I diritti

1 Dicembre 2013
locandina_MESEDIRITTI_2013Marco Ligas

Il comitato sardo “Stop Opg” ha promosso una campagna di sensibilizzazione per l’affermazione dei diritti umani. Questa iniziativa ci ricorda come sia fondamentale parlare dei diritti dei cittadini, parlarne e soprattutto praticare comportamenti che siano tesi al superamento delle disuguaglianze e delle sopraffazioni che le determinano.
Accogliamo perciò questo invito e ci impegniamo a sensibilizzare cittadini, associazioni e partiti democratici perché cresca l’impegno necessario per sconfiggere l’emarginazione delle persone che vivono il disagio.
Al tempo stesso siamo consapevoli come il diritto alla salute e alla sua tutela deve convivere con quello più generale che riguarda le libertà.
Purtroppo nel nostro paese crescono le disparità; colpiscono anche strati sociali nuovi, sinora rimasi fuori dal processo di impoverimento iniziato da qualche decennio. Questo fenomeno non può certo considerarsi meno devastante perché coinvolge, seppure in maniera differente, tutto l’occidente. È diventato un indicatore di come la globalizzazione si stia affermando come un processo che riduce la ricchezza reale dei paesi, accentua le differenze sociali e tende a ridimensionare la democrazia; non si contano più i vincoli che vengono imposti ai singoli Stati da organismi europei e internazionali non eletti dai cittadini (UE, BCE, FMI).
Alla riduzione della democrazia e alla progressiva limitazione delle libertà vengono date, dai singoli governi, spiegazioni parziali che falsificano persino la realtà. Si fa un gran parlare dei debiti dei vari paesi e della necessità di contenere le politiche del welfare presentate come causa dei disastri dei bilanci pubblici ma non si dice una parola sui fallimenti delle politiche finanziarie che sono all’origine, le vere cause, della crisi di questi ultimi anni.
Ciò che serve preliminarmente per invertire la tendenza attuale, per la difesa dei diritti, è l’assunzione di atteggiamenti e di scelte che rompano con la dipendenza dagli organismi internazionali che programmano le politiche dei vari Stati pensando non ai bisogni dei cittadini ma alla difesa dei centri di potere legati alle speculazioni finanziarie.
Bisogna fare il contrario di quel che propongono questi organismi: servono nuovi investimenti razionali perché non è pensabile una ripresa dell’occupazione attraverso la contrazione della spesa pubblica.
Questo cambiamento sarà possibile se gli sprechi del denaro pubblico e le forme di corruzione presenti nelle amministrazioni pubbliche e nelle formazioni politiche saranno eliminati. Non di meno dovranno essere recuperati i capitali sottratti al fisco dalle grandi società finanziarie e da tutti coloro che cercano di arricchirsi illegalmente.
Parlando di queste cose non possono sfuggire le notevoli difficoltà che si incontreranno nel tentativo di ripristinare una convivenza tra le istituzioni e i cittadini fondata sull’onestà e sul rispetto dei doveri e dei diritti. Non è esagerato sostenere che servirebbe una vera e propria trasformazione delle coscienze.
Ma è proprio per queste ragioni che i rappresentanti delle formazioni politiche che sostengono di impegnarsi per il cambiamento dovrebbero dare i primi segnali credibili per riconquistare la fiducia degli elettori, ormai ridotta ai minimi termini. Ne saranno capaci? Sinora non hanno dato indicazioni incoraggianti.
L’invito che ci viene rivolto dal comitato “Stop Opg” ci impone comunque di non capitolare e di continuare nel nostro impegno.

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