La COP30 di Belém entra nel vivo

19 Novembre 2025

[red]

A 10 anni dagli accordi di Parigi si torna in Brasile tutto dove è cominciato per salvare le COP. Due attiviste di Fridays for Future Italia scelte dal movimento per seguire la COP30 sono in presenza a Belem.

Molti i temi scottanti per cui il movimento si unirà alla pressione delle organizzazioni della società civile da tutto il mondo organizzata dal contro summit che si è svolta in contemporanea all’università di Belem.

Per questo Fridays for Future Italia sostiene le richieste di: definire un phase out da tutte le fonti fossili con tempistiche chiare e dettagliate; stanziare fondi per l’adattamento 12 volte superiori agli attualmente disponibili; disporre finanziamenti per le perdite e i danni in grado di coprire i danni materiali e immateriali che le comunità subiscono a causa della crisi climatica, con un fabbisogno minimo di 400 miliardi di dollari all’anno; stabilire un embargo energetico globale e della fine delle forniture di combustibili fossili da e verso Israele, attraverso le quali i paesi stanno diventando complici di genocidio; spingere gli stati alla revisione dei propri contributi determinati a livello nazionale (NDC) includendo misure e politiche concrete in linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento a 1,5 gradi; introdurre un’imposta minima del 2% sul patrimonio dei centimilionari; cancellare il debito e fornire finanziamenti senza interessi, anche per quanto concerne i fondi per le foreste e aumentare il NCQG a 1,3 trilioni di dollari all’anno entro il 2035 a favore dei paesi MAPA, anche per affrontare le perdite e i danni.

La COP30 di Belém entra nel vivo in questo suo ottavo giorno. La seconda settimana si apre con un’accelerazione senza precedenti: la Presidenza brasiliana mette sul tavolo il Belém Package, una doppia cornice negoziale per provare a chiudere entro venerdì ciò che il mondo aspetta da anni.

Fridays for Future Italia dichiara che “Mentre i popoli indigeni, i movimenti e decine di migliaia di persone continuano a riempire le strade chiedendo giustizia climatica, dentro la #BlueZone si decide il futuro di finanza, adattamento, trasparenza, e soprattutto della transizione away from fossil fuels. Tra shuttle diplomacy, #mutirão e pressioni della società civile, le prossime ore saranno decisive: si costruirà finalmente una roadmap per uscire dai combustibili fossili? Si garantirà la finanza promessa ai Paesi più vulnerabili? Si ascolteranno le comunità che resistono in Amazzonia e nel Sud globale? Noi continuiamo a seguire, raccontare e denunciare. Perché la COP è lontana, ma ciò che si decide a Belém riguarda tuttɜ noi: senza giustizia climatica non c’è futuro — né qui né altrove”.

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