Per il reddito universale e incondizionato in Sardegna

1 Maggio 2020
[red]

L’appello a firma di Davide Pinna, Marco Contu e Mario Figus, attivisti del Collettivo Furia Rossa per l’assemblea pubblica dal titolo Reddito universale incondizionato in Sardegna, prospettive concrete di mobilitazione che si svolgerà in videoconferenza domenica 10 maggio alle 20:30.

Non perdiamo tempo in introduzioni e analisi spicciole della fase, tanto sono anni che ci confrontiamo – seppur in maniera disorganica – su questi elementi. Andiamo subito al sodo di questa proposta, che vuole essere molto snella in questa sede, per essere approfondita in sede di assemblea virtuale. Una sola premessa di metodo: la firma in calce a questo documento è individuale e non fa riferimento, se non per permettere a chi legge di identificarci, all’organizzazione politica in cui militiamo da quasi undici anni. Questo perché l’esigenza da cui nasce questo appello è quella personale di chi vorrebbe, insieme a tante altre e tanti altri compagni, mettere in piedi una battaglia politica di prospettiva generale, dopo che per troppo tempo, a nostro parere, ci siamo concentrati esclusivamente su aspetti settoriali.

Partiamo da alcune considerazioni, che non vogliono essere esaustive. In primo luogo, sembra evidente che le evoluzione economiche degli ultimi trent’anni abbiano segnato il destino dell’utopia della piena occupazione. Se è improbabile che questa si verifichi su un piano quantitativo, e quindi si azzeri la disoccupazione, è certo che non vi assisteremo dal punto di vista qualitativo, poiché le forme di lavoro che si impongono in questi ultimi anni sono caratterizzate dalla precarietà, dalla compressione salariale (reale e nominale) e dalla riduzione dei diritti che consideravamo acquisiti dalla classe lavoratrice. Un elemento che ci permette di giungere a questa ipotesi è quello del generale riconoscimento dello stato di crisi ambientale, con seri pericolo di un collasso climatico ed ecologico nel giro di pochi decenni. Fino ad oggi, si è ritenuto che fosse proprio la continua e inarrestabile crescita economica il motore che avrebbe consentito il raggiungimento, quantomeno in Occidente, della piena occupazione. Ora sappiamo che quella crescita non è più auspicabile, e perciò entra in crisi quell’idea – che per esempio è a fondamento del patto costituzionale della Repubblica Italiana – che attraverso il lavoro si possa ottenere l’emancipazione umana dal bisogno. In ogni caso, comunque la si veda sugli sviluppi futuri del lavoro quale motore dell’emancipazione umana, due tendenze sono evidenti: i) la crescita delle diseguaglianze economiche su scala locale e globale e l’impoverimento generale dei lavoratori; ii) lo sviluppo asimmetrico del conflitto capitale-lavoro, con un enorme potenziamento della componente padronale,  dovuto anche al non trascurabile influsso dell’innovazione tecnologica che, invece che servire l’umanità nella sua globalità, sembra in questa fase dare maggior forza agli sfruttatori del lavoro altrui.

L’impatto della pandemia di Covid19 nel futuro non è ancora quantificabile con precisione e certezza. Ci pare però quasi scontato che, quest’estate, migliaia se non decine di migliaia di stagionali sardi resteranno a casa, data la forte contrazione prevedibile per il settore turistico e ricettivo. Le stime, di varia origine, prevedono inoltre un forte aumento generalizzato della disoccupazione. A questo fatto, ci permettiamo di aggiungere un’ulteriore considerazione: alla riduzione della domanda di forza lavoro conseguirà una diminuzione del prezzo che i padroni sono disposti a offrire e del livello qualitativo dei posti disponibili sul mercato. Non sappiamo, al momento, se questa situazione sarà strutturale e se andiamo incontro a una fase di disoccupazione sistemica. Sappiamo che si tratta di un’eventualità da non scartare.

Saranno decine di migliaia le persone per le quali, in Sardegna, si porrà il problema immediato della sopravvivenza. Ma non sarà possibile risolverlo attraverso il lavoro. La strategia delineata dal governo italiano e dalla RAS, sembra essere quella tradizionale dei sussidi burocratizzati, condizionati e differenziati. Essi comportano tutta una serie di problematiche, legate peraltro anche alla discriminazione negativa di minoranze, che non affrontiamo in questa sede. Crediamo sia compito nostro, e ci riferiamo alla galassia della sinistra anticapitalista sarda, porre sul piatto una prospettiva politica generale e ampia. Che riesca da un lato ad agire sul piano dell’immaginario, costruendo in sostanza una utopia che ci permetta di immaginare la società che vogliamo, e dall’altro su quello pratico della elaborazione di una proposta politica emancipatrice, che preveda la liberazione dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e la realizzazione di tutte le potenzialità di cui, come singoli e come collettivi, siamo portatori.

Per questo, l’invito che vogliamo estendervi è quello di partecipare a un’assemblea pubblica di dibattito sul tema: Reddito universale incondizionato in Sardegna, prospettive concrete di mobilitazione. Come si evince dal titolo, non nascondiamo che l’obiettivo è quello di costruire un percorso politico di mobilitazione collettiva e popolare, in grado di andare al di là di schemi e forme visti fino ad oggi. Ci confortano in questa prospettiva, le considerazioni di ordine generale e quelle particolari, riferite alle condizioni che le classi popolari e subalterne sarde dovranno affrontare nel futuro immediato, a seguito dell’esplosione pandemica che sta segnando le nostre vite.

Il dibattito sulla proposta di fondo, quindi sull’opportunità di pretendere l’istituzione del reddito in Sardegna, lo lasciamo al momento assembleare. Per questo vi invitiamo a prendere parte all’assemblea, accedendo a questo link. L’orario di inizio è previsto per le 20:30 di domenica 10 maggio.

1 Commento a “Per il reddito universale e incondizionato in Sardegna”

  1. I rischi dell'emergenza sanitaria non sono solo quelli sanitari, nella Sardegna coloniale ~ SardegnaMondo scrive:

    […] tema è stato rilanciato anche in altri spazi e da altri, in particolare sul manifesto sardo (qui e qui). E mi pare che il tema stia entrando nell’agenda di un fronte ancora più […]

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI