Ratti d’Europa

11 Agosto 2011

Marcello Madau

Un agosto immersi nella crisi! Incrociamo allora la vacanza con la necessità di fornire punti di vista diversi da quelli che leggiamo comunemente in questi complicati giorni, che preparano altre vessazioni contro le classi popolari.

La crisi precipita, lo ammette persino Gianni Letta (che vista lunga), ma – almeno dalla nostra parte – dovremo evitare l’omologazione al liberismo, l’accettazione acritica delle misure europee; almeno dubitare dell’unirsi parlamentare per salvare l’Italia (e accettare tutti assieme le misure antipopolari dell’Unione Europea).
Le politiche economiche imposte dall’Europa non sono buone per il solo fatto che svergognano il governo italiano e Silvio Berlusconi. Sono piuttosto un tentativo molto avanzato del capitalismo, in particolare quello finanziario, per attaccare le classi subalterne, i diritti sociali, il diritto al lavoro e all’esistenza, i beni comuni e l’accesso di tutti ad essi. Una crisi reale molto ben costruita.
Dietro l’ideologia del pareggio del debito pubblico è sempre più trasparente l’aggressione a lavoratori e disoccupati, a scuola e sistema della conoscenza, sanità, previdenza pubblica, e l’affermazione di un liberismo che è in crisi e non trova altri margini di profitto. La richiesta della Finlandia di ipotecare il Partenone a garanzia del debito greco è un segnale che questo processo investe anche beni culturali e paesaggio.
Lo scenario europeo è perciò – all’interno di quello planetario – il vero scenario della nuova lotta di classe e della battaglia per i beni comuni, del quale noi rappresentiamo un pezzo importante: ambìto dalla speculazione, perché l’Italia– a causa della debolezza politica del governo e dell’attuale sinistra – può rappresentare un boccone prelibato per gli speculatori: ecco la ragione del continuo focus verso il sistema pensionistico e le aziende partecipate dei comuni, da ‘liberalizzare’ per consentirne l’accesso alla finanza privata multinazionale, come stava già succedendo con l’acqua. La mira di indebolire i contratti nazionali e i diritti legati al lavoro.
Se non capiamo tale quadro ci manca la comprensione della struttura entro la quale opera il movimento reale delle cose, degli avversari e delle alleanze necessarie. Anche questa è una buona ragione per essere, nella fase storica che viviamo, europeisti.

Vi proponiamo allora in calce a questo commento, con un pdf scaricabile, una lettera straordinaria firmata da centinaia di economisti, promossa poco più di un anno fa da Bruno Bosco (Università di Milano Bicocca), Emiliano Brancaccio (Università del Sannio), Roberto Ciccone (Università Roma Tre), Riccardo Realfonzo (Università del Sannio) e Antonella Stirati (Università Roma Tre) , davvero – ma senza magia – profetica!
E’ un documento molto utile per orientarci nella crisi finanziaria ed economica di oggi e le responsabilità del liberismo. Una delle conseguenze è che lo scenario di lotta e alleanze sociali non può che essere vasto…almeno quanto lo scenario ed i soggetti di questa crisi.

Ognuno di noi dovrebbe ricordarsi della centralità dell’economia e frequentarla – anche se non è facile – criticamente. Faticare a leggere, ad imparare, anche se è meno facile che parlare per slogan.
Proponiamo, assieme alla lettera, altri articoli molto interessanti del prezioso sito http://www.economiaepolitica.it, sito che a sinistra quasi ignoriamo e che abbiamo invece la fortuna di avere.
Essi sono di queste settimane e rappresentano un punto di riflessione prezioso e competente che appare irrinunciabile. Ad essi aggiungiamo un altro sito ugualmente irrinunciabile, http://sbilanciamoci.info per formarsi idee e punti di vista ‘dalla parte del torto’ grazie a interventi di alto livello.

Lettera degli economisti (2010).

Sergio Cesaratto, Il redde rationem dell’Europa;

Antonella Stirati, Le agenzie di rating e la politica europea;

Rosaria Rita Canale, I mercati finanziari, braccio armato della politica fiscale europea.

da ‘Sbilanciamoci’:

Domande e risposte sui perchè della crisi

Immanuel Wallerstein, Corsa alle scialuppe di salvataggio: l’euro ce l’ha fatta?

1 Commento a “Ratti d’Europa”

  1. Francesca Cau scrive:

    Giuste considerazioni, soprattutto quella di leggere e studiare l’economia, materia meno ardua di ciò che sembra ma spiegata da molti giornali e siti web in modo parcellizzato e slegato da una necessaria visione complessiva. Conviene preparasi, o almeno prepararsi più a fondo e rigorosamente, per il futuro prossimo che ci aspetta e per poter, parafrasando i terribili “Chicago Boys”, trasformare una crisi in una opportunità. L’opportunità la conosciamo. Per farla fruttare, però, dovremo conoscere meglio la crisi.

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