I pastori non si arrestano

26 Marzo 2023

[red]

Mercoledì 29 marzo si svolgeranno a Nuoro le due udienze finali di due distinti procedimenti penali in cui 13 pastori sono imputati con l’accusa di blocco stradale.

Probabilmente nella stessa data verrà letta la sentenza per entrambi i processi. Per la prima volta dalla ripenalizzazione del blocco stradale da parte del governo Salvini, un giudice si troverà a decidere nel merito di questo specifico reato per una manifestazione di lavoratori in lotta.

I fatti contestati risalgono a due manifestazioni avvenute nel febbraio 2019 sulla strada 131 dcn presso gli svincoli per Lula e per Siniscola. Come ricordato da tutti i testimoni, entrambe queste manifestazioni si svolsero senza alcuna violenza, in un clima disteso e con la partecipazione di un gran numero di persone.

Fra tutti i partecipanti a tali manifestazioni alcuni pastori sono stati scelti dalla polizia per essere denunciati e ora vengono giudicati per un reato punibile fino a 6 anni (12 anni con l’aggravante delle più persone riunite) “perché in concorso tra loro, senza nessun preavviso all’Autorità di Pubblica sicurezza, si riunivano e organizzavano una manifestazione contro il basso prezzo del latte, bloccando e rallentando il traffico sulla 131, versando sul manto stradale bidoni di latte”.

Così viene descritta nel capo d’accusa una delle proteste popolari più importanti degli ultimi decenni, che aveva scosso la Sardegna intera, riempiendola di orgoglio e di solidarietà. Per questo motivo l’associazione Libertade ha indetto un sit in di solidarietà mercoledì 29 marzo alle 10:00 davanti al tribunale di Nuoro a cui invitiamo a partecipare tutta la popolazione.

Chiediamo inoltre alle forze sociali, sindacali e politiche di esprimersi prendendo posizione su questa vicenda, per difendere diritto dei lavoratori di esprimere il proprio malcontento, scendendo in strada a manifestare senza temere rappresaglie giudiziarie per questo motivo.

Riteniamo che sia molto importante la vicinanza che potrete dimostrare verso chi non ha chinato la testa, perché parteggiare per loro oggi significa affermare diritto del nostro popolo di difendere la propria dignità.

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