Marco Ligas e una storia che parla della Sardegna e del mondo

1 Maggio 2018
[Graziano Pintori]

Dalla lettura virtuale a quella concreta dello scritto è il prodotto del lavoro di Marco Ligas, ossia dieci anni da direttore e di scritti pubblicati sul quindicinale on line manifestosardo.org li ritroviamo in un libro: “Una Storia” (La Sardegna e il mondo negli scritti del Manifesto Sardo).

Gli scritti di Marco Ligas sono raccolti in un’edizione elegante composta di 270 pagine, con una copertina ben impostata sia nel colore sia nei caratteri tipografici, che evidenziano uno studio attento da parte della casa editrice, la Cuec – Prospettive Idee-. Il lettore, secondo il mio modestissimo parere, potrebbe iniziare da una qualsiasi delle quattro parti di cui si compone l’opera, poi leggere gli articoli scegliendoli dall’interesse stimolato dai titoli, vale a dire dalla porta di accesso ai contenuti.

Dico questo perché la logica che governa il libro ti rimanda sempre a Una Storia, a una vicenda, a una Sardegna che, da qualsiasi punto cardinale tu voglia iniziare, ti conduce verso la storia dei vinti in generale, alla storia dei sardi che l’autore ricorda, a partire dagli anni sessanta, nella relazione della prima parte. Un’epoca in cui già risuonavano parole tipo: Piano di Rinascita e Industrializzazione / Banditismo; Rovelli e Moratti/ Pascoli e Pastori; Petrolio e Arabi /Sequestri di Persona. Due mondi apparentemente contrapposti ma legati da un filo che li annoda: la causa e l’effetto; “Sviluppo” e “Sottosviluppo”, da cui si genera il vincitore, il Dio Petrolio (per ricordare Cicito Masala).

Le conseguenze dello stupro economico, a causa del petrolchimico, subìto dall’isola sono sotto gli occhi di tutti: desertificazione delle campagne, inquinamento e ruderi industriali, spopolamento, emigrazione ecc. dimostrano il fallimento della politica regionale, sottomessa al neocolonialismo industriale, turistico, militare, energetico. Scempi che Ligas ha sempre denunciato, senza se e senza ma, dal giornale da lui diretto.

Il titolo “Una Storia” non è enfatico, ma lo leggo come il tentativo di condensare la storia sarda in una molteplicità radicata in altre isole, in altre “sardegne”, in altri luoghi sparsi nel mondo; un modo dell’autore per esprimere il suo internazionalismo di lotta e vicinanza nei confronti di chi subisce un destino simile al nostro popolo. “Una Storia” potrebbe essere il titolo di ciò che è la Sardegna, anch’essa preda del feroce e insaziabile sistema capitalista, in cui otto uomini possono concentrare nelle loro mani la ricchezza di 3,6 miliardi di persone povere.

Un invito, quindi, visto che siamo in era di globalizzazione, per unire tutte le storie di “Una Storia” contro l’ingiustizia, l’intolleranza, lo sfruttamento, il razzismo, la xenofobia ecc., argomenti ben presenti nell’opera di Marco Ligas, da cui si coglie il legame alla sua terra e l’impegno civile come uomo politico, giornalista e, per dieci anni, direttore del Manifesto Sardo. Dieci anni sono pochi per la sua lunga storia di militante comunista, coerente e convinto sostenitore e diffusore di quegli ideali. Dieci anni lunghi e difficili caratterizzati dall’interminabile crisi che ci attanaglia, nonostante i mass media, quelli allineati al potere politico – economico, “strombazzino” che la “cresta” è stata scavalcata; ben sapendo che nella crisi economica da noi, e non solo, ancora siamo immersi fino al collo.

Dieci anni sono un’epoca se li rapportiamo alla velocità impressa alla comunicazione, all’evoluzione digitale, alla robotizzazione che hanno imposto nuovi, e in certi casi traumatici, adattamenti nei rapporti umani, nel modo di parlare, scrivere, comunicare sentimenti e passioni: amori e odi. Dieci anni in cui gli italiani si sono sbarazzati di una sinistra non più sinistra, un vuoto colmato da due movimenti con forti caratterizzazioni tipiche della destra. Lega e 5S sono due realtà con altre culture, altre ambizioni e altri modi di rapportarsi e comunicare con i cittadini; un altro modo di fare politica e di intendere il valore della democrazia e delle libertà individuali, del rispetto della persona e dei valori insiti nella Carta Costituzionale.

Due realtà, quindi, che operano in Italia e che hanno assunto forza notevole anche con il consenso da parte di chi tradizionalmente costituiva l’ossatura della sinistra: operai, disoccupati, sfruttati e diseredati, oggi traghettati verso nuovi modelli di società, di conflitto e di obiettivi. Una nuova realtà che richiede anche al nostro caro e giovane manifestosardo.org una riflessione sul suo procedere, poiché operiamo, come già constatato, in una società completamente diversa da quando, dieci anni fa, iniziò il suo percorso. Il libro di Marco Ligas è un grande contributo per continuare su una linea ben marcata sui binari della sinistra, della lotta, della pluralità di voci e di culture che hanno caratterizzato il quindicinale sotto la sua guida.

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