La Sardegna circondata da torri eoliche

2 Luglio 2022

[Stefano Deliperi]

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha presentato (28 giugno 2022) due specifici atti di opposizione al rilascio delle concessioni demaniali marittime per la realizzazione di altrettante centrali eoliche offshore flottanti.

Centrali richieste rispettivamente dalla Zefiro Vento s.r.l. nel mare della Gallura settentrionale (prospiciente i litorali di Olbia, Arzachena, Golfo Aranci, La Maddalena) e dalla Acciona Energia Global Italia s.r.l. nel mare della Sardegna occidentale, fra Capo Marrargiu e Capo Mannu (prospiciente i litorali di Bosa, Villanova Monteleone, Alghero, Cuglieri, Tresnuraghes, Narbolia, San Vero Milis).

La Zefiro Vento s.r.l. ha chiesto (qui la precisazione sul soggetto proponente) una “concessione demaniale marittima, per la durata di anni trenta, di uno specchio acqueo della superficie complessiva di 1.747.501.960 m²” per la “realizzazione di un impianto eolico offshore costituito da n. 210 aerogeneratori con una potenza elettrica di 15 MW ciascuno, per un totale di 3150 MW, installati su strutture galleggianti, le quali saranno ancorate al fondale tramite catenarie o cime, sottostazioni galleggianti e relativo percorso di cavidotti sottomarini per il collettamento dell’energia prodotta dagli aerogeneratori e relativo trasporto alle stazioni di trasformazione”.

La Acciona Energia Global Italia s.r.l. ha chiesto una “concessione demaniale marittima, per la durata di anni trenta, della superficie complessiva di 3.261.665,02 m² (di cui 13.548 m² di area coperta da strutture flottanti di facile rimozione, ingombri fondazioni galleggianti delle turbine eoliche e della stazione elettrica HVAC; nonchè 3.248.117,02 m² di area rimanente (sorvolo turbine eoliche, cavidotti offshore e area di rispetto/sicurezza)” per la realizzazione di una centrale eolica offshore con 32 aerogeneratori (480 MW di potenza complessiva), cavidotti, sottostazioni, connessioni alla rete nazionale alla  centrale di Fiume Santo.

Il GrIG, come negli altri analoghi casi, ha chiesto il diniego della concessione demaniale in assenza di pianificazione e di procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) e di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.).

L’assalto ai mari della Sardegna.

Complessivamente sono stati predisposti e depositati presso gli uffici della Capitaneria di Porto di Cagliari ben sei progetti di centrali eoliche offshore nei mari della Sardegna meridionale, con 174 aerogeneratori in tutto previsti.

Altri due progetti sono stati depositati presso gli uffici della Capitaneria di Porto di Olbia, con 275 aerogeneratori complessivamente previsti.

Un altro progetto è stato depositato presso la Capitaneria di Porto di Porto Torres, con 32 aerogeneratori previsti.

Nei mari sardi in tutto dieci progetti di centrali eoliche offshore flottanti, 481 “torri eoliche” in progetto, per una potenza complessiva – per quanto si è a conoscenza – pari a 6.509 MW.

Avverso tutte le istanze di concessione demaniale marittima sono stati presentati atti di opposizione (28 gennaio 20213 marzo 202226 marzo 202213 giugno 2022, 28 giugno 2022) da parte del GrIG:

Repower Renewable s.p.a., dell’elvetico Gruppo Repower, un progetto di centrale eolica offshore al largo di Capo Teulada, con 33 aerogeneratori;

Nora Ventu s.r.l., società milanese frutto dell’accordo tra Falck Renewables s.p.a. e BlueFloat Energy, due progetti di centrali eoliche galleggianti offshore con 93 aerogeneratori per una capacità complessiva di 1,4 GW a 18 miglia marine a sud est di Cagliari (Nora 2, 40 aerogeneratori) e a 6 miglia marine a sud di Capo Teulada (Nora 1, 53 aerogeneratori).  Fan balenare ben 4 mila posti di lavoro in fase di realizzazione e 300 in fase di gestione;

