La Maddalena in attesa del gigante

16 Aprile 2008

BUDELLI ARCIPELAGO DI LA MADDALENA
Roberta Pietrasanta

C’è un silenzio tutto da gustare sul molo di La Maddalena in un giorno di aprile, poco più di un anno prima del grande evento. Un silenzio che non esisterà fra un mese, che sa di pausa e di attesa, di dismissioni e di nuovi imponenti arrivi. L’impero americano ha mollato gli ormeggi, ma sono già pronti a sbarcare nuovi imperatori e anche se per poco, il loro passaggio sembra destinato a lasciare un segno e nuove volumetrie su questo tratto di terra granitica e turchese.
Quindici mesi prima del G8 ci affacciamo sull’isola a nord est della Sardegna per coglierla nel suo spazio liminare, presa fra il silenzio avanzato dalla dipartita militare e il brusio di chi si affretta a mettere in ordine e riorganizzare casa prima dell’arrivo di un ospite importante. Gli arredamenti bisogna però pensarli bene perché l’ospite è un vertice mondiale che vuole La Maddalena regina fra un anno, mentre lei veste ancora i panni dell’orfanella.
Un’ora, un’ora e un quarto d’attesa. Al palazzo comunale il sindaco, Angelo Comiti, c’è ma non si vede. Riunioni con gli imprenditori locali, incontri con gli studenti che vogliono sapere che sarà della loro isola dopo il G8, telefonate a go-go, hanno risucchiato il primo cittadino in un vortice che lo risputerà fuori da una delle stanze solo e d’improvviso, con una sigaretta in mano da accendere e tante cose ancora da fare.
Del resto avere i capi di Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Inghilterra, Italia, Canada e la Russia come ospiti non è proprio roba da tutti. Come non tutti i giorni arrivano 170 milioni di euro in una botta.
C’è un intero territorio da rimettere in sesto. Un porto da rifare e un eliporto da migliorare, alberghi da allargare e qualcuno da costruire, strade da sistemare, la rete idrica da adeguare per nuove migliaia di utenze: il resto è macchia mediterranea affacciata sopra un mare ancora per poco senza yacht e turisti.
Sul versante dell’isola che vede Budelli e il resto dell’arcipelago, in località Bassa Trinità, un intero villaggio guarda il mare fra lentischio e fiori di ginestra, ma è rimasto senza abitanti. Gli ultimi americani hanno lasciato la Seis nel marzo scorso. Le case sono basse, costruite con una certa accortezza architettonica quasi quarant’anni fa da una società romana per un cliente con un nome importante: Pentagono. All’interno è un residence con una scuola, un’area giochi, 134 mini villette un tempo abitate da circa duemila persone, stradine e giardini soltanto di recente lasciati all’incuria. E gatti. Tanti gatti vagabondi e coi miagolii da amori primaverili, ma senza più padroni, scomparsi in fretta e senza avviso.
La Seis come residence turistico non è certo un’idea originale e la Regione potrebbe accelerare i tempi burocratici per permettere al gruppo Ligresti, proprietario dell’area da un anno, la riconversione a villaggio residenziale con un aumento delle volumetrie pari attualmente a 60 mila metri cubi. Il sindaco intanto però annuncia la firma di una convenzione fra l’università di Sassari, la Fiera di Milano e la Confcommercio nazionale per la realizzazione in quest’area di una scuola di alta formazione sul turismo: “sorgerà un polo formativo post universitario per quadri di medio e alto profilo” precisa Comiti con certo orgoglio, ricordando che non tutto avrà la forma di albergo a cinque stelle ne La Maddalena del 2009 in poi. “C’è un piano urbanistico comunale approvato nel 2004 che consente una crescita delle volumetrie su tutta l’isola per un milione e settecento mila metri cubi: di questi – aggiunge Comiti – circa 250 metri cubi sono destinati a ricezione turistica”.
Così gli alberghi ci saranno e come: uno sviluppo che sarà alimentato da fondi pubblici e investimenti privati. Su 22 istanze per la realizzazione di alberghi e residence presentate alla giunta regionale sono stati ammessi 11 progetti che saranno realizzati con una serie di prescrizioni. La metà di questi sarà costruito ex novo, gli altri rivivranno sopra strutture già esistenti. Cala lunga, Stagno torto, Padule, villa Weber sono solo alcune delle località sull’isola in cui saranno aperti cantieri a cinque stelle con fondi privati. Il comparto a est invece sarà interessato dai lavori finanziati da fondi pubblici, circa 170 milioni di euro fra stanziamenti governativi e fondi comunali. Le aree con l’intervento più massiccio sono quelle dell’Arsenale e dell’ospedale militare, cuore pulsante del G8 e successivamente destinati a diventare polo nautico e turistico. L’ospedale, ancora oggi infermeria della scuola militare, sarà riconvertito ad albergo extra lusso, mentre nell’arsenale sorgerà un altro grande hotel con centro stampa e tutti i servizi necessari per i giorni del G8: ma in questa zona è anche prevista la realizzazione di un grande polo nautico con quindici mila metri quadri di salone espositivo. Davanti saranno ricostruite le banchine portuali e l’eliporto. Non lontano la caserma Faravelli diventerà un albergo, mentre la caserma Sauro sarà trasformata in un centro polifunzionale per il municipio. Tutt’intorno la città subirà dei cambiamenti più o meno visibili. Nel cuore del porto, dove ancora attraccano e salpano i traghetti in collegamento con Palau, sorgeranno numerosi pontili per un totale di 700 posti barca dedicati al diporto, mentre l’area traghetti sarà trasferita temporaneamente presso la banchina delle poste per poi finire probabilmente in zona Padule. Sarà risistemata la rete idrica inadatta a sopportare un aumento delle utenze che se in inverno sono 12 mila circa, con la bella stagione arrivano a toccare le 45 mila unità, mentre per il summit sono previste 20 mila presenze. Con l’aumento delle volumetrie dopo i lavori aperti per il G8 La Maddalena potrebbe contare oltre 3500 posti letto in più, fra alberghi e residence, secondo le stime del sindaco. Il resto dell’arcipelago, come garantisce Comiti, “resterà natura incontaminata”. Occorrerà capire invece quanto contamina la parte che sarà costruita sull’isola madre, fra stelle e yacht, snellimenti burocratici e grandi allestimenti, in questa temeraria ed epocale attesa prima dello sbarco del G8.

