Il nostro tempo è adesso

6 Aprile 2011

Red

Uno strano lavoratore si aggira per l’Europa. Ecco il collegamento all’appello.
Specializzato, professionale, colto, non occupato.
Il ritmo misura il tempo della sua e della nostra esistenza: precaria.
Può anche essere contro la famiglia, ma se la volesse non potrebbe costruirla facilmente. Può amare il nomadismo, ma se volesse un tetto, sarebbe troppo caro. Non crede molto nel piano quinquennale sovietico, ma se volesse programmare il suo futuro Brunetta e Berlusconi lo chiamerebbero comunista. Quanti comunisti…
Noi appoggiamo la battaglia dei precari, comunisti e non comunisti.
Siamo intervenuti spesso su questo tema, da ultimo nel nostro recente ‘Numero speciale sul lavoro’. Ci ritorneremo.
Il lavoro di qualità, il diritto all’esistenza, la produzione cognitiva: questi fantasmi si stanno organizzando, al lavoro precario corrisponde ora un impegno fisso.
L’appello è promosso da un archeologo, due giornalisti, un portuale, un ricercatore, un sindacalista, un imprenditore, una scrittrice, un’operatrice dello spettacolo, un assegnista universitario.
L’appuntamento è per sabato prossimo a Roma alle 15, in Piazza Repubblica, e in tanti altri posti d’Italia.
Affolliamoli di nuovo!

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