La necessaria indignazione per l’hospice di Nuoro

16 Aprile 2021

[Amedeo Spagnuolo]

Da anni assistiamo allo scellerato smantellamento della sanità sarda, soprattutto nel centro Sardegna, chiusure di tutti i presidi considerati “marginali”, chiusura e ridimensionamento dei reparti, una continua emorragia di medici e personale sanitario a cui la politica regionale non sopperisce.

Dalla Regione le uniche risposte che arrivano sono poco convincenti, comunicano, come fosse una litania, continue difficoltà a fare concorsi per nuovo personale. Mentre però gli ospedali si svuotano, la popolazione sarda continua a essere umiliata e presa per i fondelli, infatti, è di questi giorni la notizia che in Consiglio regionale è in discussione il DL 107, con cui si spendono cifre di svariati milioni di euro annui per l’assunzione di 60 nuovi dipendenti per il maxi staff della Giunta Solinas. Di fronte a queste vergognose manovre pseudopolitiche finalizzate a soddisfare i soliti appetiti dei nostri insaziabili politicanti, si apprende che si tenta di risparmiare qualche spicciolo chiudendo l’hospice di Nuoro, sulle spalle della sofferenza di malati terminali e delle loro famiglie coinvolte in un dolore indicibile. Cosa aspettano il “governatore” Solinas e il suo Assessore Nieddu per intervenire immediatamente e porre rimedio a questa vergogna!

Come possiamo definire una classe politica che non vuole tenere aperta una struttura fondamentale come l’hospice di Nuoro, si rendono conto che in quei luoghi è possibile rendere la parte terminale della vita di tante persone un percorso meno doloroso e angosciante per il paziente, ma per tutta la famiglia che, inevitabilmente, sprofonda in una disperazione inenarrabile. Però questi politicanti si riempiono la bocca con la medicina robotica che porterà a Nuoro decine di esperti da tutta Italia (anche questo è da verificare). Che importanza hanno per questi “pozzi” che non hanno un fondo, oltre a non avere una coscienza,  qualche centinaia di poveri disperati che nulla più possono offrire alla brama di potere di questi uomini degenerati che hanno venduto l’anima alla frenesia del profitto e del potere e che non vedono più nulla se non il colore degli euro che intascano con i loro lauti stipendi e i salamelecchi dei loro servi che li hanno sostenuti portando la vergogna in Sardegna, facendo della nostra regione una delle prime, in Italia, a guida leghista! Sembra incredibile, la regione che ha dato i natali a Gramsci, Lussu, Berlinguer ora si ritrova a essere governata da una giunta a guida Solinas. Il problema però è molto più ampio, è un problema di sistema politico, il capitale, come la natura matrigna di Leopardi, l’uomo non lo vede nemmeno, va avanti per la sua strada, ma nel caso della natura ciò è giusto e inevitabile, non essendo nata per essere strumento nelle avide mani dell’uomo che cerca ossessivamente, per i suoi sporchi interessi economici, di distruggerla. Il sistema capitalistico è una allucinante organizzazione economica che lucidamente e avidamente ha creato un mondo nel quale l’abnorme ricchezza dei pochi prospera sui sacrifici di quelli ai quali spettano le briciole e sulla graduale eliminazione per fame, per sete, per guerra ecc. di tutte quegli esseri umani che hanno avuto la sfortuna di nascere nella parte più povera del mondo. In questo inferno costruito con puntigliosa organizzazione da quel ceto che una volta veniva definito dell’alta borghesia e che poi, col passare degli anni, ha assunto la definizione più adeguata di capitalismo selvaggio e senza scrupoli, tutte le dimensioni del vivere sociale devono adeguarsi, infatti, il sistema non può funzionare a pieno regime se ci sono delle falle, se ci sono delle aree che in qualche modo danno l’impressione che un altro mondo è possibile e che alle perversioni capitaliste è possibile contrapporre un modo di vivere più semplice, più umano, più equo e soprattutto più giusto rispetto a quello proposto dall’infame struttura del capitale. Per questo settori fondamentali come la sanità e la scuola sono da decenni sotto attacco, il capitale non può tollerare che al suo interno esistano delle macro organizzazioni che in qualche modo ancora riescono a resistere alle lusinghe dell’avidità capitalista. È come se la religione dell’accumulazione capitalistica temesse l’eresia di una salute e di un’istruzione gratuite per tutti perché tale impostazione potrebbe allargarsi ad altri settori e quindi far crollare come un castello di carta l’illusorio mondo del “benessere” occidentale. E dunque, torniamo al punto, affondiamo i piedi nel fango e dall’analisi teorica passiamo alle conseguenze concrete della scellerata ideologia di cui sopra. Il fango che schizza dappertutto ci colpisce in pieno viso, ma ancora non riusciamo a capire che per proteggerci dal fango dobbiamo essere in molti e farci sentire lontano, fino a Cagliari. Se voi ci lordate con il vostro fango privando tante persone disperate di quel sollievo che un hospice può concedere a pazienti e famiglie, allora tutti noi, la massa, il popolo, la società, chiamatela come volete, abbiamo il sacrosanto diritto di ribellarci, una ribellione civile, la si potrebbe chiamare, con la quale medici, infermieri, pazienti, famiglie, società civile, insegnanti, operai, pastori, insomma il popolo, finalmente si rimetta in cammino e occupi e, se necessario, autogestisca tutto ciò che i predatori vogliono ancora toglierci!

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