La sicurezza del sistema elettrico in Sardegna

1 Marzo 2015
Angelo Rodrigues
Graziano Pintori

“Gestione coordinata delle immissioni e dei prelievi di energia elettrica e dei flussi di energia sulla rete di trasmissione, ai fini del mantenimento del bilanciamento del sistema elettrico in condizioni di sicurezza”, in questo modo si definisce il servizio chiamato dispacciamento: in Italia affidato a Terna Spa.
Tale servizio ha evitato a novembre un blak out con nere conseguenze, non solo in termini di buio per assenza di elettricità ma per le enormi perdite economiche che ne sarebbero conseguite. Sullo scampato pericolo c’è stata un’esaltazione da parte dell’amministratore delegato di Terna, Del Fante, che ha attribuito al compensatore sincrono (motore a velocità costante), in piena attività a Codrongianos, tutto il merito di aver garantito all’intera Sardegna la luce e l’energia senza soluzione di continuità. Dopo qualche giorno, puntuale come un assessore, l’assessore Maninchedda tenta di spegnere l’enfasi dell’a.d. Del Fante, dichiarando che se il blak out è stato evitato merito è non solo di Codrongianos, ma anche di Fiume Santo, Ottana e Sulcis. Per dare più peso a quest’affermazione l’assessore sfida l’a.d. a voler fornire prova che il blak out si sarebbe evitato se, per ipotesi, le tre centrali fossero spente e attivo il solo sistema del comune gallurese, il quale va avanti a intermittenza con la sola energia prodotta dal sole e dal vento. La tenzone pone in evidenza lo scontro tra l’interesse della politica e quello dei privati, condizionando il futuro energetico dell’isola. Si può subito notare che la politica manda in avanscoperta l’assessore Maninchedda, che ha il compito di nascondere l’acclarata incapacità di programmare, in modo efficace e autonomo, il futuro energetico isolano, assai in ritardo rispetto alla tecnologia e al caos che regna sullo sfruttamento delle nuove fonti energetiche. Infatti, l’esponente della giunta Pigliaru si è reso conto, per fortuna, che il problema non è tanto il blak out sventato, ma il futuro delle tre centrali (Fiume Santo, Ottana, Sulcis) minacciato dalla tecnologia adottata da Terna, che gestisce il mercato energetico nazionale e parte di quello internazionale. I compensatori sincroni, messi sul campo da Terna per adempiere al servizio di dispacciamento, sono in grado di produrre risparmi per duecento milioni l’anno, destinati ad aumentare in modo notevole quando il più grande impianto di accumulo esistente in Europa sarà operativo, e Codrongianos sarà uno dei punti energetici strategici più importanti. La multinazionale dell’Enel con il suo a.d. non nasconde l’ambizione di voler creare in Italia l’Hub energetico più importante dell’Europa meridionale e può anche affermare, grazie agli impianti presenti, che la Sardegna gode del prezzo specifico dell’energia alla pari delle altre regioni italiane. Questi dati ovviamente preoccupano la politica regionale, quindi anche l’assessore Maninchedda, perchè mettono in cattiva luce l’essenzialità delle funzioni svolte dalle tre centrali elettriche tradizionali; come pure mettono in cattiva luce, anche se già ricordato, i ritardi della politica nostrana sul programma dello sviluppo energetico secondo il volere e il sentire dei sardi. Comunque sia, almeno da quanto si è potuto cogliere dalla lettura dei resoconti giornalistici, il futuro di Fiume Santo, Ottana e Sulcis non è roseo, come non potrebbe essere quello di tutti coloro che ci lavorano, perché le tre centrali non sono state riconvertite in tempi utili alle nuove tecnologie e adeguate all’ambiente e al risparmio energetico/economico. In questo bailamme l’assessore, già esponente della giunta Soru, poi della giunta Cappellacci e oggi con Pigliaru, evita di rilevare che la Sardegna non è ancora dotata di un Piano Energetico Ambientale Regionale degno di questo nome.
Forse sta proprio qui il peccato originale che ha dato luogo di considerare la nostra isola una“libera” piattaforma energetica, in cui i pirati di ogni genere e provenienza fanno il buono e il cattivo tempo. Non è un caso che ritornano in auge il Galsi, i rigassificatori, le navi gasiere o metaniere; non è un caso che nuovamente si ricordi la Sardegna come l’unica regione in Europa a non fruire del metano. La giunta Pigliaru giustifica il ritardo (diciamo pure caos) del sistema energetico isolano dal fatto che ancora non si è stabilita la quantità di gas da inserire all’interno del Piano Energetico. Improvvisa, come coniglio dal cilindro, compare la magia, ossia l’ennesima proposta di istituire la solita Autorità Regionale per il Mercato dell’Energia, come a dire: impegniamoci nella politica del non fare, un modo per sfuggire alle vere responsabilità che la politica è chiamata ad assumersi. Sempre.

*Illustrazione di Angelo Rodrigues

3 Commenti a “La sicurezza del sistema elettrico in Sardegna”

  1. Carlo Crespellani P. scrive:

    Concordo su quasi tutta l’analisi, le carenze della Regione, la mancanza del piano energetico. Sulla questione del metano credo che sia opportuno valutare reali alternative per averlo, certo non immaginando metanodotti costosi che hanno necessità di investimenti e tempi lunghissimi. Può avere senso poter contare sulla possibilità di ricevere il metano in forma liquida (con le metaniere) su depositi costieri (più che grandi rigassificatori) e distribuire il prodotto sempre in forma liquida fino ai punti che ne hanno necessità ( reti cittadine e imprese).
    Sulla questione dell’agenzia, credo che possa aver senso se è un’organismo che elabora e aggiorna costantemente il piano energetico, che interloquisce con tutti gli operatori, enti e assessorati. Insomma un soggetto titolato e indipendente (anche dalla politica contingente) che faccia quello che nessuno oggi fa. O no?

  2. La sicurezza del sistema elettrico in Sardegna | Blog di dialogo degli Ingegneri Cagliari scrive:

    […] Crespellani P. scrive: in coda di inserimento. 2 marzo 2015 alle 13:41 Concordo su quasi tutta l’analisi, le carenze della Regione, la mancanza del piano energetico. […]

  3. Graziano Pintori scrive:

    Gentile Crespellani,

    concordo con la necessità dell’istituzione di un organismo in grado di elaborare e aggiornare un qualsiasi Piano Energetico. Il fatto è che in Sardegna manca un Piano Energetico Ambientale degno di questo nome. La responsabilità della grave inadempienza è tutta politica. La ringrazio per l’attenzione

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