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2 Commenti a “La Maddalena in attesa del gigante”

  1. Giovanna Rossi scrive:

    Ho letto l’articolo con un misto di piacere a apprensione. Sono nata a La Maddalena, e pur vivendo altrove, è sempre nel mio cuore: conosco tutti i luoghi e e le costruzioni citate. Il G8 è un occasione incredibile, speriamo sostenibile. Soprattutto auguriamoci che gli interventi sull’isola, non siano e rimangano solo rivolti al turismo, che quello già c’è, basta e avanza e quel che è peggio al turismo di èlite. Ottima l’idea invece di creare Centri di Studio, di Specializzazione, di Lauree particolari magari legate all’ Amiente e al Turismo che diano una svolta anche culturale all’Isola. La Maddalena è una perla e tutti quelli che la amano vorrebbero che rimanesse tale.

  2. Mario Bittu scrive:

    Sono un maddalenino residente in emilia r. dal 68 e ogni volta che torno allo scoglio mi si stringe il cuore nel constatare come ancora non vi sia una classe dirigente degna. Come si possono costruire edifici orribili come il miralonga o la gettata di cem.armato dietro l’ex cinema in cala gavetta?credo che i maddalenini meritino piu rispetto .preferirei un turismo d’elite perche’ i cosiddetti vip di solito ristrutturano per mantenere le caratteristiche dei luoghi (r.pozzetto insegna).le grandi colate di cemento servono solo ad ospitare orde di turisti che per 10 gg l’anno portano pochi soldi e tanta rumenza.impariamo dal trentino!perche’ caro sindaco e c.non obbligate a recuperare le innumerevoli case diroccate del centro?perche’ ci vogliono le palle per prendere certe decisioni,per investimenti lungimiranti e rinunciare a due soldi immediati.intanto anche punta nera e’ piena di loculi disabitati per 350 gg!

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