Libera casa in libero stato

1 Ottobre 2008

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Raffaello Ugo

Chi non amerebbe vivere in una casa sulla scogliera da cui scendere di tanto in tanto alla spiaggia per un tuffo ristoratore nelle calde giornate estive o abbandonarsi rapito negli assolati pomeriggi davanti allo specchio abbagliante del mare? E chi, nelle fredde serate invernali non rimarrebbe vicino al fuoco del camino osservando assorto da grandi vetrate la maestà dei marosi che si infrangono alla base della scogliera? E non sarà certo quel po’ di umidità e sale che risalendo dalle fondamenta si mangiano lentamente ma inesorabilmente la struttura della casa né la vertigine di solitudine, al tramonto, nel fissare il punto dove il mare e il cielo diventano una cosa sola né la difficoltà a raggiungere il più vicino centro abitato che potrebbero intaccare il fascino di qualcosa che si può tranquillamente definire un luogo dell’anima. Una volta bonificato il posto dai corpi appesi alle lenzuola arrotolate si potrebbe pensare di farci un salto magari un sabato o una domenica, magari non tutti i fine settimana. O magari affittarla a qualcuno. Ecco, si, affittandola si può forse cercare di recuperare almeno i costi di manutenzione. Per quindici giorni, magari un mese si trova qualcuno che ci va e pazienza se d’inverno gli unici visitatori entreranno preferibilmente da una finestra sul retro per controllare lo stato della mobilia. Importante è cercare di recuperare i costi dell’investimento. Certo è anche vero che se molti fanno lo stesso ragionamento costruendosi la villetta nella medesima località diminuisce la sensazione di essere soli nell’universo ma, di pari passo, anche il valore dell’immobile. Tanto più se il posto scelto non è la spericolata scogliera su un fiordo nel Mare del nord ma si tratta più modestamente di una spiaggetta fuori mano. E’ vero che il mare della Sardegna non ha nulla da invidiare ad altri luoghi rinomati ma è diverso se uscendo di casa con l’asciugamano ti dirigi alla spiaggia accompagnato dallo sciacquio delle onde o se in macchina, appena fuori dal cancelletto, devi segnalare ancora una volta all’insopportabile vicino col suv che nel vialetto di eucalipti non c’è posto per due auto affiancate. E può essere fastidioso quando stai per assopirti sulla sdraia se ti accorgi che i figli del vicino della parte opposta ti fanno boccacce dalla finestra della loro villetta. E’ vero che siamo una società tollerante e aperta ma è probabile che superato il mese di vacanza estiva, in località eccessivamente antropizzate, possano anche registrarsi antipatici episodi di cannibalismo. Investire nell’edilizia è, comunque, un’attività che ha sempre dato risultati interessanti. Se i duemila metri dal mare ti sembrano tanti e la normativa ti appare eccessivamente rigida, puoi sempre costruire la tua casa facendo finta di nulla, non siamo mica in Olanda. Se ti va bene hai costruito la casa dei tuoi sogni con capitelli corinzi e quant’altro, se ti va male, quando te la abbattono con le ruspe fai comunque aumentare il pil contribuendo al rilancio dell’economia nazionale. Muratori, con o senza gonnellino, approverebbero senz’altro. E’ vero che il posto non tornerà mai più come prima ma magari, fra trecento anni, quando il gusto estetico sarà definitivamente progredito qualcuno riconoscerà nelle traccie che hai lasciato sul bagnasciuga il giusto valore per quelle che oggi appaiono semplicemente delle porcate. Qualcuno sostiene anche che il rapporto tra abitanti e abitazioni deve mantenersi in un equilibrio ragionevole se non si vuole che, per la gran parte dell’anno, la sensazione sia quella di trovarsi sul set di un film di Romero e che i rari vicini sembrino un po’ troppo interessati al tuo gruppo sanguigno. Ma può anche capitare che quella stessa tranquilla località marina, durante la stagione balneare, ricordi eccessivamente la città mercato vicino a casa. Non sottovaluterei, a questo proposito, la necessità di una certa attenzione anche nella scelta del colore per gli intonaci, in particolare mi riferisco ai colori arancio e salmone usati indifferentemente nelle spugnature di villaggi turistici e di città mercato. Un effetto di saturazione può alla lunga creare stanchezza e la stanchezza può spingere individui che in condizioni normali hanno comportamenti accettabili a sterminare prima la propria famiglia e poi a occuparsi anche di quella degli altri. E’ un argomento delicato, non sono sicuro esistano studi approfonditi ma ci sono alcuni agglomerati di abitazioni sul mare che ricordano gli insediamenti dei coloni israeliani in Palestina con tutto il corredo di instabilità mentale che ne consegue. Certo il fascino del mare non ha eguali ed è difficile rinunciare ai tanti vantaggi di un’abitazione sulla spiaggia come, per esempio, la possibilità di tuffarsi in acqua direttamente dal terrazzino. Sempre che quel rompiscatole dell’amministratore non venga a ricordarti che i regolamenti condominiali vietano di tuffarsi dai piani superiori e che se i ragazzi vogliono proprio fare un bagno in mare c’è tanto spazio più avanti, a sole 30 miglia marine andando verso Tunisi.

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