Liberiamo Valeria

1 Settembre 2012
Roberto Loddo
L’internamento di Valeria Porcheddu nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mantova) è la dimostrazione che il termine ultimo per il superamento degli attuali Opg è un inganno. Nonostante la legge 9/2012 fissi tra il primo febbraio e il 31 marzo 2013 la chiusura definitiva, dalla Sardegna continuano silenziosi e indisturbati gli internamenti nelle “galere dei folli”. Ad oggi, le organizzazioni aderenti al comitato sardo “Stop Opg” non conoscono le linee guida dell’assessorato regionale alla salute per la presa in carico delle cittadine e dei cittadini sardi internati nei sei Opg della penisola. La Regione Sardegna e i dipartimenti di salute mentale dovrebbero attivare progetti individualizzati di cura e assistenza, ma dai quotidiani sardi apprendiamo solamente di nuovi internamenti e ipotesi di apertura di strutture segreganti da sostituire agli attuali Opg. Questa vicenda conferma anche le cattive pratiche in atto nel mondo della salute mentale. E come se la legge 180 in Sardegna non fosse mai stata attuata e il movimento per la riforma della legge psichiatrica con Franco Basaglia non fossero mai esistiti. Invece di garantire la cura nei percorsi riabilitativi, nelle relazioni col mondo esterno e nella restituzione dei diritti di cittadinanza si continua a spedire le persone fragili come Valeria negli Opg.
Valeria Porcheddu è una ragazza di 23 anni che dalla notte del 14 agosto 2012 è imprigionata in Opg. Il vero scandalo di questa vicenda è che non si conoscono le motivazioni che hanno determinato il suo internamento. A differenza di altri casi come quello del cittadino senegalese Abdou Lahat Diop, il dipartimento di salute mentale di Oristano nega ogni genere di informazione ai rappresentanti del comitato sardo “Stop Opg” adducendo motivazioni legate a privacy e segreto professionale. Valeria è stata prelevata dall’abitazione di sua madre Adriana Zampedri (in sciopero della fame da 18 giorni) dai carabinieri di Cabras (Or) su mandato del giudice di sorveglianza. Dalla stampa e dai social network leggiamo che “il suo reato sarebbe quello di essersi allontanata dalla comunità di recupero per tossicodipendenti di Alghero in seguito alla scadenza dei termini della libertà vigilata, scadenza di ben 4 mesi durante i quali nessuna comunicazione di conferma della stessa e’ mai arrivata”.
L’attenzione mediatica sull’assurda vicenda di Valeria ha portato alla mobilitazione anche il comitato nazionale “Stop Opg”. I rappresentanti del comitato nazionale hanno contattato Ettore Straticò, neo direttore dell’Opg di Castiglione. Il dottor Straticò ha garantito ai rappresentanti il suo impegno per il rientro di Valeria nell’isola. Ma non basta sapere che Valeria potrebbe tornare. Vogliamo sapere la data certa del suo rientro e il perché di questo insensato internamento. Se davvero esistono, vogliamo sapere quali motivazioni hanno portato il tribunale di sorveglianza a decidere sulla misura di sicurezza e dichiarare Valeria socialmente pericolosa e incapace di intendere e di volere. Se mai siano state immaginate, vogliamo conoscere le alternative all’Opg che la Asl di Oristano e il dipartimento di salute mentale hanno messo in campo per assistere e prendersi cura di Valeria.
Liberiamo Valeria prima che sia troppo tardi. Prima che le illegalità e gli abusi che ogni giorno subiscono le 1.300 persone internate negli Opg trasformino lo Stato italiano in un criminale seriale.

3 Commenti a “Liberiamo Valeria”

  1. Antonietta Demurtas scrive:

    Tutto quello che sta accadendo è un ritorno indietro. non ci dobbiamo solo fermare alla denuncia. ci dobbiamo mobilitare.tutte le associazioni che si occupano di salute mentale e non solo dovrebbero fare propria la liberazione di Valeria. Io mi mobiliterò ad Olbia insieme ad altre associazioni. Vergogna!!!!

  2. Giovanni Casula scrive:

    Cari Amici,
    il rischio è che in Sardegna succeda come alla fine degli anni ’90 ovvero che si chieda allo Stato di “rinviare” ancora la chiusura di queste “importanti” strutture…
    Importanti per chi? Per chi non ha tempo di vedere cosa c’è “dentro” le storie di abbandono che producono il disagio psichico e quali diritti sono stati negati a queste persone ?!
    I manicomi, lo ricordo, in molte regioni italiane sono stati chiusi dopo quasi vent’anni che vennero “formalmente” chiusi dalla legge 180… e in Sardegna siamo stati gli ultimi a farlo!!
    Occorre continuare a parlane, dibattere, sensibilizzare ancora; perchè l’OPG non si chiude con una legge ma con una superamento culturale… quello di quanti continuano a dare alla malattia mentale severa una connotazione “di mera pericolosità sociale”. Io non la penso così! E siamo in tanti a pensarlo. Io ho conosciuto un ragazzo di vent’anni (lo racconto nel mio libro “Benvenuto in Psichiatria. Storie e incontri di straordinaria follia”) che per una errata interpratazione giudiziaria è stato trasferito da un giorno all’altro da un contesto protetto (struttura riabilitativa in Sardegna) all’OPG di Montelupo. Per fortuna con la sensibilità di tanti si è riusciti in un mese a farlo rientrare…ma…NON PUO’ …NON DEVE PIU’ SUCCEDERE!! FORZA VALERIA!!!

  3. Maria Fiorini scrive:

    Grazie! Partecipo!

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