Le sardine e il futuro della sinistra

2 Gennaio 2020

Manifestazione delle Sardine a Nuoro @ANSA

[Graziano Pintori]

“Scusi, dove si trova il ristorante…?” Nel dare l’indicazione è stato precisato, in aggiunta alla richiesta, che nella Piazza S. Satta davanti al ristorante…“ Stasera si svolgerà il raduno delle Sardine”, “Quelle si facciano friggere” è stata la risposta delle tre giovani, belle, eleganti e sgarbate nei confronti del passante educato e premuroso.

Sembrava un brutto presagio per il raduno che da lì a qualche ora doveva svolgersi nella centralissima piazza progettata da Costantino Nivola. Invece, a dispetto dello sgarbo e dell’auspicio culinario delle tre giovani scortesi, il raduno è stato, almeno per Nuoro, numericamente positivo: notizie giornalistiche hanno riferito di almeno cinquecento presenze e una panchina di granito coperta da decine di libri portati dai partecipanti, come voluto dagli organizzatori, per farne dono a qualche associazione.

L’incontro è stato pacifico, molti hanno cantato Lucio Dalla, moltissimi hanno cantato Bella Ciao in versione classica e Modena City Ramblers. Tre ragazzi e una ragazza sono intervenuti dal microfono con parole adeguate e usando toni consoni allo spirito politico del nuovo movimento, il quale mette al bando la violenza verbale e fisica, i seminatori di odio e le false prediche salviniane, al fine di restituire alla politica costruttiva gli spazi sottratti. I giovani che si sono alternati al microfono hanno fatto echeggiare sugli astanti parole come Costituzione, Antifascismo, Democrazia, Libertà, Trasparenza, Dignità che un altro giovane ha poi sintetizzato con la parola Umanità.

Di conseguenza: più umanità nei rapporti, più umanità in politica e nelle sue organizzazioni. Come non condividere, come non applaudire ed emanare urla di giubilo per queste parole? I cinquecento presenti si sono sentiti soddisfatti, hanno ascoltato ciò che volevano sentire, compresa la musica e i canti che si sono tintinnati nell’aria fredda della sera. Quindi? Cosa facciamo subito dopo capodanno, cosa proponiamo dopo le manifestazioni di Nuoro, Sassari e Cagliari? Roma, Milano, Bologna? Il punto è proprio questo. Che fare? Direbbe Lenin.

E’ chiaro che chi si muove dentro il movimento delle Sardine non possiede la bacchetta magica, però è ben cosciente che per organizzare e conoscere la macchina che muove la politica, con tutti i suoi ingranaggi umani e intellettuali, è necessario rompere con il malaffare politico, ossia la causa del deragliamento dai binari dell’onesta, della correttezza, della trasparenza, della politica come servizio. Di sicuro le Sardine sono espressione di un patrimonio etico e morale che non deve essere disperso, anzi dovrebbe essere alimentato e radicato nella consuetudine politica, visto che sono soprattutto i giovani a sottolineare queste esigenze.

Giovani che vogliono prendere sul serio l’arte del governare, giovani che comunque resistono per stare nella loro terra con la loro intelligenza, sensibilità, conoscenza e coerenza. Essi hanno creato il movimento delle Sardine dotandosi di anticorpi contro il virus del populismo senza limiti, contro le falsificazioni della realtà che hanno alimentato razzismi, emergenze sulla sicurezza, distrazione di massa sui temi focali quali l’occupazione, l’inquinamento e i diritti civili.

Inoltre, per merito delle Sardine si è capito che esiste un’altra Italia, capace di incontrarsi e discutere e contrapporsi alle solite adunate salviniane. Facendo tesoro di questo notevole contributo le mosse prossime future, trovandoci in prossimità di nuove scadenze elettorali, devono provenire da chi gestisce la cosa pubblica in antitesi alla destra, ovverosia dai partiti sopravvissuti e dai movimenti e associazioni politiche che a livello locale sono dentro le istituzioni, in quanto amministratori e portatori di consenso.

Su tutto questo la sinistra dovrebbe fare dei lunghi mea culpa per riappropriarsi delle parole e delle gesta di questi giovani orientati verso l’antifascismo e la Costituzione utilizzando gli anticorpi contro l’insidia di certi virus. Per esempio quei virus che infestano le lunghe, artificiose e logoranti trattative che si svolgono nei tavoli delle spartizioni, puntualmente imbanditi in prossimità delle elezioni locali o di altro livello.

Secondo me siamo all’ora X, bisogna togliere la testa dalla sabbia della politica pdcentrica, accettare il ricambio, l’apertura e la serietà che le Sardine hanno (im)posto nelle piazze dell’Italia tutta. In caso contrario il monolito della politica tradizionale continuerà con la solita solfa: cambiare tutto nell’assoluto immobilismo.

1 Commento a “Le sardine e il futuro della sinistra”

  1. Marinella Lörinczi scrive:

    “Quelle si facciano friggere” è stata la risposta delle tre giovani, belle, eleganti e sgarbate …”. Non sgarbate:salviniane, berlusconiane, meloniane, nel miglior caso renziane e snob.

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