Ichnusa Wind Power s.r.l., con sede a Milano, 42 aerogeneratori galleggianti alti 265 metri a circa 35 chilometri dalla costa sulcitana, per una potenza complessiva di 504 MW. L’istanza di concessione demaniale marittima è stata sospesa (aprile 2021) dopo un atto di opposizione presentato dal Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) e da alcuni Comuni rivieraschi (Carloforte, Portoscuso, Buggerru), mentre è stata svolta la fase di definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale (scoping) finalizzata alla successiva procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.);

Seawind Italia s.r.l., con sede a Portoscuso, 48 aerogeneratori in progetto, istanze di concessioni demaniali marittime per due centrali eoliche offshore, la Del Toro 2 a 21 miglia marine a sud ovest dell’Isola di S. Pietro e la Del Toro 1 a 6 miglia marine al largo dell’Isola di S. Antioco;

Tibula Energia s.r.l., con sede a Milano, 65 aerogeneratori (975 MW complessivi) in progetto per conto di Falck Renewables s.p.a. e la Blue Float Energy, nel mare della Gallura. Sfidando realtà e intelligenze altruiparla di “generazione di migliaia di posti di lavoro stabili nel medio-lungo termine: fino a 3.200 unità per le fasi di fabbricazione, assemblaggio e costruzione; oltre 180 per la manutenzione degli impianti dopo l’entrata in esercizio del parco”, dimenticando ambiente, diportismo nautico, turismo, pesca, buon senso;

* Zefiro Vento s.r.l., con sede a Milano, 210 aerogeneratori in progetto nel mare della Gallura settentrionale;

Acciona Energia Global Italia s.r.l., con sede a Roma e capitale spagnolo, 32 aerogeneratori nel mare occidentale della Sardegna.

Qual è l’attuale stato delle procedure di autorizzazione delle centrali eoliche offshore nei mari sardi.

La Capitaneria di Porto di Cagliari – Sez. Demanio ha convocato (note prot. n. 20495 e 20500 del 13 maggio 2022) altre due conferenze di servizi per il rilascio delle concessioni demaniali marittima per la realizzazione di altrettante centrali eoliche offshore flottante nel mare della Sardegna meridionale rispettivamente per il 24 e il 25 agosto 2022.

Le richieste provengono ambedue dalla Seawind Italia s.r.l., con sede a Portoscuso, e riguardano la realizzazione di 48 aerogeneratori in due centrali eoliche offshore, la Del Toro 2 a 21 miglia marine a sud ovest dell’Isola di S. Pietro e la Del Toro 1 a 6 miglia marine al largo dell’Isola di S. Antioco (qui l’avviso relativo all’istanza Del Toro 2, qui l’avviso relativo all’istanza Del Toro 1).

Nello specifico viene chiesta la concessione demaniale marittima per

“ – m² 200 di zona demaniale (ZD) (fg. 8, part. 122 del Comune di Portoscuso, SU) per la realizzazione di 1 cavidotto interrato, che si estende sino all’uscita dell’area demaniale fino ad allacciarsi  all’esistente  stazione  elettrica  TERNA  220  kv PORTOSCUSO’;

– m²  1.262.904 di specchio acqueo (SP) nel mare territoriale per il posizionamento di un cavidotto sottomarino, dalla zona demaniale di Portoscuso sino all’impianto (m² 89.772), per i cavi interni all’impianto di collegamento tra gli aerogeneratori (m² 210.860) e per l’installazione di n. 24 aerogeneratori con fondazione floating (m² 962.272)” (centrale Del Toro 1);

“ – m² 200 di zona demaniale (ZD) (fg. 8, part. 122 del Comune di Portoscuso, SU) per la realizzazione di 1 cavidotto interrato, che si estende sino all’uscita dell’area demaniale fino ad allacciarsi all’esistente  stazione  elettrica  TERNA  220  kv ‘PORTOSCUSO’;

– m²  83.318 di specchio acqueo (SP) nel mare territoriale per il posizionamento di un cavidotto sottomarino interrato, dalla zona demaniale di Portoscuso sino al limite delle acque territoriali a sud ovest della Sardegna;

– m² 1.367.839 di specchio acqueo (SP) oltre il confine del mare territoriale: per la prosecuzione  del  cavidotto  marino  (m²  116.883),  per  i  cavidotti  interni  di collegamento tra gli aerogeneratori (m² 288.684) e per l’installazione di n. 24 aerogeneratori con fondazione floating (m² 962.272)” (centrale Del Toro 2).

