoghi: l’Agnata, Tempio, Bortigiadas, Berchidda. Perché? È stato l’Autore a suggerirmelo. Nei ‘Ringraziamenti’ scrive che la storia di Ruth gli è stata raccontata da tante donne. Ed io ho immaginato la memoria delle mamme, delle nonne, delle zie di Gallura.

Il secondo ‘filo’ interpretativo l’ho ricavato da un breve dialogo tra due dei pochi personaggi positivi: Elimelech – che si rivelerà costantemente l’alter ego dell’Autore – e un non meglio definito viaggiatore del treno il quale chiede all’altro:

-Sarebbe bello leggere le tue storie…

-Non sono storie, sono combinazioni. Musica, forse…

-Poesie, allora.

-Nemmeno…tutto…tutto ruota su un unico filamento di frase. Il senso si perde, la storia non conta. Chi indovina l’inganno entra nel mio universo…

Lo chiama inganno, ma è l’indicazione utile per leggere questo libro d’un fiato, per farsi coinvolgere, per immergersi dentro, per trovare i più appassionati e appassionanti livelli di scrittura e lettura. Un ricamo, un intarsio di parole, non fine a se stesso, ma finalizzato alla costruzione della conoscenza dei personaggi i quali, anche se l’Autore si nasconde dietro la pudica affermazione ‘la storia non conta’, ne sono indimenticabili protagonisti. E se, sempre per pudore, non ama definirlo linguaggio poetico, il suo lo è ripetutamente anche nel ricorso a figure stilistiche come la sinestesia: ‘astigmatismo acustico’ (pag. 112); ‘Le ciglia impiastricciate di lettere di sonno’ (pag. 128); ‘epistassi di immaginazione (pag 146); ‘incendio d’acqua’ (pag. 149). Solo per citarne alcune, come esempio. Ma mai utilizzate per autocompiacimento. ‘Combinazioni’, dunque, per l’Autore, il quale specifica meglio il suo pensiero in un dialogo tra Elimelech ed Ethan, giovane appassionato di matematica.

“-I numeri sono come le parole.- Elimelech ripeteva la frase di Ethan anche se quell’affermazione non lo persuadeva affatto: i numeri ingabbiano le compiutezze. Al contrario le parole raccontano i dubbi, le imprecisioni, le incertezze, le approssimazioni”.

Terzo ed ultimo mio ‘filo trasparente’. Mi rendo conto, da quel che ho scritto finora, che, nonostante il titolo da simil noir, “La morte si nasconde negli orologi”, l’opera di Emiliano Deiana possa apparire come un mero esercizio stilistico, raffinato, molto ben riuscito… e basta. E invece no. La sua eleganza non è finalizzata a nascondere degradazioni e depravazioni umane, ma anche generosità ed eroismi, che vengono prima fatti intuire e poi fatti esplodere in una conclusione emozionante. Le donne, tutte vittime coscienti delle violenze, a cui non contrappongono gesta uguali e contrarie, ma una dolorosissima comprensione; uomini che nella loro depravazione non risparmiano neppure una bambina o una donna in avanzato stato di gravidanza; un pastore presbiteriano dal sermone carico d’odio e di minacce, zittito da un nano saltimbanco, Bildad, che ribatte alla sua disumanità, con una lettura opposta delle stesse Sacre Scritture utilizzate dal prete. Ma soprattutto il gesto eroico di un bellissimo personaggio – non ne voglio svelare l’identità perché è la vera, straordinaria sorpresa del Poema – che si fa carico delle colpe della comunità in cui vive e sente che quegli atti odiosi, quelle vergogne vanno punite in qualche modo, perché l’espiazione possa salvare tutti. E tutti, tranne il prete che non sa più essere uomo, rispondono a quell’appello disperato.

Prima di chiudere voglio regalare a me, prima di tutti, e a voi che leggerete, poche righe dedicate al sogno, alla speranza, al bello dell’altrove. Edith e Ruth dialogano su Parigi, sul rispetto per le donne, sui bistrots e sui boulevards.

“Nell’orgia della narrazione immaginava l’immenso trafugatole e pregò, fra sé e sé, che Ruth non la finisse più di descrivere i boulevards di Parigi, la gente, le storie.

-Tu ci sei stata, vero?- chiese.

-Molte volte, ogni volta che ho aperto un libro. Nello spazio fra una frase e l’altra, ci sono stata. E’ straordinario esserci, quasi come volare”.

Poesia, pura poesia, senza l’assillo della versificazione. Che tutto questo sia stato scritto da un uomo politico importante come Emiliano Deiana è una speranza aggiuntiva. In un’epoca devastata nelle relazioni e nell’economia, è indispensabile attivare immaginazione, creatività, capacità di progettare il futuro anche utopico, di sognare. Basta con le aride rendicontazioni, con le valanghe di slogan e accuse. Ben venga chi sa guardare prima all’umanità e ai suoi bisogni. Se Emiliano Deiana saprà tradurre nella sua azione politica la formidabile capacità creativa mostrata nel suo Poema in Prosa, potremo cominciare a sperare che qualcosa dell’aridità dell’oggi possa cambiare.

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI