Il cerchio magico

16 Dicembre 2016

Felice Cirulli – Muri scrostati

Graziano Pintori

Il Cerchio Magico nel gergo politico italiano sta a indicare un gruppo (amicale e/o familistico) di persone fidatissime di un leader politico. Con questo significato è stata definita La Corte di Arcore, poi, sulla base della provenienza geo – culinaria, è comparso il Tortellino Magico di bossiana e bersaniana memoria. Queste definizioni, parlando seriamente, ricordano certi clan politici che hanno governato negli ultimi venti e più anni la nostra Repubblica, compreso anche l’ultimo dei clan: quello del Giglio Magico, targato Firenze. Si tratta di un gruppo di giovani politici e rottamatori che hanno fatto credere di essere esportatori di un nuovo rinascimento politico, mentre invece si è trattato del trasloco di armi e bagagli da Palazzo Vecchio verso i ministeri, le partecipate, le segreterie e tutti gli altri posti di comando e di potere che stanno nei palazzi dei poteri romani, in primis Palazzo Chigi. C’è voluto poco per capire che il clan di Renzi a Roma aveva esportato poco o nulla di quello che fu l’umanesimo Rinascimentale e, tanto meno, dell’insegnamento umano e sociale praticato dall’indimenticato sindaco di Firenze Giorgio La Pira, eletto nella Costituente nelle liste della DC e componente della Commissione dei 75.

Più che una missione contro il medioevo gotico, chiuso e tetro della politica centralizzata romana, è stata, l’azione della cerchia del giglio, un’occupazione seguita da uno spodestamento dei boiardi di stato e di partito per essere sostituiti da altri accoliti, i cosiddetti yes- man alla corte di Renzi. Con lo Jobs Act, l’abolizione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, l’uso sprovveduto e vergognoso dei Voucher in tutti i settori lavorativi, l’emarginazione della sinistra, della CGIL, delle RDB, dei Cobas, dell’Anpi, la precarizzazione scolastica, sanitaria e del lavoro in generale ecc. ecc. sta a significare che questi del Giglio Magico hanno agito secondo un progetto politico e amministrativo impudente. Per andare ancora più a fondo della questione, Renzi e compagnia bella aveva l’obiettivo finale di normalizzare tutti gli scempi sociali ed economici perché sicuro di  rottamare con un referendum la Carta Costituzionale, ossia l’unico baluardo democratico cui gli italiani possono fare appello per difendere ciò che ancora resta dei diritti fondamentali.

Un rischio sventato grazie a quel 60% di italiani che resisi conto del pericoloso disegno politico coscientemente hanno respinto il tentativo di cancellare la Costituzione Italiana nata dalla Resistenza. Parlo di Renzi quale esecutore dei misfatti perché dietro di lui ci sono i cattivi maestri: l’immarcescibile Napolitano e il sistema bancario italiano e, in particolare, quello toscano; la Confindustria e la Fiat di Marchionne; poi, per uscire dal cortile di casa nostra, troviamo Tony Blair l’oliatore degli ingranaggi delle banche europee e mondiali, compresa la JP Morgan, responsabili della torchiatura a cui sono sottoposti lavoratori e cittadini del continente europeo. Oggi, dopo la batosta referendaria, il clan di Renzi lavora sottobanco per non perdere gli appigli solidi che ancora lo agganciano al potere, il governo Gentiloni ne è la prova. Non a caso, per dimostrare che non è un perdente, il PD, la vera macchina da guerra, è sempre sotto stretto controllo di Renzi, tanto da apparire come chi sceglie le carte con le quali si condurranno i giochi del prossimo congresso nazionale.

Il Giglio Magico, con la sua straripante potenza, ha alimentato su scala nazionale la cinica disinvoltura con cui si sono occupati i Palazzi del potere da parte della politica. In Sardegna, a Nuoro, il Giglio Magico, che per motivi puramente botanici e ambientali lo chiameremo il Leccio Magico, ha messo radici nel bosco di S. Onofrio, da dove offre la sua ombra al Palazzo dell’ISRE (Istituto Sardo Regionale Etnografico) o semplicemente Museo del Costume. Un Palazzo che in questi giorni sta subendo l’ultimo assalto da parte del Partito Democratico, il quale, passando dal Palazzo della Provincia, dimostra la forza che esercita su questa città.

Nuoro è stata un forte avamposto del centrosinistra, però alle ultime amministrative non ha retto l’urto di un’alleanza di Liste Civiche capeggiate dall’avv. Andrea Soddu. Perdere l’amministrazione cittadina non significa “mollare l’osso” della spartizione degli incarichi che richiedono il beneplacito della RAS, governata dal centrosinistra del Prof. Pigliaru. Infatti, sul cielo nuorese soffiano tre correnti che dominano la politica grazie all’energia che traggono dall’ombra del Leccio Magico: la corrente del Sen. Cucca cui fa riferimento l’attualissimo presidente dell’ISRE Peppino Pirisi; la corrente Deriu cui fa riferimento il nuovissimo Direttore Generale dell’ISRE Manuel Delogu; la corrente Cabras-Fadda che ha volto il soffio verso il palazzo provinciale, cui fa riferimento il modernissimo Costantino Tidu con l’incarico di sub-commissario dell’ente territoriale. Un nuovo incarico da trascrivere nella bibbia Cencelli. Su queste correnti scatenatesi nel cielo barbaricino nulla da eccepire, nulla di irregolare anche perché, dove necessario, non mancherà il bacio accademico del Prof. Pigliaru, che ratificherà le scelte dei nuovi incarichi in nome del popolo PD e del popolo sardo.

Il Leccio Magico…non capisco… perché Magico? Giacché di magico c’è ben poco, poiché queste operazioni sono così palesemente supponenti e trasparenti che parlare di competenze, di professionalità e onestà intellettuale è come guardare il dito anziché la luna che è indicata.

Bonu prode a sa democratzia.

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