L’esercito israeliano attacca le Flotillas in acque internazionali. Rapiti medici, giornalisti e parlamentari

8 Ottobre 2025
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Nella notte tra il 7 e l’8 ottobre, l’esercito di occupazione israeliano ha attaccato e sequestrato la Flotilla in piene acque internazionali, a 120 miglia nautiche (220 km) da Gaza, commettendo un ennesimo atto di pirateria, in violazione palese del diritto marittimo internazionale e delle Convenzioni delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS).

La Freedom Flotilla Coalition (FFC) e Thousand Madleens to Gaza (TMTG) confermano che le imbarcazioni dirette a Gaza — 8 barche a vela e la nave Conscience — sono state intercettate, abbordate con la forza e attaccate illegalmente alle 04:34 di oggi, mentre navigavano in una zona dove Israele non ha alcuna giurisdizione né diritto di intervento.

A bordo si trovavano equipaggi interamente disarmati, composti da medici, infermieri, giornalisti, parlamentari e attivisti internazionali. Tutte e tutti sono stati rapiti e sequestrati con la forza, mentre le 18 tonnellate di aiuti umanitari destinate a Gaza — medicinali, apparecchiature respiratorie, forniture alimentari e nutrizionali — sono state confiscate illegalmente.

Questi aiuti erano diretti principalmente agli ospedali di Gaza; dopo due anni di assedio e bombardamenti, la popolazione vive in condizioni di carestia e collasso sanitario, e i medici ci hanno chiesto aiuto, dato che non hanno più medicinali e sono esausti.

“Israele non ha alcuna autorità legale per detenere volontari internazionali a bordo di navi civili umanitarie”,

ha dichiarato David Heap, membro della Canadian Boat to Gaza e del Comitato di Coordinamento della Freedom Flotilla Coalition.

“Questo sequestro viola apertamente il diritto internazionale e sfida le ordinanze vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia, che impongono un accesso umanitario senza ostacoli a Gaza.

I nostri volontari non sono soggetti alla giurisdizione israeliana e non possono essere criminalizzati per aver consegnato aiuti o denunciato un blocco illegale.

La loro detenzione è arbitraria, illegittima e deve terminare immediatamente.”

Questo nuovo crimine segue il sequestro illegale e la detenzione arbitraria degli equipaggi delle navi della Global Sumud Flotilla, nonché delle precedenti missioni Handala e Madleen, e l’attacco con droni israeliani contro la nave Conscience lo scorso maggio nelle acque europee, che lasciò l’imbarcazione in fiamme e fuori uso.

Si tratta di una strategia deliberata di violenza e intimidazione, volta a impedire la solidarietà internazionale e a criminalizzare la cooperazione umanitaria. Israele mostra ancora una volta di non temere alcuna conseguenza, protetto dall’inerzia complice dei governi occidentali, che tacciono di fronte a crimini evidenti, violazioni sistematiche del diritto internazionale e atti di guerra contro civili disarmati.

Israele continua ad agire nell’impunità più assoluta, violando:

le ordinanze vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) che impongono il libero accesso degli aiuti umanitari;

le Convenzioni di Ginevra, che tutelano civili e operatori umanitari;

il diritto del mare, che garantisce la libertà di navigazione in acque internazionali;

e ogni principio etico e umano alla base del diritto internazionale.

La Freedom Flotilla Coalition e Thousand Madleens to Gaza denunciano con forza questo ennesimo crimine di guerra e chiedono a tutti i governi, alle Nazioni Unite, alla Corte Penale Internazionale e alla società civile mondiale di agire immediatamente per fermare l’escalation e imporre la fine dell’assedio genocida contro Gaza.

Chiediamo:

La fine immediata del blocco illegale e mortale imposto alla Striscia di Gaza;

La cessazione del genocidio israeliano contro la popolazione civile;

Il rilascio immediato e incondizionato di tutti i volontari rapiti;

La consegna diretta e immediata degli aiuti umanitari ai palestinesi, senza alcun controllo israeliano;

L’apertura di un’inchiesta internazionale indipendente sui crimini commessi contro la Flotilla e i suoi membri;

La piena responsabilità e condanna ufficiale per gli attacchi militari israeliani contro imbarcazioni civili umanitarie in acque internazionali.

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La comunità internazionale ha il dovere morale e giuridico di reagire.

Ogni silenzio, ogni rinvio, ogni neutralità è complicità con il crimine.

Le nostre navi non portavano armi, ma coscienza, solidarietà e umanità.

Ed è proprio questo che Israele teme di più.

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