Entro il 13 agosto 2022 le varie Amministrazioni pubbliche statali, regionali e locali convocate potranno far pervenire i loro pareri e osservazioni.

Finora gli unici atti di opposizione pervenuti sono di Italia Nostra e del Gruppo d’Intervento Giuridico (26 marzo 2022), che ha coinvolto anche il Ministero della Transizione Ecologica, la Regione autonoma della Sardegna, i Comuni rivieraschi (Carloforte, Portoscuso, S. Antioco).

Dagli accertamenti svolti dalla Capitaneria di Porto sono emerse varie rilevanti criticità:

“ – la zona di posizionamento del parco eolico, a circa 4,5 mg nautiche a sud di Sant’Antioco, non parrebbe essere attraversata da rotte obbligate, pur essendo interessata da un notevole flusso di navi da pesca e navi mercantili dirette nel sorgitore di Cagliari e nei terminali petroliferi di Sarroch nonché in transito nel Mar Mediterraneo. Si segnala che, nei pressi dello specchio acqueo in esame, sono presenti:

–   a sud della Sardegna, un impianto destinato alla maricoltura (circa 3 miglia nautiche a nord est dal limite esterno dello specchio acqueo richiesto) nonché:

– un’area  di  interdizione  temporanea  per  lo  svolgimento  delle  attività  militari addestrative presso il poligono militare di Capo Teulada (circa 5 miglia nautiche ad est dal limite esterno dello specchio acqueo). 

– criticità  connesse  alle  limitazioni  alle  attività  di  pesca  e  all’ancoraggio  che l’impianto, per la parte ricadente nel mare territoriale, potrebbe arrecare, in virtù della disposizione contenuta nell’art. 152 del D.Lgs. 259/2003;

– necessità di una valutazione dell’impatto acustico delle pale eoliche, in termini di vibrazioni e rumori, sull’ambiente circostante, in particolare, in ordine alle possibili eventuali  interferenze  degli  impianti  con  le  rotte  di  migrazione  del  tonno Rosso (Thunnus thynnus Linnaeus) che è attività di primaria importanza per l’Isola di San Pietro.

Per gli esclusivi aspetti di competenza, sotto il profilo di sicurezza della navigazione marittima, salvaguardia della vita umana in mare e di polizia marittima si evidenzia … la necessità di una pianificazione preliminare delle aree da destinare all’ubicazione degli impianti eolici, dal momento che la loro coesistenza potrebbe in futuro interferire sui traffici e sulle attività di pesca (ad es. rendere necessaria l’istituzione di rotte obbligate) nonché avere interazioni con lo spazio marittimo di altri Stati”.

Nel maggio scorso la Capitaneria di Porto di Cagliari – Sez. Demanio ha convocato (nota prot. n. 18987 del 5 maggio 2022) un’altra conferenza di servizi per il rilascio della concessione demaniale marittima per la realizzazione di una centrale eolica offshore flottante nel Golfo di Cagliari per il prossimo 18 luglio 2022.

La richiesta proviene dalla Repower Renewables.p.a., dell’elvetico Gruppo Repower, e riguarda un progetto di centrale eolica offshore al largo di Capo Teulada, con 33 aerogeneratori (qui l’avviso relativo all’istanza).

Nello specifico è stata chiesta la concessione demaniale marittima per

– m² 18 di zona demaniale (ZD) (fg. 12, part. 708 del Comune di Sarroch (CA)) per la realizzazione di un cavidotto interrato, che si estende sino all’uscita dell’area demaniale fino ad allacciarsi all’ esistente stazione elettrica Terna Cagliari Sud;

– m² 559.827 di specchio acqueo (SP) nel mare territoriale per la realizzazione di un cavidotto sottomarino, dalla zona demaniale di Sarroch sino al limite delle acque territoriali a sud della Sardegna;

– m² 89.469.390 di specchio acqueo (SP) oltre il confine del mare territoriale per la prosecuzione dell’elettrodotto marino (m² 358.173) e per l’installazione di n. 33 aerogeneratori con fondazione floating (m² 89.111.217)”.

