Non sono razzista, ma

30 Settembre 2017
[Red]

Questa sera (Sabato 30 settembre) alle ore 18:00 nella Comunità La Collina (località S’Otta, Serdiana) Luigi Manconi presenta “Non sono razzista, ma. La xenofobia degli italiani e gli imprenditori politici della paura” (Feltrinelli, 2017) in dialogo con Renato Soru. Introduce Ettore Cannavera, fondatore della Comunità La Collina.

Gli italiani sono razzisti? Ovviamente no: nessuna categoria può essere definita come un blocco unico e omogeneo e, dunque, catalogata attraverso un’etichetta spregiativa generale. Ma è altrettanto vero che oggi in Italia si manifestano forme di razzismo nel linguaggio pubblico, negli atteggiamenti sociali e nelle politiche. Non sono razzista, ma illustra un meccanismo psicologico che mira a prendere le distanze dalle parole e dagli atti che contraddicono ciò che pensiamo di essere, o che vogliamo far intendere di essere. È un’espressione che si sente sempre più spesso, perché l’interdizione morale nei confronti di termini e comportamenti xenofobi si è indebolita. Quella sorta di presidio culturale e sociale, che agiva contro il ricorso a pratiche e linguaggi discriminatori, sembra esaurito.

Questo pamphlet è anche un grido d’allarme. L’intolleranza etnica ha trovato spazio nella sfera politica, per opera di figure pubbliche che, nonostante il proprio ruolo istituzionale (come nel caso del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli), contribuiscono alla produzione di ostilità xenofoba. E a ciò corrisponde un tessuto di piccoli e grandi imprenditori politici dell’intolleranza (concetto elaborato da Laura Balbo e Luigi Manconi in un saggio di un quarto di secolo fa). E tuttavia, dicono Luigi Manconi e Federica Resta, il termine razzista non va utilizzato per colpevolizzare individui e gruppi che vivono con fatica il rapporto con gli stranieri. Ciò che si manifesta nel nostro paese è, piuttosto, una diffusa xenofobia: la paura dello straniero. E, contrariamente a quanto si crede, il passaggio da quest’ultima al razzismo è tutt’altro che scontato. Manconi e Resta argomentano come è possibile evitare che questo accada. Non sono razzista, ma è un libro fondamentale per evitare l’errore di indugiare nel “peccato dell’indifferenza”.

Luigi Manconi insegna Sociologia dei fenomeni politici presso l’Università IULM di Milano. È parlamentare e presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato. Tra i suoi libri recenti: Abolire il carcere. Una ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini (Chiarelettere 2015, con S. Anastasia, V. Calderone, F. Resta), Accogliamoli tutti. Una ragionevole proposta per salvare l’Italia, gli italiani e gli immigrati (Il Saggiatore 2013, con V. Brinis), La musica è leggera. Racconto su mezzo secolo di canzoni (Il Saggiatore 2012). Nel 2001 ha fondato l’associazione A buon diritto.

Federica Resta è avvocato, dottore di ricerca in Diritto penale e funzionario del Garante per la protezione dei dati personali. Tra le sue pubblicazioni, 11 settembre. Attentato alle libertà? I diritti umani dopo le Torri gemelle (Edizioni dell’Asino, 2011) e Vecchie e nuove schiavitù (Giuffrè, 2008). Con Luigi Manconi ha già pubblicato Abolire il carcere (Chiarelettere 2015, con S. Anastasia e V. Calderone) e Non sono razzista ma. La xenofobia degli italiani e gli imprenditori politici della paura (2017).

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