L’Ersu continua a non dare risposte

16 Giugno 2020
[red]

Da diverse settimane va avanti la lotta degli studenti e delle studentesse dell’Università di Cagliari per il riconoscimento del proprio diritto allo studio. L’Ersu da poche risposte e sempre evasive. Dopo mesi di silenzio, ancora poco, o nulla, è stato fatto dai vertici dell’ente per tutelare i diritti degli universitari. Pubblichiamo il nuovo comunicato stampa sugli sviluppi della lotta.

Dopo diverse settimane di mobilitazione, ERSU risponde avanzando proposte ben lontane dall’essere sufficienti a sopperire al disagio degli studenti.
Con riguardo ai rimborsi delle rette già pagate o detratte per i mesi di non utilizzo dell’alloggio, i vertici ERSU hanno presentato alla Regione una richiesta di indennizzo da 400€, somma che copre soltanto una parte dell’ammontare detratto per il periodo in cui è stato impossibile usufruire del servizio. Si tratta di una proposta che, anche qualora venisse accolta, rappresenterebbe un compromesso al ribasso, concepito nell’ottica di concedere un bonus e non di restituire quanto dovuto: quelli detratti sono infatti soldi degli studenti!
Preso atto della posizione dell’ente circa la necessità di utilizzare la forma di «indennizzo» piuttosto che quella di «rimborso», riteniamo che 600€ sia la somma che più si avvicina a quanto realmente ci spetta.
Chiediamo il rimborso totale dei pasti corrispondente a tutto il periodo di chiusura del servizio mensa per tutti i laureandi e per tutti gli studenti che rinunciano o hanno già rinunciato all’alloggio. Non basta un rimborso che copra soltanto una parte del totale! Chiediamo inoltre che venga data a tutti gli studenti la possibilità di scegliere tra rimborso e cumulo dei pasti.
Nel protocollo proposto ad ATS per la riapertura degli studentati, l’ente ha predisposto la chiusura delle cucine: un grave disagio che si aggiungerà agli innumerevoli problemi che caratterizzano la vita nelle Case dello Studente. Chiediamo dunque che l’ERSU predisponga con urgenza un nuovo protocollo, da sottoporre ad ATS, che preveda la regolamentazione – con tutte le necessarie precauzioni e sicurezze – per l’utilizzo delle cucine e che tenga conto del pagamento del servizio, compreso nell’affitto detratto o pagato dagli studenti. Si vuole per altro sollecitare l’ente a porre in essere misure alternative, entro il primo luglio, tali da far fronte all’impossibilità di preparare le colazioni e all’assenza di acqua potabile nelle strutture.
Considerata l’applicazione della riduzione di posti alloggio anche per il prossimo anno, come previsto dal protocollo, chiediamo che l’ERSU provveda sin da ora a delineare una strategia in grado di sopperire a tali mancanze.
Vista l’importanza dei disagi causati dalla chiusura delle strutture per quattro mesi, chiediamo che gli studentati e le mense rimangano aperti per tutto il mese di agosto.
L’ente deve necessariamente chiarire la posizione di coloro che hanno sospeso il pagamento delle rette (come disposto dall’ente stesso a inizio maggio) durante i mesi dell’emergenza, i quali – secondo la normativa nazionale più volte menzionata da ERSU – potrebbero ora perdere lo status di fuorisede, avendo finora pagato meno di dieci mensilità.
Chiediamo infine che venga posticipata la scadenza del 10 luglio per la certificazione dei crediti per le matricole di I e II livello, ai fini dell’ottenimento della seconda rata della borsa di studio entro il mese di luglio.
Le proposte che l’ente ha avanzato in Regione sono lontane dai bisogni degli studenti, non adeguate a garantire concretamente il diritto allo studio e, per questi motivi, le riteniamo inaccettabili.
Finché l’ERSU non rappresenterà e tutelerà l’interesse degli studenti, saremo pronti a mobilitarci ancora per la difesa dei nostri diritti. Non pagheremo noi il prezzo di questa crisi.

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