Entro il 7 luglio 2022 le varie Amministrazioni pubbliche statali, regionali e locali convocate potranno far pervenire i loro pareri e osservazioni.

Finora gli unici atti di opposizione pervenuti sono del Comune di Domus de Maria e dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (3 marzo 2022), che ha coinvolto anche il Ministero della Transizione Ecologica, la Regione autonoma della Sardegna, i Comuni rivieraschi (Cagliari, Quartu S. Elena, Maracalagonis, Sinnai, Villasimius, Capoterra, Sarroch, Pula, Domus de Maria, Teulada).

Dagli accertamenti svolti dalla Capitaneria di Porto è emerso che “per quanto riguarda il posizionamento del cavo sottomarino, recapitante, come detto, nel Comune di Sarroch, lo stesso attraversa un’area di ancoraggio (denominata ‘Echo’) attualmente destinata ed utilizzata dalle navi che approdano nei terminali petroliferi di Sarroch (ordinanza Capitaneria di Porto Cagliari nr. 09/2021 del 28/01/2021). Inoltre, lo specchio acqueo richiesto dista circa 9 miglia nautiche dal limite esterno di un’area di interdizione temporanea per lo svolgimento delle attività militari addestrative presso il poligono militare di Capo TeuladaCon riferimento all’Ufficio Circondariale Marittimo di Sant’Antioco, lo stesso ha evidenziato criticità legate all’eventuale restrizione alle attività di pesca derivanti dal posizionamento dell’impianto, in virtù della disposizione contenuta nell’art. 152 del D.Lgs. 259/2003”.

Inoltre, “con riferimento al traffico navale, dall’analisi dei dati, sono emersi flussi di traffico di unità navali che, pur non attraversando rotte obbligate, interessano comunque lo specchio acqueo relativo all’istanza in argomento, ubicato a circa 20 miglia a sud della Sardegna”.

Un autentico Far West.

Si tratta di una delle più rilevanti conseguenze della volontà ormai di fatto conclamata di voler destinare la Sardegna e i mari sardi al ruolo di piattaforma di produzione energetica.

In ogni caso, per legge, i progetti di centrali eoliche off shore in argomento dovranno essere assoggettati a una procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) e ai rispettivi e vincolanti procedimenti di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), con considerazione degli impatti cumulativi (artt. 21 e ss. del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).

Tuttora nessuna procedura di V.A.S., nessun procedimento di V.I.A. è stato neppure avviato.

Oltre il sensibile impatto ambientale e agli impatti sulle attività turistiche e sulla navigazione commerciale, assolutamente tuttora non valutati, sarebbe oltremodo assurdo vincolare una così ampia estensione di aree demaniali, di mare territoriale e d’interesse nazionale per così lunghi termini temporali (30 e 40 anni) in assenza di qualsiasi autorizzazione per la realizzazione e la gestione della progettata centrale eolica off shore, in violazione dell’obbligo di congrua motivazione vigente per qualsiasi atto amministrativo (art. 3 della legge n. 241/1990 e s.m.i.).

Questo assalto al mare sotto il profilo energetico contribuisce a delineare fortemente quello scenario di servitù energetica che pare destinarsi alla Sardegna ed è, purtroppo, conseguenza della scarsa e ben poco adeguata pianificazione delle reali esigenze energetiche, della deficitaria promozione del risparmio di energia, della inadeguata diversificazioni delle fonti di produzione, della mancanza di sistemi di accumulo energetico e, soprattutto, di una efficace individuazione delle aree di rilievo naturalistico, ambientale, paesaggistico sottratte a qualsiasi tipologia di produzione di energia.

La stessa Capitaneria di Porto di Cagliari ha chiaramente evidenziato “la necessità di una pianificazione preliminare delle aree da destinare all’ubicazione degli impianti eolici”.

Invece è un vero e proprio Far West nel Mediterraneo, dove ogni società energetica sembra poter fare quello che vuole.

Con un bel po’ di soldi pubblici e incentivi, tanto per cambiare.

Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

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