L’uomo è cacciatore

1 Febbraio 2011

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Stefano Deliperi

Nei giorni scorsi, in sordina, i nostri legislatori regionali hanno scritto una delle pagine più penose e squallide della recente storia sarda. Tutt’altro che indefessamente dediti a risollevar le condizioni di una regione alla deriva economico-sociale, alcune delle menti giuridiche più brillanti dell’attuale Consiglio regionale si son dedicate anima e corpo a trovar il modo per consentire ai cacciatori sardi (circa 50 mila) di sparacchiare a tordi e ad altri pennuti vari nel mese di febbraio.
Evidentemente è impossibile, incostituzionale, inverecondo vivere senza andare a caccia a febbraio.
Si è distinto per acume giuridico (e sensibilità umana) l’on. Giulio Steri (U.D.C.), già Assessore regionale della sanità, avvocato dello Stato nonché fedele e stretto collaboratore del leader sardo della formazione centrista Giorgio Oppi, attuale Assessore regionale della difesa dell’ambiente.
L’anno scorso emersero dalle indagini penali sulla vicenda di Tuvixeddu sue frequentazioni con il costruttore Gualtiero Cualbu, questa volta ha fornito un assist al suo Assessore per creare le condizioni legislative per consentire la fondamentale e irrinunciabile caccia a febbraio.
La sua proposta di legge n. 237/A del 9 dicembre 2010, presentata insieme al cacciatore on. Mario Diana (P.d.L.), ha avuto una corsia preferenziale presso la Commissione consiliare competente “agricoltura” ed è stata iscritta all’ordine del giorno dell’Aula consiliare il 19 gennaio 2011.
La legge regionale 19 gennaio 2011 (non ancora pubblicata sul B.U.R.A.S.) è stata approvata con 49 voti favorevoli (P.d.L., P.S.d’Az., U.D.C., Riformatori), 4 contrari (Comunisti – Sinistra Sarda – RossoMori) e 18 astenuti (P.D., I.d.V.).
La legge approvata non prevede il parere dell’I.S.P.R.A. (già I.N.F.S.), l’Istituto tecnico-scientifico nazionale competente per legge, ma solo di un comitato di esperti nominati dalla Giunta regionale, vista l’inesistenza dell’Istituto regionale per la fauna selvatica. E’ una palese violazione della legge nazionale n. 157/1992 (art. 19 bis), specifica attuazione delle direttive comunitarie in materia.
Men che meno sono chiare le “indagini scientifiche” in base a cui si dovrebbe dar corso alla caccia in deroga, né le “piccole quantità” di uccelli abbattibili.
Le associazioni ecologiste Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia (L.A.C.), Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli (L.I.P.U.) e Gruppo d’Intervento Giuridico hanno quindi richiesto (ricorso del 25 gennaio 2011) al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi e al Ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto di esperire ricorso governativo avverso la legge regionale 19 gennaio 2011 (non ancora pubblicata sul B.U.R.A.S.) sulla c.d. caccia in deroga per conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale e di predisporre le opportune procedure per l’annullamento (art. 19 bis della legge n. 157/1992 e s.m.i.) del provvedimento assessoriale di prossima emanazione contenente le disposizioni di attuazione della c.d. caccia in deroga per l’anno 2011.
E’ stata informata, per opportuna conoscenza, la Commissione europea.
La c.d. caccia in deroga senza aver esperito alcun rimedio alternativo, senza dimostrare i pretesi danni alle coltivazioni agricole, coinvolgendo specie avifaunistiche già oggetto dell’ordinaria stagione venatoria appena conclusa, autorizzando prelievi venatori potenziali tutt’altro che modesti e marginali in pieno periodo migratorio prenuziale e riproduttivo è in palese spregio della giurisprudenza della Corte di Giustizia in tema. Inoltre, non è previsto alcun parere tecnico-scientifico dell’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale – I.S.P.R.A. (già Istituto nazionale per la Fauna Selvatica – I.N.F.S.) ed è inesistente in Sardegna un Istituto regionale equipollente, in palese contrasto con la normativa comunitaria e nazionale, oltre con la giurisprudenza costituzionale.
Si ricorda che la Commissione europea, dopo aver aperto la procedura di infrazione n. 2004/4242, proprio su ricorso delle associazioni ecologiste Lega per l’Abolizione della Caccia, Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra (esposti del 13 e 20 febbraio 2004, 22 aprile 2004) contro la legge regionale Sardegna n. 2/2004 (modificata dalla legge regionale n. 4/2006) e il decreto assessoriale n. 3/V del 18 febbraio 2004 e il successivo n. 2225/DecA/3 del 30 gennaio 2009 che avevano autorizzato la c.d. caccia in deroga nel mese di febbraio ai danni di quattro specie avifaunistiche (Storno, Tordo sassello, Passera mattugia, Passera sarda) ha già deciso di adìre la Corte di Giustizia europea per la grave violazione della direttiva n. 79/409/CEE sulla tutela dell’avifauna selvatica: il ricorso dell’8 dicembre 2009 ha dato luogo alla causa C-508/09 in attesa di definizione.
Ora l’Italia, quale Paese membro dell’Unione Europea, rischia una pesante condanna, le cui conseguenze finanziarie sarebbero – per legge – scaricate sulla Regione autonoma della Sardegna, cioè su tutti i cittadini-contribuenti sardi.
Il tutto per un grazioso favore alle parti più becere del mondo venatorio isolano, oggi nuovamente beneficiate di un provvedimento legislativo del quale alcun cittadino di semplice buon senso sentiva la necessità.

1 Commento a “L’uomo è cacciatore”

  1. Andrea Nurcis scrive:

    Purtroppo la politica che favorisce la caccia non solo in Sardegna ma in tutta l’Italia sta assumendo una dimensione pericolosamente sproporzionata se si pensa che l’80% degli italiani sono contro la caccia! Attualmente mi trovo nel cuore della Romagna all’interno di un podere agricolo: ho già litigato con un cacciatore che se ne andava a spasso a sparare alle lepri, diceva di essere un maresciallo dei carabinieri e mi ha minacciato di denuncia perchè lo stavo disturbando. Ci sono tanto di cartelli con scritto “divieto di caccia” ma questi se ne fregano e sono state inutili le telefonate fatte alla polizia e alla guardia venatoria.

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