Fascio-leghismo e dintorni

6 Febbraio 2018
[Marco Sini]

“Strage con l’aggravante dell’odio razziale”. Questo è il capo di imputazione che la Procura di Macerata ha individuato a carico di Luca Traini, l’autore del criminale attentato. Questo atto della Procura chiarisce inequivocabilmente la natura del reato.

Luca Traini è reo confesso e rivendica lucidamente l’atto commesso. All’indomani del criminale attentato terroristico, che dobbiamo declinare col giusto termine: “di stampo nazi-fascio-leghista”, mi è capitato di polemizzare in “Rete” non solo con persone dichiaratamente schierate col centro destra politico, ma anche con amici democratici, che giudico intellettualmente onesti, che hanno definito l’attentatore Traini: un “bipolare”, o un “folle”, o un “psicopatico”, o un “demente” o altre definizioni similari.

Ho spiegato che tali definizioni sono non corrette, riduttive e anche fuorvianti. Così come è riduttivo non attribuire a questo grave attentato una valenza politica. Traini è un lucido fascista-nazista- razzista con tanto di saluti romani, ceri di Mussolini, Mein Kampf di Hitler, che gli hanno trovato a casa insieme a libri (che ha letto) che gli raccontano un’altra storia sull’occupazione nazista dell’Italia (e lui ci crede), come abbiamo visibilmente osservato in un TG della RAI sul sopraluogo a casa sua. Traini ha partecipato a diverse iniziative della Lega di Salvini e a diversi “raduni” di casapound. Poi può anche darsi che le rotelle non le abbia tutte a posto, ma è il tipo di subcultura nazi-fascista-leghista che ha introiettato e a cui si è abbeverato che lo ha guidato “nell’Impresa eroica e patriottica”. Chissà negli incontri conviviali con altri fascio-leghisti ai quali ha partecipato quante volte avrà sentito e amplificato le parole di odio verso i “clandestini che ci invadono” che Salvini predica tutti i giorni.

Traini è un esecutore dei messaggi di odio razzista che respira negli ambienti che ha frequentato. Anche di Hitler si è detto e scritto che era un “pazzo”, ma aveva attorno moltissimi “sani di mente” che lo hanno assecondato. Anche questo Traini, ammesso e non concesso che fosse “folle”, aveva intorno molti sani di mente che lo hanno ispirato. Cosa significa che in questo gesto non c’entra la “politica”? In questa sua “impresa eroica”, come ha scritto Forza Nuova, c’è una valenza politica che spara ai “negri” e, tra l’altro, anche alla sede del PD.

Ho anche posto l’interrogativo del perchè gente che milita nel PD o in Liberi e Uguali, o in Potere al Popolo, o anche, per non essere accusato di partigianeria, anche in Forza Italia o nel Movimento 5 Stelle, non spara a nessuno, mentre questo Traini a Macerata, o quell’altro fascista di Firenze che due anni fa ha sparato contro i due senegalesi, appartengono comunque a un “credo politico”. Sminuire il gesto rubricandolo a “follia” o a “conseguenza della emigrazione votata a delinquere”, come fa anche il centrodestra politico, accomunandolo in un improponibile bilanciamento l’orrendo delitto della ragazza di Macerata, e accusando la sinistra di non praticare questo bilanciamento, significa rimuovere il fatto che nel paese è in atto una massiccia e chiassosa recrudescenza neofascista, negazionista e razzista che l’ANPI da tempo va denunciando come eversiva della Costituzione repubblicana antifascista.

Rubricare l’attentato stragista a “gesto di un folle” significa negare che questo atto e simili analoghi atti criminali nascono in questo “brodo di coltura”, e significa in qualche modo se non “giustificarlo” almeno “comprenderlo”.

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